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Il generale Vannacci è indagato per istigazione all’odio razziale per il suo libro

Il generale Roberto Vannacci è indagato per istigazione all’odio razziale per i contenuti del suo libro, “Il mondo al contrario”. Il fascicolo sarebbe stato aperto dopo le denunce di alcune associazioni arrivate nelle scorse settimane. La Lega di Matteo Salvini ha preso le difese del generale, definendo l’indagine una “medaglia”.
A cura di Luca Pons
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Roberto Vannacci, generale dell'esercito diventato noto la scorsa estate per il suo libro "Il mondo al contrario", accusato di essere pieno di contenuti misogini, razzisti e omofobi, è indagato dalla Procura di Roma per istigazione all'odio razziale. Al centro dell'indagine ci sarebbero proprio alcune affermazioni contenute nel libro. A dare il via al fascicolo degli inquirenti sarebbero state alcune denunce presentate da varie associazioni nelle scorse settimane: tra queste ci sarebbe anche un sindacato dei militari.

Oggi Vannacci è stato convocato negli uffici della Digos a Roma per eleggere il suo domicilio. Dopo la notizia dell'indagine, è stata immediata la reazione della Lega, il partito che secondo le indiscrezioni avrebbe intenzione di candidare il generale alle elezioni europee: "Indagini che sono medaglie. Vecchi metodi del vecchio sistema. Avanti generale, avanti insieme, avanti Italia!". Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay, ha attaccato: "Purtroppo [Vannacci] non può essere indagato per omobitransfobia perchè la legge sui reati di odio non è stata estesa per la nostra comunità. La risposta della Lega che vede le indagini come medaglie e vuole candidare lo stesso Vannacci è inaccettabile, non dimentichiamo che proprio Calderoli della Lega fu condannato per le frasi di odio contro la Ministra Cécile Kyenge, per il suo colore della pelle".

Pochi giorni fa era emersa la notizia di un'altra indagine su Vannacci, in questo caso riguardante le ipotesi di truffa e peculato. La Procura militare e la Corte dei Conti, infatti, starebbero analizzando alcune dei rimborsi richiesti daò g nel periodo in cui era in servizio a Mosca. Un'ispezione di routine svolta su quel periodo, infatti, avrebbe portato alla luce diversi aspetti che non tornano. In particolare ci sarebbero delle incongruenze per l'indennità che spetta al personale italiano all'estero quando sono presenti anche dei famigliari a carico: Vannacci l'avrebbe richiesta – e ottenuta – anche per dei periodi in cui la moglie e i figli non si trovavano in Russia.

C'è poi il caso di varie cene e feste, tutte di stampo diplomatico, che Vannacci avrebbe organizzato sia nella sua residenza che in ristoranti di Mosca. Questi eventi sono poi stati rimborsati, ma l'ispezione condotta dal ministero della Difesa avrebbe dimostrato che almeno alcune di queste cene non sono mai avvenute. Una, in particolare, avrebbe dovuto svolgersi a casa di Vannacci proprio nel giorno in cui lì si svolgeva il trasloco, perché doveva lasciare la Russia. La Corte dei Conti, invece, starebbe lavorando sull'ipotesi di danno erariale per l'utilizzo della Bmw di servizio anche oltre i termini consentiti.

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