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Il report Gimbe sul Covid nelle scuole: “Rilevate molte criticità, potenziare screening e areazione”

“Con la stagione invernale alle porte e l’evidente risalita dei nuovi casi nell’ultima settimana è indispensabile mantenere alta l’attenzione sulle scuole dove, per le numerose criticità rilevate, i focolai segnalati dimostrano che l’equilibrio è instabile”: lo ha detto il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, presentando il nuovo report “Sicurezza COVID-19 nelle scuole: dalle evidenze scientifiche al real world”. Documento in cui si sottolineano tutte le criticità che permangono a scuola, dai vaccini alle misure anti contagio.
A cura di Annalisa Girardi
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È passato più di un mese da quando sono state riaperte le scuole per il nuovo anno scolastico. Ci sono però una serie di criticità per quanto riguarda la situazione epidemica, specialmente contando che oltre il 27% dei ragazzi e ragazze tra i 12 e i 19 anni non ha ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino. Lo sottolinea il report della fondazione Gimbe che, pur precisando come non si sia ancora visto il cosiddetto "effetto scuola" sulla curva dei contagi, i focolai emersi costringono comunque a tenere alta la guardia.

Il documento stilato dai ricercatori evidenzia una serie di criticità che continuano a permanere dall'inizio dell'anno scolastico e che, in vista dell'arrivo dell'inverno e dell'aumento dei contagi che diversi Paesi europei stanno attraversando, potrebbero pesare sulla ripartenza della scuola in presenza. Secondo Gimbe ci sono problematiche di vario tipo, normative, strutturali e organizzative. "Le evidenze scientifiche da un lato dimostrano che nelle scuole non esiste il rischio zero di contagio, dall’altro suggeriscono che è possibile minimizzarlo tramite un approccio multifattoriale integrando differenti interventi di prevenzione individuale e ambientale", commenta il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta.

Vediamo un po' di numeri: ecco i casi che sono emersi nella fascia di età tra gli 0 e i 19 anni nelle prime settimane di ottobre.

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Secondo Renata Gili, la responsabile di ricerca sui servizi sanitari alla fondazione, "questi dati dimostrano che sinora non si è verificato il temuto “effetto scuole”, sia grazie alla vaccinazione di studenti e personale scolastico, sia per la progressiva copertura vaccinale della popolazione generale: la conseguente riduzione della circolazione virale si riflette in ambito scolastico, anche negli alunni under 12 per i quali non ci sono ancora vaccini autorizzati. Un motivo in più per raggiungere il maggior numero possibile di persone non vaccinate e accelerare la somministrazione delle terze dosi".

Tuttavia, questa buona notizia non può certo far dimenticare quelle che sono le criticità che continuano a pesare sul mondo della scuola. A partire dal tasso di vaccinazione degli studenti: al 25 ottobre, tra la popolazione compresa tra i 12 e i 19 anni infatti ha completato il ciclo vaccinale solo il 5,5% del totale. La percentuale di ragazzi e ragazze che non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino risulta essere al 27,3%, con importanti differenze regionali. Senza contare che il trend di vaccinazione per questa fascia di popolazione, dopo il boom iniziale di giugno quando le prenotazioni sono state aperte a tutti, è progressivamente rallentato.

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Il 91,2% del personale scolastico ha completato il ciclo vaccinale, ma rimane ancora un 5,8% (che corrisponde a oltre 90 mila persone) che non ha ricevuto nemmeno una dose. Persistono sempre importanti differenze sul territorio.

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Per quanto riguarda invece le misure anti contagio, nel report di Gimbe si ricorda come una simulazione dei Centers for Disease Control and Prevention abbia dimostrato l'importanza della mascherina nell'abbassare il rischio di trasmissione. "Fino a quando il tasso di copertura vaccinale fra studenti, personale scolastico e popolazione generale non avrà raggiunto percentuali più elevate anche considerando che nelle ultime due settimane il 60% dei casi diagnosticati nella fascia d’età 0-19 anni si è verificato negli under 12, l’ipotesi di abbandonare le mascherine nelle classi con tutti gli studenti immunizzati è troppo rischiosa, oltre a porre problemi di privacy sul controllo dello status vaccinale e generare, potenzialmente, il rischio di discriminazioni", aggiunge Cartabellotta.

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Per quanto riguarda invece il distanziamento, il report sottolinea come il protocollo del ministero dell'Istruzione preveda una "distanza interpersonale di almeno un metro, sia in posizione statica che dinamica, qualora logisticamente possibile": insomma, un obbligo derogabile che fa si che specialmente nelle cosiddette "classi pollaio", quelle più numerose, le distanze tra le persone siano difficilmente mantenute.

Gimbe evidenzia anche come le scuole continuino a investire molto nella disinfezione delle superfici e dei locali, mentre poco viene fatto per i sistemi di areazione e ventilazione, nonostante le evidenze dimostrino ormai come il contagio avvenga principalmente per aerosol. Si denuncia poi come il piano di monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità per quanto riguarda l'infezione nelle scuole non preveda alcuno screening periodico e sistematico, ma solo una campagna di testing a campione nelle cosiddette "scuole sentinella" con test salivari. Nonostante abbia una bassa sensibilità in età pediatrica. "Al fine di monitorare e valutare valutare l’efficacia delle strategie attuate è indispensabile che vengano resi pubblici i dati provenienti da questi test di screening, oltre che il numero di studenti e classi progressivamente messi in quarantena", precisa Gili.

Tutte queste strategie non possono comunque essere applicate in tutti i gradi di scuola, ciascuno dei quali richiederebbe un intervento su misura.

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Cartabellotta quindi conclude:

Con la stagione invernale alle porte e l’evidente risalita dei nuovi casi nell’ultima settimana è indispensabile mantenere alta l’attenzione sulle scuole dove, per le numerose criticità rilevate, i focolai segnalati dimostrano che l’equilibrio è instabile. Oltre a puntare alle massime coperture vaccinali sia di personale scolastico e studenti di età >12 anni, sia di popolazione generale, occorre parallelamente potenziare gli screening periodici sistematici e implementare interventi di sistema che garantiscano un’adeguata aerazione e ventilazione dei locali scolastici: in particolare nella fascia under 12 dove non sono disponibili i vaccini e in quella under 6 dove non sono utilizzabili nemmeno le mascherine e il distanziamento è sostanzialmente inapplicabile.

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