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Fratelli d’Italia propone di aumentare le spese militari con i soldi del reddito di cittadinanza

L’ex ministro della Difesa e senatore di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa, ha proposto di aumentare le spese militari – con obiettivo 2% del Pil – utilizzando parte dei fondi destinati al reddito di cittadinanza.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Arrivare a impiegare il 2% del Pil in spese militari, questo è l'obiettivo che la Nato chiede all'Italia e che Draghi ha accettato di portare a termine. Da giorni, però, infuria la polemica politica. Tutto nasce dall'approvazione di un'ordine del giorno – poco più di una settimana fa – che impegna il governo a rispettare l'obiettivo del 2%. Il testo è stato sottoscritto praticamente da tutti i maggiori partiti, compresa l'opposizione di Fratelli d'Italia. Poi è scoppiato il caos nel Movimento 5 Stelle, con tanto di dichiarazioni chiarissime da parte del leader – che tra qualche ora, probabilmente, sarà di nuovo ufficialmente presidente del partito – Giuseppe Conte: "Diremo no".

Al Senato quello stesso ordine del giorno non è stato ripresentato, per evitare una spaccatura nella maggioranza, ma ci ha pensato Fratelli d'Italia – con l'obiettivo non dichiarato di mettere in difficoltà il governo – a presentarne un altro. Oggi Ignazio La Russa, ex ministro e senatore del partito di cui è tra i fondatori ha lanciato una proposta – intervistato dal Corriere della Sera – che sa un po' di provocazione, soprattutto nei confronti del Movimento 5 Stelle: "È vero che c'è la crisi, ma nessuno chiede di arrivare subito al 2% – ha spiegato – E comunque si potrebbe usare una quota del reddito di cittadinanza". E ha contrattaccato subito le eventuali critiche a questa proposta: "Chiediamo una norma che aiuti davvero chi ha bisogno, questa ha sostenuto anche delinquenti e mafiosi – ha continuato – E le spese in Difesa non sono inutili, ma una necessità".

Lo stesso La Russa ha negato, nella stessa intervista, che l'ordine del giorno di Fratelli d'Italia serva a "far emergere le loro divisioni, che pure ci sono", ma perché "rispondere a impegni presi molto tempo fa con la Nato significa avere voce nel capitolo delle decisioni". Poi il senatore ha criticato "i toni di Biden e Draghi" contro Putin, eccessivi nonostante sia "lui l'aggressore".

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