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Il M5s rilancia la proposta sulla settimana corta: meno ore di lavoro a parità di stipendio

Il Movimento Cinque Stelle, dopo l’ultimo studio sulla settimana lavorativa di quattro giorni, rilancia una proposta che aveva inserito nel programma elettorale: meno ore di lavoro a parità di salario, per aumentare benessere dei lavoratori e produttività delle imprese.
A cura di Annalisa Girardi
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Nel Regno Unito è stato pubblicato un ampio studio che promuove la riduzione della settimana lavorativa a quattro giorni e il Movimento Cinque Stelle torna a proporre di diminuire le ore passate ogni settimana in ufficio o in fabbrica, mantenendo lo stesso salario. Si tratta di una misura che i grillini avevano anche inserito nel loro programma elettorale in vista delle elezioni dello scorso 25 settembre: "Tutti gli studi in materia dimostrano che non è vero che più si lavora e più si è produttivi, oltre una certa soglia la produttività non migliora affatto, anzi", aveva detto Giuseppe Conte. E ora che una nuova ricerca dimostra come la settimana lavorativa di quattro giorni (invece che cinque) sia vantaggiosa tanto per i lavoratori quanto per le imprese, il M5s rilancia la sua proposta.

"Nel programma con cui ci siamo presentati alle ultime elezioni abbiamo lanciato una proposta chiara e precisa, che vogliamo strutturare insieme a sindacati e mondo produttivo: l’avvio di una riduzione del tempo di lavoro a parità di salario concentrata, in via sperimentale, nei settori a più alta intensità tecnologica, prevedendo – per le aziende che aderiranno – crediti di imposta, incentivi per l’acquisto di nuovi macchinari ed esoneri contributivi per nuove assunzioni", sottolinea ancora il M5s nel post.

Per poi ricordare come nel 2020, con il Fondo nuove competenze che aveva istituito l'ex ministra Nunzia Catalfo, inserendolo nel decreto Rilancio, il governo Conte bis avesse già introdotto "una misura orientata in tal senso". Con il contributo statale e quello delle risorse europee, il Fondo prevedeva "la destinazione di parte dell’orario di lavoro alla formazione al fine di accrescere le competenze dei dipendenti, garantendo loro il 100% della retribuzione mensile".

E ancora: "Così facendo, le società avevano da un lato lavoratori più formati e, dall’altro, una diminuzione del costo del lavoro. Fino ad agosto 2022, il Fondo aveva coinvolto 720mila lavoratori di 14.500 imprese di piccole, medie e grandi dimensioni". Il M5s ha quindi concluso: "Un primo, importante passo, a cui ora devono seguirne altri. Il progresso va accompagnato, non fermato. Facciamolo".

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