517 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Furbetti del cartellino, addio a rilevazione impronte digitali per i dipendenti della Pa

Il Garante per la Privacy ha bocciato l’applicazione della rilevazione delle impronte digitali per tutti i dipendenti pubblici. Il sistema, introdotto dal precedente governo, viene giudicato dal Garante sproporzionato se impiegato per tutti i lavoratori della Pa. Il ministro Fabiana Dadone sembra aver quindi deciso di abolire i controlli con le impronte digitali.
A cura di Stefano Rizzuti
517 CONDIVISIONI
Immagine

Dopo il parere negativo del Garante della privacy sull’utilizzo delle impronte digitali per i dipendenti della pubblica amministrazione, il ministero per la Pa sta lavorando a una revisione delle norme introdotte dallo scorso governo con la legge Concretezza. La prima revisione sarà proprio quella riguardante le impronte digitali introdotte per contrastare i cosiddetti furbetti del cartellino. Su questo provvedimento è arrivato lo stop del Garante, che era chiamato a esprimere un parere. I controlli biometrici, quindi, saranno cancellati. Al contrario si sta studiando, al ministero ora guidato da Fabiana Dadone, sul modo migliore per utilizzare i sistemi di videosorveglianza per contrastare gli abusi.

Il parere del Garante della Privacy riguarda il regolamento attuativo firmato dall’ex ministro Giulia Bongiorno e contiene le osservazioni con cui si suggerisce alle amministrazioni di effettuare una “valutazione di impatto” prima di installare sistemi di verifica con le impronte digitali. Il suggerimento, poi, è di individuare “le categorie di interessati, in ragione delle mansioni svolte, circoscrivendo il numero di soggetti da sottoporre ai controlli”. Ancora, sarebbe necessario rilevare “ulteriori presupposti” che derivino da “condizioni più specifiche, anche ambientali”.

In pratica il Garante ritiene impossibile applicare i controlli biometrici a tutti i dipendenti, senza condizioni specifiche che portino a una decisione del genere. Inoltre, c’è una questione che riguarda la conservazione dei dati, per cui non basterebbe la trasformazione in codice alfanumerico. Secondo il Garante “i dati biometrici forniti dagli interessati al momento del passaggio verso i varchi di accesso non possono essere memorizzati, se non per il tempo strettamente necessario alla verifica, avvenuta la quale devono essere immediatamente cancellati”. Quindi l’accesso a questi dati dovrebbe essere selettivo e dovrebbero essere garantiti elevati livelli di sicurezza.

La neo-ministra Dadone sembra non voler rimodulare e ammorbidire le norme sulle impronte, ma pare che preferisca procedere con una completa cancellazione di quella misura. Mentre starebbe ragionando sulla possibilità di utilizzare i sistemi di videosorveglianza. Sugli ultimi sviluppi arriva anche il commento dell’ex ministro Giulia Bongiorno: “Al prossimo scandalo dei furbetti del cartellino il nuovo ministro ci spiegherà come giustifica la grave marcia indietro sui controlli con impronte digitali. Non si usi la privacy come alibi: esistono numerosi sistemi per tutelare la riservatezza”.

517 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views