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Opinioni

Il pestaggio di una donna inerme è più fascista di mille braccia tese

I fatti di Milano sono inquietanti, al punto da spingerci a riflettere sulla deriva di questo Paese.
A cura di Saverio Tommasi
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Agenti a Milano picchiano una donna
Agenti a Milano picchiano una donna

Scusate, mi sono perso il momento preciso in cui siamo diventati la succursale di Pinochet. Cioè ora la Polizia Locale può picchiare una donna inerme? Si può spruzzarle il peperoncino anche se ha le braccia alzate? È possibile prenderla a calci, davvero? Non lo sapevo. Pensavo fosse reato, invece vedo che uomini in divisa, a Milano e in pieno giorno, lo fanno certi dell'impunità. E poi quelle bastonate in testa e sul corpo, pensavo fossero una prerogativa dei poliziotti americani sulle minoranze del Paese. E' ovvio che mi sia sbagliato, vi chiedo scusa. Lo capisco solo ora.

Avevo sbagliato qualche tempo fa a prendermela con chi ha i busti del duce esposti in casa, commemora a braccia tese, parla di razze.
I primi sono decorativi, ai secondi prudeva l'ascella destra e i terzi erano pesci: lo sanno tutti quanto sono buone le razze pescate e fritte. O quanto siano accoglienti le case con un Benito in gesso.

Del resto io ho sempre sbagliato nella vita, ho iniziato a sbagliare a Genova 2001, quando alla scuola Diaz i poliziotti entrarono di notte per portare tutti quei libri e tinteggiarono le pareti di rosso che sembrava il tramonto, sciocco io a credere che fosse sangue.

A non credere che Stefano Cucchi fosse caduto dalle scale.

Ho sbagliato a non capire che il pericolo viene dagli ambientalisti e non dalla catastrofe climatica.

Ho sbagliato anche qualche giorno fa, quando ho alzato la mano per dire che denunciare le attiviste per aver contestato una Ministra era sbagliato, perché la Costituzione è nata proprio per garantire le opposizioni. Mi sono sbagliato io, dicevo, perché non avevo inteso che i veri perseguitati oggi sono i medici obiettori, sono i credenti fondamentalisti, sono i Ministri italiani, poverini. Per questo bisogna tutelarli i Ministri, come facciamo con i Panda. Chi è che oggi fischierebbe mai a un Panda?

Ho sbagliato ad aver temuto il fascismo come metodo, prima ancora che come fenomeno. Sono solo parole.

E oggi di nuovo, in pieno giorno, ho sbagliato per l'ennesima volta quando sono sobbalzato vedendo la Polizia Locale picchiare una donna transgender, inerme, con le braccia alzate, prendendola a calci, a bastonate, più volte, da soli e in gruppo. Ma è ovvio che in realtà fosse una scena teatrale, che stessero rappresentando cosa può arrivare a fare un corpo militare durante una dittatura, quando sente di avere il via libera dal Governo. Ma era un'ipotesi, una finzione. Cioè, dai, è chiaro. Quella è una rappresentazione fascista, ma è teatro. Non è successo nella realtà, dico bene? Perché se fosse successo veramente, dai, v'immaginate che casino? Vorrebbe dire che anche tutti gli altri erano tasselli, preparazione, fughe in avanti, avamposti, avanscoperte fasciste.
Ma se abbiamo detto che mi sono sempre sbagliato, che ci siamo sempre sbagliati, anche quella di oggi era finzione e non c'entra niente con i "metodi fascisti". O forse è davvero soltanto un altro passo verso l'irrigidimento democratico. Delle due, l'una.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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