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Gimbe: “Serve cambio di passo per contenere quarta ondata, entro l’anno 11 milioni di dosi booster”

Con i nuovi casi di coronavirus in aumento (gli attualmente positivi sono di nuovo oltre 100 mila), le somministrazioni giornaliere di vaccini in calo e il piano per le terze dosi che varia molto da Regione a Regione, serve un cambio di marcia per contenere la quarta ondata che sta attraversando tutta Europa. È l’allarme lanciato dalla fondazione Gimbe nel suo monitoraggio settimanale sull’andamento dell’epidemia.
A cura di Annalisa Girardi
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Continua a salire la curva dei contagi e in Italia è stata nuovamente raggiunta quota 100 mila attualmente positivi. Peggiora anche la situazione negli ospedali, ma per ora nessuna Regione sarebbe a rischio zona gialla. Tuttavia, con le somministrazioni giornaliere di vaccini in calo e il piano per le terze dosi che varia molto da Regione a Regione, serve un cambio di marcia per contenere la quarta ondata che sta attraversando tutta Europa. È l'allarme lanciato dalla fondazione Gimbe nel suo consueto monitoraggio settimanale sull'andamento dell'epidemia di coronavirus nel nostro Paese.

I numeri del contagio

Vediamo un po' di numeri. Nella settimana tra i 3 e il 9 novembre, rispetto al precedente periodo preso in esame aumentano i nuovi casi, i decessi e i ricoveri. Ecco la situazione nel dettaglio:

  • Decessi: 330 (+28,4%), di cui 40 riferiti a periodi precedenti
  • Terapia intensiva: +36 (+9,4%)
  • Ricoverati con sintomi: +444 (+14,8%)
  • Isolamento domiciliare: +15.278 (+18,8%)
  • Nuovi casi: 41.091 (+37,7%)
  • Casi attualmente positivi: +15.758 (+18,7%)
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Il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta, sottolinea come "per la terza settimana consecutiva si conferma a livello nazionale un incremento dei nuovi casi settimanali (+37,7%) come documenta anche la media mobile a 7 giorni, più che raddoppiata in meno di un mese passando da 2.456 il 15 ottobre a 5.870 il 9 novembre".

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In tutte le Regioni si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi, anche se con diverse differenze a seconda del territorio: ad esempio, si va da un aumento del 12,7% in Toscana a un del 75,3% nella Provincia Autonoma di Bolzano. La situazione appare particolarmente critica nel Nord Est: in Friuli Venezia Giulia e in Veneto tutte le province registrano un'incidenza pari o superiore a 50 casi ogni 100 mila abitanti.

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Questi numeri, secondo Cartabellotta, dovrebbero "indurre gli amministratori locali a considerare restrizioni su base comunale o provinciale, per evitare che la diffusione del contagio trascini l'intera Regione in zona gialla".

La pressione del Covid sugli ospedali

La responsabile di ricerca sui servizi sanitari alla fondazione, Renata Gili, sottolinea come sul fronte ospedaliero l'aumento dei nuovi casi faccia registrare anche un incremento dei posti letto occupati da pazienti Covid. Anche se a livello nazionale il tasso di occupazione sia in area medica che in terapia intensiva rimane sotto controllo, rispettivamente al 6% e al 5%, ci sono comunque notevoli differenze sul territorio. Con due Regioni, il Friuli Venezia Giulia e le Marche che superano la soglia critica nelle terapie intensive. Nell'immediato non si registra alcun rischio nei confronti di un passaggio in zona gialla, ma ovviamente per evitare un cambio di colore sarà necessario invertire la tendenza. Marco Mosti, direttore operativo a Gimbe, precisa anche come la media mobile a sette giorni di ingressi quotidiani in terapia intensiva sia passata da 26 a 34 in una settimana.

