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Covid 19

Il piano del ministero della Salute e dell’Iss per fronteggiare l’emergenza Covid in autunno

Un nuovo piano redatto dal ministero della Salute e dall’Iss contiene consente di prevedere quattro possibili scenari della diffusione del coronavirus in autunno. Il documento è stato pensato per “supportare la verifica, e se necessario il rafforzamento, dello stato di preparazione dei sistemi sanitari”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministero della Salute e l'Istituto superiore di sanità hanno stilato un piano per affrontare un'eventuale seconda ondata di coronavirus in autunno. Il documento prevede quattro scenari e una check list per fronteggiare un possibile aumento di casi nei prossimi mesi in sicurezza, attraverso una riorganizzazione delle strutture sanitarie, dei posti letto e degli accessi in ospedale.

Il piano è stato pubblicato sul sito della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, diffuso con una circolare alle Regioni, agli altri ministeri e a diverse istituzioni, per "supportare la verifica, e se necessario il rafforzamento, dello stato di preparazione dei sistemi sanitari nelle Regioni/PPAA".

Scenari possibili

Nel documento sono elencati quattro diversi possibili scenari per l'epidemia in corso: si va da una "Situazione di trasmissione localizzata (focolai) sostanzialmente invariata rispetto ad oggi", a una "Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario", a una "Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario", fino ad arrivare a una "Situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario", con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente maggiori di 1.5 nel suo intervallo di confidenza inferiore per periodi lunghi (almeno 1 mese).

Per ogni scenario sono previste diverse azioni. Per esempio quello peggiore prevede anche il "trasferimento interregionale dei pazienti" e l'"adattamento a scopo di ricovero di strutture che in ordinario non sono adibite a tale utilizzo". Il piano contiene anche una ‘checklist' per le regioni, "per valutare il livello di preparazione dei sistemi sanitari nelle Regioni/PPAA al fine di poter fronteggiare in modo ottimale un eventuale aumento nel numero di nuove infezioni". I requisiti richiesti riguardano tutti gli aspetti dell'assistenza sanitaria, dalla rete ospedaliera, che ad esempio dovrebbe avere percorsi dedicati nei Pronto Soccorso per i casi sospetti, alla medicina territoriale, con indicazioni ad esempio per le Rsa, che dovrebbero essere in possesso di un "Sistema di sorveglianza e monitoraggio epidemiologico e clinico istituito e operativo che consenta l'identificazione precoce di casi sospetti di COVID-19 tra i residenti e gli operatori all'interno di ogni struttura e tempestivo trasferimento presso strutture ospedaliere o alberghiere destinate a soggetti positivi".

Quali sono le incognite

Come si legge nel pezzo, la manifestazione di questi scenari dipende da alcune incognite. Vediamo quali.

  • Trasmissibilità di SARS-CoV-2 a fine estate. Non è infatti ancora chiaro se l’incremento di trasmissibilità (Rt) osservato a partire da giugno in alcune regioni si stabilizzerà attorno ai valori osservati in questi in giorni oppure continuerà ad aumentare nel tempo. Secondo gli esperti gli scenari cambieranno notevolmente a seconda che si riesca o meno a mantenere Rt sotto soglia da qui all’inizio dell’autunno.
  • Trasmissibilità di SARS-CoV-2 nelle scuole. In primo luogo, non è ancora nota la reale trasmissibilità di SARSCoV-2 nelle scuole. Non è nemmeno noto l’impatto che potranno avere le misure di riorganizzazione scolastica che si stanno mettendo in campo in questi giorni. (protocolli di sicurezza e linee guida per la didattica digitale e per l'infanzia). Più in generale, non sappiamo ancora quanto i bambini, prevalentemente asintomatici, trasmettano SARS-CoV-2 rispetto agli adulti. Tutto questo, recita il documento, rende molto incerto il ruolo della trasmissione nelle scuole a partire da settembre sull’epidemiologia complessiva di SARS-CoV-2.
  • Grado di accettazione delle misure igienico-sanitarie e comportamentali per la prevenzione della trasmissione di SARS-CoV-2 da parte della popolazione generale (ad esempio sono possibili criticità, già riscontrate allo stato attuale, come la collaborazione dei soggetti positivi per la conduzione delle attività di inchiesta epidemiologica e di contact tracing ed il rispetto delle misure anti-contagio previste per i casi confermati e per i loro contatti stretti).
  • Capacità di risposta dei sistemi di prevenzione e controllo. Se da un lato, si evidenzia nel testo, è migliorata la capacità dei sistemi di prevenzione nell’identificare rapidamente i focolai, isolare i casi e applicare misure di quarantena ai contatti dei casi, non è noto al momento quale sia il livello di trasmissione, ad esempio in termini di numero di focolai, che i sistemi di prevenzione possano gestire efficacemente. Va considerato infine come l’inizio della stagione influenzale possa rendere queste attività più complesse ed impegnative. Un altro aspetto poi da considerare, correlato più alla tenuta del sistema sanitario che alla trasmissibilità di SARS-CoV-2, riguarda l’età media dei casi. Recentemente è stata osservata (anche dall'Organizzazione mondiale della sanità) un’importante decrescita dell’età media dei casi.
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