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Gli attivisti a Roccella: “Nessuna violenza al Salone”, ministra: “Mi hanno tolto libertà di parola”

Le polemiche per gli attacchi alla ministra Roccella al Salone del Libro di Torino proseguono. La ministra ha risposto a un nuovo comunicato degli attivisti: “Non è possibile reclamare il diritto di parola sequestrando la libertà di parola degli altri. E invece è esattamente quello che è accaduto”.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'eco delle polemiche per le proteste subite dalla ministra della Famiglia, della Natalità e delle Pari Opportunità Eugenia Roccella al Salone Internazionale del Libro continua a far sentire, a quasi una settimana di distanza dall'evento. La ministra accusa le attiviste e gli attivisti che l'hanno contestata, per le sue posizioni contro l'aborto, e che le avrebbero impedito di parlare e presentare il suo libro ‘Una famiglia radicale' dallo stand della Regione Piemonte. Dopo le manifestazioni di dissenso infatti l'evento è stato interrotto e non è più ricominciato. Dopo l'episodio del Salone 29 giovani sono stati denunciati per violenza privata.

Oggi dopo oltre cinque giorni, e dopo un comunicato di Non una di meno, gli attivisti tornano a farsi sentire, sostenendo che, al contrario di quanto affermato dalla destra, quella del Salone sarebbe stata affatto una protesta violenta e aggressiva. In una nota firmata da Extinction Rebellion, Fridays for future e Non una di meno, viene raccontato un punto di vista diverso sulla vicenda, e i ragazzi presenti all'evento di Torino denunciano perquisizioni subite, sequestro di telefoni e strattonamenti da parte delle forze dell'ordine. "Se la nostra è stata violenza privata, le loro politiche sono violenza pubblica", insistono.

"Nei giorni successivi alla contestazione al Salone del libro – spiegano – si sono susseguite tantissime dichiarazioni ai limiti della diffamazione nei confronti di Non Una di Meno, Extinction Rebellion e Fridays for Future. A rincarare la dose, le dichiarazioni della stessa ministra Roccella, che ha affermato: ‘Se non ci sono state aggressioni è anche perché c'era la polizia' e ancora ‘Ci sono stati dei tafferugli'. Frasi puntualmente smentite dai numerosi video presenti sul web e dagli stessi principi che definiscono i movimenti coinvolti".

Secondo gli attivisti nei giorni successivi, politici nazionali hanno parlato di ‘fascismo degli antifascisti' e ‘negazione del diritto di parola': "Non esiste un solo video in cui appaiono forme di violenza da parte di chi stava contestando – scrivono – Ci hanno accusati di non essere disposti al dialogo e di avere impedito alla ministra di parlare. L'enorme spazio mediatico riservato agli esponenti del Governo su questa vicenda dovrebbe rendere chiaro a tutti l'asimmetria nell'accesso ai media di una ministra e di semplici cittadini. Dovrebbe renderci chiaro quanto parlare di fascismo e squadrismo sia grottesco", concludono gli attivisti.

La replica della ministra Roccella

"Capisco chi cerca visibilità per le proprie battaglie, e chiede diritto di parola per sé. Proprio per questo, al Salone del libro ho offerto ai contestatori di condividere il mio spazio, esponendo le loro opinioni e confrontandole con quelle altrui. Li ho invitati più volte a salire sul palco per dialogare. L'offerta è stata rifiutata, a parte la lettura di un comunicato, e anche questo è legittimo perché ciascuno può decidere di parlare con chi vuole, quando e dove vuole. Quello che non è possibile è reclamare il diritto di parola sequestrando la libertà di parola degli altri. E invece è esattamente quello che è accaduto", ha detto la ministra Eugenia Roccella, interpellata dall'Ansa sul comunicato diffuso oggi e firmato da Extinction Rebellion, Fridays for future e Non una di meno.

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