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Come sta andando la campagna vaccinale italiana

La campagna di immunizzazione contro il coronavirus procede, anche se le nuove consegne da parte delle case farmaceutiche sono ferme e si stanno riducendo le scorte di vaccini a mRna. Al 10 novembre il 79% della popolazione ha ricevuto almeno una dose, mentre il 76,4% ha completato il ciclo vaccinale. Cala il numero totale di somministrazioni al giorno.

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E continua a crollare il numero delle nuove somministrazioni. Preoccupano i 2,7 milioni di over 50 non ancora vaccinati, una categoria ad elevato rischio di malattia grave di malattia grave e ospedalizzazione. Non solo: ci sono anche 1,2 milioni di ragazzi e ragazze nella fascia tra i 12 e i 19 anni che non sono ancora vaccinati e che mettono a rischio la sicurezza negli ambienti scolastici. In questa fascia di età, inoltre, gli incrementi si fanno sempre più contenuti.

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Per quanto riguarda l'efficacia del vaccino si conferma molto elevata. I ricercatori di Gimbe sottolineano:

L’incidenza di diagnosi, ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi è nettamente inferiore nelle persone vaccinate con ciclo completo, in tutte le fasce di età, rispetto ai non vaccinati.

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In particolare negli over 60 l'efficacia del vaccino risulta però in lieve ma progressiva diminuzione, soprattutto nel momento in cui la variante diventa prevalente. Dato che sottolinea ancora di più la necessità della terza dose per questa categoria. "Nel ribadire l’inutilità di dosare gli anticorpi circolanti per il processo decisionale vaccinale questi dati confermano le indicazioni alla dose booster per le categorie a rischio identificate dal Ministero della Salute e la necessità di accelerarne la somministrazione", spiega Cartabellotta.

L'importanza della terza dose

Proprio sulla terza dose, che dal 1° dicembre sarà disponibile anche nella fascia tra i 40 e i 6o anni come annunciato ieri dal ministro Roberto Speranza, allo scorso 3 novembre risultavano somministrate 2.409.596 terze dosi (383.769 dosi aggiuntive e 2.025.827 di dosi booster).

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Ci sono comunque importanti differenze regionali: per le dosi aggiuntive si va dal 2,3% della Valle D’Aosta al 100% di Umbria e Piemonte, mentre per le dosi booster dal 18,3% della Calabria al 81,2% del Molise.

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Analizzando la platea relativa alle dosi booster, sempre secondo l'aggiornamento dello scorso 2 novembre, rimangono scoperte ancora 3,1 milioni di persone. A queste sono da aggiungere, in aumento ogni settimana, gli over 60 che hanno completato il ciclo vaccinale nel mesi di maggio e giugno. Facendo una stima di quelle che si aggiungeranno da qui alla fine dell'anno, la fondazione Gimbe calcola circa 11 milioni di dosi booster: un numero che impone alle Regioni un deciso cambio di passo sia in termini della campagna di comunicazione e persuasione, sia di organizzazione, visti gli ingenti numeri.

Carabellotta conclude:

Con l’aumento della circolazione virale che si riflette sulle ospedalizzazioni, il progressivo calo dell’efficacia vaccinale e l’esiguo aumento dei nuovi vaccinati l’accelerazione sul fronte delle terze dosi è una strategia fondamentale per contenere la quarta ondata. Da questo punto di vista iniziano a preoccupare sia le mancate consegne di vaccini da 4 settimane senza informazioni ufficiali sul piano delle forniture, sia alcune criticità che ostacolano il monitoraggio delle performance delle Regioni, che di fatto vanno in ordine sparso. Innanzitutto, la platea vaccinabile con la terza dose non è stata ancora ufficialmente estesa agli under 60 che hanno ricevuto il vaccino Johnson&Johnson. In secondo luogo la platea per la dose booster non viene costantemente aggiornata con il numero di persone che
progressivamente raggiungono i 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale, con conseguente sovrastima delle performance regionali. Infine, non è disponibile alcun dettaglio delle categorie dei vaccinati con dose booster (operatori sanitari, ospiti RSA, over 60 e persone fragili), rendendo di fatto impossibile identificare eventuali criticità regionali.

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