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Il ministro Moavero Milanesi replica all’Onu: “Violenza e razzismo in Italia? Accuse inappropriate”

Il titolare della Farnesina, Enzo Moavero Milanesi, respinge le accuse di violenza e razzismo contro i migranti mosse dall’Onu e spiega: “L’iniziativa dell’Onu dispiace: non si comprende come mai un’incaricata da poco tempo inizi immediatamente con una serie di forti critiche. Credo che gli epiteti utilizzati per l’Italia non siano appropriati”.
A cura di Charlotte Matteini
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Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, non ci sta e respinge al mittente le accuse di razzismo mosse dall'Onu nei confronti dell'Italia. Intervenendo a Circo Massimo su Radio Capital, il titolare della Farnesina si è definito "amareggiato" e ha spiegato: "L'iniziativa dell'Onu dispiace: non si comprende come mai un'incaricata da poco tempo inizi immediatamente con una serie di forti critiche. Credo che gli epiteti utilizzati per l'Italia non siano appropriati. Amareggia una posizione come quella assunta ieri dalla commissaria Onu Bachelet, che può portare nel linguaggio politico a certe reazioni. Se dovessimo trovarci in emarginazioni infondate, sarebbe doveroso renderne conto".

Nella giornata di ieri, Michelle Bachelet, Alto commissario per i diritti umani, aprendo lavori del Consiglio Onu per i diritti umani, ha dichiarato che l’organizzazione delle Nazioni Unite è pronta a inviare personale in Italia contro l’ondata di violenza e razzismo che è stata segnalata “contro migranti, persone di discendenza africana e rom”. La presa di posizione dell'Onu ha scatenato le ire del ministro degli Interni Matteo Salvini, il quale ha replicato attaccando l'organizzazione: "L'Italia negli ultimi anni ha accolto 700mila immigrati, molti dei quali clandestini, e non ha mai ricevuto collaborazione dagli altri Paesi europei. Quindi non accettiamo lezioni da nessuno, tantomeno dall’Onu che si conferma prevenuta, inutilmente costosa e disinformata".

Concludendo l'intervista, il ministro Moavero Milanesi ha affrontato la questione Libia e sottolineato che per l'Italia resta fermo l'asse con il governo di Serraj: "Parliamo con tutti in Libia, ma il nostro interlocutore base resta il governo di Serraj. Ho incontrato il maresciallo Haftar, era da tempo in programma. In Libia c'è una situazione difficile e complessa da diversi anni. Il nostro obiettivo come Italia è cercare di riportare la stabilità in questa regione. In questo scenario, anche il maresciallo Haftar, per il suo ruolo nella Cirenaica, resta interlocutore importante".

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