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Il caso degli iscritti fantasma dell’Ugl: carabinieri sequestrano le carte nella sede del sindacato

Dopo le rivelazioni di Fanpage, i carabinieri di piazzale Clodio sono entrati nella sede dell’Ugl per acquisire i documenti sui presunti numeri gonfiati degli iscritti. Sul caso, la procura di Roma ha aperto un’indagine per verificare se il sindacato ha dichiarato al ministero del Lavoro numeri di adesioni più alte della realtà, come denunciato da circa cento lavoratori ugiellini. Con questo metodo, dicono i denuncianti, l’Ugl avrebbe ottenuto illegittimamente decine di posti in organismi della Pa.
A cura di Marco Billeci
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I carabinieri di piazzale Clodio sono entrati nella sede dell'Ugl a Roma per sequestrare i documenti relativi alle presunte tessere fantasma del sindacato di destra. Sul caso, rivelato da Fanpage nei giorni scorsi, c'è un'indagine aperta in procura, coordinata dal pm Fabrizio Tucci, specializzato in reati contro la Pubblica amministrazione. Al momento non ci sono conferme sulla possibile iscrizione nel registro degli indagati del segretario generale dell'Ugl Paolo Capone, ma non si esclude che siano già presenti dei nomi all'interno del fascicolo. Nelle scorse ore, peraltro, da fonti interne al sindacato è rimbalzata anche l'ipotesi di un passo indietro di Capone dalla guida della confederazione.

L'indagine parte da una denuncia di circa cento lavoratori dell'Ugl, secondo i quali i dati degli iscritti comunicati dal sindacato al ministero del Lavoro sarebbero gonfiati artificiosamente. La presunta irregolarità ha origine dal meccanismo con il quale viene misurata la consistenza delle diverse confederazioni nel settore privato. In pratica, non essendo previsto al momento uno strumento esterno per calcolare il reale numero degli iscritti, sono gli stessi sindacati ad auto-certificare i propri dati con una dichiarazione inviata periodicamente a via Veneto e alle diverse strutture territoriali. Secondo chi denuncia, l'Ugl dichiarerebbe una quantità di iscritti di molto superiore a quella reale, che si aggirerebbe intorno alle 65-70mila unità. Questo numero, relativo al 2018, è ricavato dal calcolo delle quote in denaro  che ogni iscritto versa annualmente al sindacato tramite la propria azienda, con il sistema delle cosiddette deleghe.

I documenti rilasciati dalle confederazioni al ministero non sono pubblici. Cgil, Cisl e Uil, tuttavia, diffondono le tabelle con le cifre degli iscritti sui loro siti web. Sul portale dell’Ugl, invece, non ce n’è traccia. Fanpage  però è entrata in possesso dell'auto-dichiarazione relativa al 2015.  Per quell’anno, l’Ugl dichiarava un milione 953mila e 186 iscritti, di cui quasi 512mila pensionati e circa 49mila nel pubblico impiego. Possibile, che in tre anni, la cifra sia precipitata a soli 65 o 70mila? Non è così, a sentire le dichiarazioni pubbliche del segretario generale ugiellino Paolo Capone. In un’intervista televisiva del settembre 2019, Capone affermava ancora che “l’Ugl pesa un milione e 800mila lavoratori”

Le auto-dichiarazioni inviate al ministero sono importanti, perché servono a stabilire la rappresentatività delle varie sigle. Da ciò deriva la possibilità per un sindacato di sedersi ai tavoli di contrattazione nei diversi settori. E su questa base la presidenza del Consiglio assegna anche i posti in circa ottocento organismi a partecipazione sindacale della pubblica amministrazione, a partire dal Cnel. Secondo l'esposto, dunque, l'Ugl siede illegittimamente all'interno di questi organismi, perché avrebbe ottenuto le nomine presentando dei numeri di iscritti falsi e gonfiati rispetto alla realtà. Per questo motivo, si può immaginare che l'indagine si concentri sull'accertamento di possibili danni erariali o truffe nei confronti delle casse pubbliche, anche se per ora non ci sono conferme circa le eventuali ipotesi di reato. Tra le altre nomine ottenute dall'Ugl sulla base dei numeri auto-dichiarati degli iscritti, c'è quella nel Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell'Inps, un ruolo ricoperto tra il 2016 e il 2018 dall'attuale deputato leghista Claudio Durigon, all'epoca vicesegretario della confederazione. Per quell'incarico, Durigon ha incassato indennità pari a quasi 21mila euro.

Nelle scorse settimane, la questione della reale rappresentatività dell'Ugl è stata al centro delle polemiche anche in relazione alla vicenda dei rider. Il sindacato, infatti, ha firmato un contratto per i fattorini con le piattaforme di delivery, in contrasto con le altre sigle della categoria che stavano portando avanti le trattative. Gli altri sindacati contestano non solo il merito dell'accordo, ma anche la legittimità dell'Ugl a firmare l'intesa, perché la confederazione non sarebbe  sufficientemente rappresentativo all'interno del mondo dei rider,

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