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Il ministro Sangiuliano esalta l’uso della lingua italiana, ma per farlo utilizza parole straniere

“L’abuso dei termini anglofoni appartiene a un certo snobismo, molto radical chic”: lo dice il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, difendendo l’uso della lingua italiana. Lui stesso, però, per farlo utilizza delle parole straniere.
A cura di Annalisa Girardi
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Il ministro Gennaro Sangiuliano difende l'uso della lingua italiana e critica chi utilizza troppe parole straniere. Ma facendolo, lui stesso prende in prestito diverse parole da altre lingue: "Credo che un certo abuso dei termini anglofoni appartenga a un certo snobismo, molto radical chic, che spesso nasce dalla scarsa consapevolezza del valore globale della cultura italiana. E anche della sua lingua, che invece è ricca di vocaboli e di sfumature diverse", dice il ministro della Cultura in un'intervista al Messaggero.

Ma, appunto, nella sua arringa per la lingua italiana usa un termine che deriva dall'inglese, "snobismo" e un'espressione che addirittura mescola una parola inglese con una francese, "radical chic".

Ad ogni modo, per Sangiuliano il riconoscimento della lingua italiana dovrebbe essere inserito nella Costituzione: "La consacrazione della lingua nazionale è in molte Costituzioni, di gran parte dei Paesi non solo europei. Quindi si tratta di essere coerenti con altre grandi nazioni europee e occidentali, e già il presidente Meloni presentò una proposta in tal senso. Poi, naturalmente, la riforma va armonizzata con il quadro di riforme a cui sta lavorando il ministro Casellati".

E ancora, il ministro ha ricordato che l'Accademia della Crusca è al lavoro per "suggerire definizioni alternative italiane a definizioni straniere abusate nella comunicazione pubblica".

Il tema della tradizione linguistica e dell'ibridazione con gli idiomi stranieri è caro alla destra, e inserito nel più ampio discorso del conservatorismo per quanto riguarda tradizione e cultura. Sull'argomento infatti è intervenuta, come sottolineato anche dal ministro Sangiuliano, già più volte in passato anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Che appena pochi giorni fa, rivolgendosi agli ambasciatori italiani riuniti alla Farnesina, aveva chiesto di utilizzare di più la lingua italiana. Ammettendo come spesso lei per prima ricorresse troppo a termini stranieri, nonostante si definisca "una vera patriota".

"La lingua è uno straordinario diplomatico per la nostra cultura, e invece mi accorgo di come noi tutti, a partire dalla sottoscritta che si considera una grande patriota, alla fine veniamo travolti dall’uso di queste parole straniere, i francesismi, gli inglesismi. Se ci pensate per ciascuna di questa parole che noi utilizziamo, riprendendole da una lingua straniera, nel corrispettivo italiano esisterebbero probabilmente almeno quattro o cinque parole diverse, perché la nostra è una lingua molto più complessa e una lingua molto più carica di sfumature", aveva detto Meloni.

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