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In Italia c’è sempre più povertà e il governo Meloni non la sta affrontando: il rapporto Caritas

Il nuovo rapporto della Caritas registra che il numero di famiglie in povertà assoluta in Italia è in aumento: quasi una persona su dieci non può avere un livello di vita dignitoso. In questa situazione, il governo Meloni ha cancellato il Reddito di cittadinanza e prosegue con misure temporanee.
A cura di Luca Pons
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In Italia una persona su dieci è in stato di povertà assoluta. Non solo: si tratta di un fenomeno "ormai strutturale e non più residuale come era in passato". Le situazioni di deprivazione sociale continuano e "in molti casi" peggiorano. E il governo Meloni in questo contesto ha "abbandonato un approccio organico al problema della povertà", eliminando il Reddito di cittadinanza e scegliendo invece misure che escludono certe categorie o danno aiuti solo estemporanei. È questo il duro bilancio fatto dal rapporto Caritas sulla povertà, pubblicato oggi.

La povertà aumenta e passa di padre in figlio

Il documento prima dà i numeri della povertà in Italia: oltre 2,1 milioni di famiglie, per un totale di più di 5,6 milioni di persone (con 1,2 milioni di minorenni), non hanno i mezzi per avere una vita dignitosa, a livello alimentare, di salute, di abitazione, di educazione. È il 9,7% della popolazione. Il dato è riferito al 2022. L'anno prima i poveri assoluti erano meno: 5,3 milioni, o il 9,1% della popolazione.

Se si guarda a chi è a rischio di povertà o di esclusione sociale, la situazione non cambia. In Europa in media si trova in una condizione simile il 21,8% della popolazione. In Italia la percentuale sale al 24,4%, o 14,3 milioni di persone.

Non solo, ma in tutta Europa l'Italia è il Paese in cui "la trasmissione inter-generazionale delle condizioni di vita sfavorevoli risulta più intensa". Tradotto: "Chi nasce povero molto probabilmente lo rimarrà anche da adulto". In nessuno Stato europeo accade con la stessa frequenza dell'Italia. Questa, secondo Caritas, è una vera e propria "alterazione dei principi di uguaglianza su cui si fondano le nostre democrazie occidentali".

Colpiti soprattutto gli stranieri, molti poveri lavorano

Il dato sulla povertà è molto più alto per i residenti stranieri. Tra le famiglie italiane la povertà assoluta è al 6,4% mentre tra quelle straniere è al 33,2%. Il numero aumenta ancora per le famiglie straniere con figli (36,1%). Gli stranieri, "pur rappresentando solo l’8,7% della popolazione residente costituiscono il 30% dei poveri assoluti".

Un altro aspetto da considerare è che chi si trova in povertà non è sempre disoccupato, anzi. Su 2,1 milioni di famiglie, nel 47% il capofamiglia ha un lavoro. Addirittura, guardando alle famiglie straniere, più di quattro su cinque (81,1%) hanno almeno una persona che lavora al loro interno, mentre per quelle italiane si parla di una su tre (33,2%).

Perché il governo Meloni ha sbagliato a cancellare il reddito di cittadinanza

Se questa è la situazione, le misure del governo Meloni contro la povertà non possono bastare, secondo Caritas. In generale, l'esecutivo ha "abbandonato un approccio organico al problema della povertà" e sta "affrontando i singoli elementi in modo puntuale", cioè con misure spot. Il problema è che aiutare solo alcune categorie "lascia in ogni caso scoperte alcune specifiche tipologie di poveri".

Ne è un esempio l'abolizione del Reddito di cittadinanza. Questa riforma, che ha portato a due diverse misure (Supporto alla formazione e al lavoro per gli "occupabili", e Assegno di inclusione per gli altri) colpisce diverse famiglie che resteranno senza aiuti: "Circa il 33% dei nuclei già beneficiari di RdC non avranno diritto all’Adi, 400mila nuclei su 1,2 milioni". Per quanto riguarda il Sfl ci sono "molti dubbi sulla reale possibilità di trovare un’occupazione entro i 12 mesi di copertura economica", e Caritas si chiede "come faranno a sopravvivere queste persone in assenza di una misura di reddito minimo".

Il fatto è che il governo nella sua riforma ha "sacrificato l’idea che vi fosse una misura unica per tutti i poveri", e invece si è concentrato sul principio di occupabilità. Che però è decisamente limitato: è "occupabile" chi nella propria famiglia ha solo persone tra i 18 e 60 anni e senza disabilità. Peccato che "questo criterio non indichi in nessun modo il grado di occupabilità di una persona".

La card Dedicata a te e altre misure spot

Cancellando il Rdc, chi in questi anni aveva trovato una "nuova stabilità e aver riorganizzato la propria vita", gli effetti possono essere pesantissimi: "Il vuoto lasciato dalle nuove misure rischia di produrre uno sprofondamento economico, ma anche psicologico, in queste persone. Avranno a maggior ragione necessità di aiuto su più fronti".

Al contrario, il governo Meloni ha scelto una misura come Dedicata a te, la carta acquisti una tantum da 382,50 per fare la spesa. Una misura limitata e che non ha niente a che fare con un sostegno ampio contro la povertà, ma con la soluzione a un singolo problema, cioè quello dell'inflazione e dell'aumento dei prezzi. "La stessa logica" la seguono anche altre misure, come il bonus benzina.

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