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Fine vita, il disegno di legge in Aula alla Camera tra centinaia di emendamenti e il nodo Referendum

È iniziata la discussione alla Camera sul disegno di legge per il fine vita. Ma di votare non se ne parlerà che tra un mese circa. Intanto si avvicina la data in cui la Corte costituzionale si pronuncerà sul referendum per l’eutanasia legale. E la politica resta divisa.
A cura di Annalisa Girardi
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Il disegno di legge sul fine vita è arrivato nell'Aula della Camera, seguito da una valanga di emendamenti. La maggior parte delle richieste di modifica viene dal centrodestra: si spinge per una revisione in senso restrittivo della norma, ma ce ne sono anche nella direzione opposta, verso ciò che richiede anche il referendum su cui si pronuncerà a breve la Corte costituzionale. I tempi, però, sono destinati ad essere ancora lunghi: "Neanche questa settimana si comincerà a votare sul fine vita. Non iniziare a votare questa settimana significa che se ne riparlerà a marzo, per un testo di legge di cui su parla da 40 anni", ha comunicato il deputato di +Europa, Riccardo Magi in una conferenza a Montecitorio. Ancora una volta c'è il rischio che l'iniziativa del Parlamento arrivi in ritardo, mentre quella lanciata dai cittadini sottolinea tutta l'urgenza di affrontare la questione. Il tema, comunque, rimane divisivo. Anche all'interno della maggioranza di governo, per non parlare dell'opinione pubblica.

La posizione del Vaticano

Nel giorno in cui la proposta di legge viene inizia ad essere discussa in Aula, il Papa si è così espresso sul fine vita davanti all'Udienza generale: "Non bisogna accelerare la morte, è disumano. Dobbiamo accompagnare alla morte, non provocarla o aiutare qualsiasi forma di suicidio". Continuando a parlare del fine vita, il Pontefice ha aggiunto: "Ricordo che va sempre privilegiato il diritto alla cura e alla cura per tutti, affinché i più deboli, in particolare gli anziani e i malati, non siano mai scartati. Infatti, la vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata".

Parole, quelle arrivate dal Vaticano, che secondo i Radicali Italiani non sarebbero altro che "l'ennesima e tempestiva ingerenza della Chiesa". In una nota il partito hanno proseguito: "Alle affermazioni del Santo Padre contro il suicidio assistito lasciamo rispondere le centinaia di migliaia di cittadini che hanno firmato per il referendum comprendendo quanto la materia non riguardi ‘vite da scartare' ma il pieno diritto, laico e civile, all'autodeterminazione e al poter scegliere per se stessi una fine dignitosa".

Verso il referendum

Infatti, come abbiamo detto, si avvicina il pronunciamento della Corte Costituzionale sul referendum per l'eutanasia legale promosso dall'associazione Luca Coscioni. Che ha pubblicato un elenco di oltre 100 nomi di personalità pronte a votare sì, nel caso di ammissione da parte della Consulta: ricercatori, medici, magistrati, accademici, ma anche tante persone comuni, familiari e caregiver che convivono giorno dopo giorno con la sofferenza che porta con sé in vulnus normativo sul fine vita.

Tra i sostenitori del referendum ci sono il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi e la scrittrice Dacia Maraini. Ma anche Carmen Carollo e Valeria Imbrogno, mamma e compagna di Fabiano Antoniani, Mina Welby, moglie di Piergiorgio, Beppino Englaro, papà di Eluana. "Siamo grati al primo gruppo di persone che si uniscono ai promotori nell'impegnarsi per il "si'" al referendum eutanasia legale", hanno commentato la segretaria nazionale e il tesoriere dell'associazione, Filomena Gallo e Marco Cappato. Per poi concludere: "Nella distrazione assoluta delle forze politiche, e' fondamentale che la spinta per il referendum sia arrivata proprio da parte di chi vive in prima persona la realtà della malattia e della disabilità, insieme a grandi personalità del mondo della scienza e della cultura".

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