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Insulti al ministro Kyenge, “primate scroccona”: bufera su un vigile urbano

Il comando della polizia locale di Milano ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti di Fulvio Riccardo Platania, dopo un post dell’agente su Facebook.
A cura di Biagio Chiariello
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Il ministro dell'integrazione Cecile Kyenge ancora bersaglio di commenti e insulti a sfondo razziale. Come scrive Repubblica, un vigile urbano di Milano, Fulvio Riccardo Platania, in una discussione su Facebook l'avrebbe definito una "primate scroccona", in riferimento al fatto che la Kyenge ha trascorso il Natale a servire pasti caldi in una mensa per profughi di Roma. Nei confronti dell'uomo, il comando della polizia locale ha aperto un procedimento. Ma Platania rischia di dovere rispondere anche del reato previsto dall'articolo 290 del Codice penale, ‘vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle forze armate', con multe fino a 5mila euro. "Si tratta di un fatto inaccettabile – riferisce un dirigente dei vigili urbani milanesi – Chi veste una divisa non può permettersi di insultare in quel modo ignobile un alto rappresentante delle istituzioni".

La discussione sul social network era nata tra i commenti ad una foto del ministro alla mensa al Centro Astalli nella Capitale. Qualcuno aveva fatto notare che Platania avesse come immagine del profilo di una fotografia in cui indossa una divisa della polizia locale, con tanto di simbolo della Regione Lombardia. La notizia è così arrivata rapidamente al comune di Milano e il comando della polizia locale. Il vigile si difende, sottolineando di essere "di sinistra da sempre, sostenitore del Pci dal 1978 e poi del Partito democratico", quindi chiede scusa: "La mia era una battuta idiota e sconveniente – dice – Semplicemente avevo dato retta alle voci, false, secondo cui la Kyenge avrebbe indossato un orologio da decine di migliaia di euro mentre serviva alla mensa dei profughi e mi sono indignato. Ritengo il razzismo una cosa stupida e inaccettabile e chiedo al ministro di perdonarmi".

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