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Genova, dossier contro Silvia Salis: ex assessore Gambino si autosospende ma resta in aula

Sergio Gambino, ex assessore meloniano e oggi consigliere comunale, si è autosospeso da Fratelli d’Italia dopo essere finito al centro dell’inchiesta genovese su presunti dossieraggi contro la neosindaca Silvia Salis. La scelta non basta a spegnere le polemiche: cresce l’imbarazzo nel partito, che teme ora un’estensione dell’indagine.
A cura di Francesca Moriero
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È bastato un giorno di silenzio dopo le perquisizioni della procura per provocare un primo scossone politico nel partito di Giorgia Meloni. A Genova, Sergio Gambino, ex assessore comunale ed esponente di punta di Fratelli d'Italia, ha infatti annunciato la sua autosospensione dal partito. Lo ha fatto con un comunicato asciutto, mentre già sedeva tra i banchi del Consiglio comunale nella prima seduta dell'era Salis, la nuova sindaca espressione dell'area progressista. La sua presenza ha fatto rumore, perché Gambino non è un consigliere qualsiasi: su di lui pende infatti un'indagine della magistratura genovese per corruzione e rivelazione di segreto d'ufficio. In particolare, viene accusato (tra le varie cose) di aver passato al quotidiano La Verità documenti interni della polizia municipale riguardanti un incidente stradale in cui era rimasta coinvolta proprio Silvia Salis, quando ancora era solo candidata. Quei verbali furono pubblicati in piena campagna elettorale, a due giorni dal voto.

Le parole di Salis e le reazioni politiche

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È stata la stessa sindaca, intervenendo pubblicamente a definire il quadro "grave, se confermato". Salis ha poi aggiunto che il filone d'indagine che la riguarda non è "il più importante" tra quelli aperti, ma che comunque "colpisce l’etica istituzionale e la trasparenza". Un messaggio diretto non solo alla cittadinanza, ma anche allo stesso Gambino: "Al suo posto avrei riflettuto sull'opportunità di sospendermi anche dal Consiglio. La città merita integrità". Il commento ha avuto l'effetto di rilanciare la polemica anche sui social, dove il deputato Nicola Fratoianni (Avs) ha criticato la scelta di Gambino di limitarsi alla sospensione dal partito: "Pensano di cavarsela così, che meschinità".

Fratelli d'Italia prende le distanze: "Situazione inconciliabile"

Nel frattempo, la linea difensiva di Fratelli d'Italia oscilla tra la prudenza istituzionale e la necessità politica di proteggere il partito da nuovi scossoni: Matteo Rosso, coordinatore ligure di FdI, ha parlato di "fulmine a ciel sereno", aggiungendo di confidare "nella giustizia" e nell'innocenza dell'esponente sotto indagine. Ma da Roma, nella sede nazionale di via della Scrofa, i toni sono più preoccupati. Secondo fonti interne, la sospensione sarebbe stata sollecitata dallo stesso partito, non solo come atto di responsabilità personale, ma per "sterilizzare" quanto prima una vicenda che rischia di allargarsi e travolgere altre figure. Nei corridoi meloniani, si parla di una "situazione inconciliabile con i valori del partito". Un linguaggio formale che cela una preoccupazione politica molto concreta: arginare le ricadute nazionali di un'inchiesta locale che rischia di non restare tale a lungo.

Un'indagine in espansione

L'inchiesta, coordinata dalla Procura di Genova, non si ferma al solo episodio del dossieraggio: gli inquirenti stanno infatti passando al vaglio una rete di rapporti interni all'amministrazione cittadina precedente. Secondo indiscrezioni, il fascicolo potrebbe toccare altri assessorati, tra cui quello alle Politiche sociali, guidato fino a pochi mesi fa da Lorenza Rosso. Al momento l'ex assessora, molto vicina al governatore Marco Bucci, non risulta indagata, ma il suo nome compare tra quelli su cui si stanno concentrando le verifiche. Rosso, candidata alle ultime elezioni europee nella lista civica sostenuta dalla Lega, rappresenta un ponte tra il centrodestra genovese e i vertici regionali. Ed è anche per questo che il partito teme che il caso possa allargarsi a livello interregionale, assumendo proporzioni più ampie.

I malumori interni e i precedenti recenti

Il clima a Genova non è, insomma, dei più sereni per Fratelli d'Italia: già durante la campagna elettorale, la coalizione di centrodestra aveva affrontato momenti turbolenti, tra malcontenti interni e episodi contestati sul piano istituzionale. Un caso su tutti: il tentativo, stoppato in extremis, di nominare nel comitato portuale il fratello di Francesco Maresca, altro ex assessore meloniano, appena due giorni prima del voto. Quel blitz, sfumato tra le polemiche, aveva già posto l'attenzione sulla gestione del potere nel centrodestra locale. Ora, con le inchieste in corso e le accuse gravi che toccano un consigliere in carica, i vertici del partito sembrano determinati a evitare nuovi scivoloni. Ma il danno politico, almeno per il momento, appare già fatto. E pare non basterà una sospensione per ricucirlo.

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