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Il Parlamento non nomina la commissione antimafia: nessun controllo sulle elezioni regionali

Le prossime elezioni Regionali 2023 non avranno un controllo antimafia: manca ancora la Commissione Parlamentare contro il crimine organizzato e quindi non ci saranno le liste degli incandidabili.
A cura di Giorgia Venturini
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Non ci saranno liste di incandidabili e ineleggibili. Non ci saranno controlli su chi corre alla presidenza o a un posto in consiglio regionale di Lombardia, Lazio, Friuli-Venezia Giulia e Molise. Non esistono liste trasparenti consultabili dai cittadini che segnalino candidati noti alla giustizia. Le prossime elezioni Regionali 2023 non avranno un controllo antimafia. Questo perché non è ancora stata istituita la Commissione Parlamentare Antimafia, l'unico organo istituzionale in grado di fornire questi strumenti.

Stando alle fonti apprese da Fanpage.it, membri e presidente della Commissione verranno nominati non prima dei primi di marzo. Ovvero un mese dopo le Regionali. Un rischio che si sarebbe potuto evitare, accelerando un po' i tempi. A fronte del recente arresto di Matteo Messina Denaro, l'assenza di controlli antimafia sulle elezioni regionali risulta una forte contraddizione rispetto a chi propaganda la forza dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata.

Eppure a poche ore dal blitz si è rischiato di eleggere in Consiglio Superiore della Magistratura un indagato in un processo di ‘ndrangheta. Cosa potrebbe quindi succedere nelle prossime elezioni regionali?

"Non hanno ancora istituito la Commissione Parlamentare Antimafia perché in questi mesi hanno dato, anche comprensibilmente, tutta la priorità alla legge di bilancio", spiega a Fanpage.it l'avvocata Ilaria Ramoni, esperta in diritto penale della criminalità organizzata e già consulente della precedente Commissione Parlamentare Antimafia.

L'avvocata poi spiega che "Dovrebbe essere istituita i primi di marzo, ma sarà troppo tardi perché i cittadini saranno già andati a votare. Questo vuol dire che non ci saranno le liste degli incandidabili: perché se non le sigla la Commissione Parlamentare Antimafia non le fa nessuno". Ma quanto sono indispensabili queste liste e veramente potrebbero bloccare un candidato?

"È anche vero che se un candidato fosse sulla lista, il partito può decidere ugualmente di presentarlo e il cittadino di votarlo. Ma almeno la Commissione segnalerebbe il rischio agli elettori. Quanto meno ci sarebbe uno strumento di trasparenza a favore dei cittadini". Ed è proprio questo a preoccupare: eccetto i candidati alla presidenza degli altri politici si sa poco.

Chi potrebbe fare i controlli antimafia

Il rischio è ancora più alto quando sotto elezioni ci stanno regioni come Lombardia e Lazio, dove il candidati non sono pochi. E se questi controlli non vengono effettuati dalla Commissione Parlamentare Antimafia, nessuno li farà.

"Questi controlli non verranno fatti da nessuno, quindi. Non è previsto da nessuna norma o regolamento che questi controlli spettino ad altri. Chi potrebbe attivarsi forse sono i partiti stessi, ma non ha molto senso perché se fanno la loro lista degli impresentabili e poi li presentano ugualmente allora la cosa sarebbe veramente grave".

I rischi di un mancato controllo

Assurdo pensare dunque che non ci siano i controlli pre elezioni. "Soprattutto dopo il caso di ieri martedì 17 gennaio dove si rischiava di votare ed eleggere al Consiglio Superiore della Magistratura un laico indagato a Reggio Calabria. Figuriamoci quindi alle elezioni cosa può succedere, quando solo in Lombardia ci saranno circa 800 candidati. Chi fa ora i controlli? Gli strumenti della Commissione parlamentare antimafia sarebbero stati molto utili oltre che necessari", conclude l'avvocata Ramoni.

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