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Franceschini: “Regolare lo sciopero nei musei come nel trasporto pubblico”

Il Ministro della cultura propone di equiparare i musei al servizio pubblico disciplinando le astensioni dal lavoro ed evitando scioperi selvaggi.
A cura di Antonio Palma
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Considerare i lavoratori dei musei come persone che svolgono un servizio pubblico come ad esempio i macchinisti di treni e gli autisti di autobus e di conseguenza disciplinare i loro scioperi come quelli del servizio pubblico. È la proposta lanciata dal Ministro della Cultura Dario Franceschini e destinata a far discutere. Secondo il Ministro, infatti, i guardiani e le guide dei musei o dei siti archeologici italiani dovrebbero essere equiparati ai controllori di volo o ai conducenti di mezzi di trasporto pubblico con una disciplina ben definita sulle modalità e i tempi degli scioperi. La proposta di Franceschini in effetti mira proprio ad evitare i casi di sciopero selvaggio nei musei e arrivata dopo l'ennesimo caso di sciopero avvenuto negli Scavi Archeologici di Pompei.

Il caso di Pompei

"Quando tieni mille o duemila turisti in fila, dopo che hanno prenotato il biglietto mesi prima, con tutti i riflettori del mondo puntati, per fare un'assemblea sindacale tre giorni di seguito, dalle 8,30 alle 11,30, è chiaro che non stai esercitando un diritto ma cerchi di creare problema, e stai anche danneggiando il Paese" ha sottolineato il Ministro riferendosi proprio al caso di Pompei, e spiegando però che "non è un problema generale di azione sindacale ma di alcune frange che creano un problema e fanno del male anche ai sindacati". Quindi, secondo il ministro, "Come ci sono regole particolari sui servizi pubblici, così devono esserci per i musei e per i luoghi della cultura".

La replica dei sindacati

"La legge di regolamentazione degli scioperi già prevede la tutela del patrimonio culturale tra i servizi essenziali imponendo servizi minimi per assicurare la tutela del sito" spiegano però dalla Cgil, aggiungendo: "Se si ampliasse alla possibilità di garantire l'apertura ai visitatori, questi lavoratori non avrebbero il diritto di sciopero, cosa del tutto improponibile dal punto di vista costituzionale". "A Pompei si fa un uso improprio di agitazione da parte di alcune sigle sindacali autonome" ammettono dalla Cgil, ricordando però che "l'amministrazione avrebbe potuto concordare una diluizione delle assemblee". "Bastano e avanzano le regole che ci sono, basta saperle usare" concludono dal sindacato.

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