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Ddl Zan, ultime notizie sul disegno di legge

Fedez contro Renzi su ddl Zan: “Non ha senso mettere in discussione legge che lui stesso ha votato”

Il rapper Fedez attacca Matteo Renzi, che vuole trovare una mediazione con la Lega sul ddl Zan: “Perché voler mettere in discussione una legge che lui stesso ha votato? A Renzi, o all’ego di Renzi dico: visto che si vuole fregiare di essere un paladino dei diritti, facendo votare ai suoi senatori il ddl Zan potrebbe riscattarsi dopo aver fatto questo elogio dell’Arabia Saudita, che non è proprio un esempio sui diritti”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il dibattito sulla legge Zan approda in una diretta su Instagram di Fedez, insieme al deputato dem Alessandro Zan, primo firmatario della legge, Marco Cappato e Pippo Civati. Il rapper lancia un messaggio a Matteo Renzi: "Questa cosa non ha alcun senso, perché voler mettere in discussione una legge che lui stesso ha votato? A Renzi, o all'ego di Renzi dico: visto che si vuole fregiare di essere un paladino dei diritti, facendo votare ai suoi senatori il ddl Zan potrebbe riscattarsi dopo aver fatto questo elogio dell'Arabia Saudita, che non è proprio un esempio sui diritti". 

"Del ddl Zan sto parlando già da qualche mese, ma non sono un politico, sto cercando di dare il mio contributo da cittadino. C'è chi pensa che con queste iniziative, come la diretta, sto ‘burattinando', ma ognuno può pensare quello che vuole. Io ho una coscienza civica perché sono un cittadino", è la premessa.

Lo scontro Renzi-Ferragnez sul ddl Zan

Il leader di Italia viva ieri aveva invitato la moglie del cantante, Chiara Ferragni, a un confronto pubblico, replicando a un post in cui l'influencer aveva scritto "Che schifo che fate politici", riferendosi appunto alle polemiche sul ddl Zan, il cui voto in Aula è previsto il prossimo 13 luglio, e alla proposta di mediazione avanzata da Renzi e rivolta alla Lega.

Fedez aveva già risposto questa mattina al senatore di Rignano, sempre su Instagram: "La cosa che mi stupisce, ogni volta che io e mia moglie ci permettiamo di esprimere il nostro pensiero, è vedere giornalisti, intellettuali e politici che per darci degli stupidi mettono sullo stesso piano il pensiero di Chiara Ferragni e quello della politica italiana. Non colgono la differenza: Matteo Renzi è un politico pagato dagli italiani per rappresentarli, Chiara Ferragni non grava sulle tasche degli italiani. È un’imprenditrice che esprime il suo pensiero e può permettersi di esprimere anche un pensiero banale. La cosa che fa capire il livello basso della politica italiana è un politico come Matteo Renzi che chiede un dibattito pubblico a Chiara Ferragni, questa è la cosa triste". 

In sostanza la tesi di Renzi è che con lo scrutinio segreto al Senato la legge rischia, per cui sarebbe necessario trovare un accordo sulla legge contro l'omotransfobia con Matteo Salvini, un punto di caduta: "Il Pd deve decidere se andare alla conta rischiando di affossarla o tentare un accordo", è il ragionamento dell'ex premier.

"La legge alla Camera ha subito un iter durato un anno, e allora Italia viva diede un importante contributo per raggiungere una sintesi che raccogliesse diverse proposte di legge, per esempio con l'introduzione dell'abilismo, oppure con l'utilizzo dei termini ‘orientamento sessuale' e ‘identità di genere'", ricorda durante la diretta il deputato Zan, padre della legge.

"Secondo Renzi la legge così come è non passa al Senato, per cui è necessario costruire una mediazione con la Lega. Ma prima di dire che la legge non passa bisognerebbe difendere il testo approvato alla Camera – dice ancora il parlamentare dem – Non sarà una passeggiata al Senato, ma se intanto si dicesse che vogliamo portare a casa questo testo perché ci crediamo, sarebbe un atteggiamento positivo. Renzi vuole portare alla mediazione la Lega che è forza di governo, ma questa legge non c'entra nulla con il governo perché è un'iniziativa parlamentare", aggiunge Zan.

E ancora: "Tutti i noi abbiamo l'identità di genere, che è la percezione profonda e strutturata del proprio genere, ma ci sono dei bambini che percepiscono un genere diverso dal proprio sesso di nascita. La Lega vuole discriminare un intero gruppo sociale, le persone trangender, 400mila individui. Ogni parola che togli e che aggiungi al testo ha una ricaduta pesantissima sulla vita delle persone A Renzi va dato il merito di aver portato a casa le unioni civili, ma allora era presidente del Consiglio, ora le cose sono cambiate. Ostellari, il presidente della Commissione Giustizia, ha tenuto in un cassetto la legge per molto tempo".

"Come si può mediare sui diritti con un partito come la Lega che ha sottoscritto una carta dei valori contro i gay Orban, dentro cui si trovano personaggi come Pillon, che dice che le ‘donne sono più propense all'accudimento', e persone che dicono ‘se mio figlio fosse gay lo brucerei nel forno?", si chiede Fedez.

"Perché bisogna mediare su un testo che è già frutto di una mediazione alla Camera?", si domanda ancora. "Qui siamo davanti a un protagonismo da parte di Renzi, ho un po' il timore che sia andato tutto gambe all'aria", dice il rapper. "Nel caso in cui il ddl Zan non venisse approvato non vorrei passasse però il messaggio di Renzi, che potrebbe poi dire ‘io ci ho provato'", attacca ancora.

"Se c'è una legge come la legge Mancino che sanziona le discriminazioni per razza e religione non si capisce perché non dovrebbe valere anche per le persone omosessuali", dice Marco Cappato partecipando alla diretta. "La questione dell'identità di genere è irrinunciabile: come mi sento io lo decido io. Non serve necessariamente fare un'operazione per percepire una diversa identità. Io farei anche un accordo con la Lega, ma se il compromesso butta via la parte della prevenzione, dell'educazione, che guarda caso ha fatto intervenire il Vaticano per il Concordato, allora è sbagliato. È il cuore positivo della legge, che non è un tentativo di indottrinamento. Il punto non è alzare le pene, ma serve la testa, la prevenzione, a partire dalla scuola, per educare alla libertà e alla tolleranza".

"Qui c'è il problema del voto segreto, per questioni di coscienza. È importante che i parlamentari discutano liberamente, ma poi devono rendere conto agli elettori", sottolinea Cappato. "Se fosse una mediazione che porta a casa un buon risultato allora non sarebbe una cattiva idea quella di Renzi, anche se si tratta di scendere a patti con la Lega, perché ci possono essere i ‘franchi tiratori'. Ma se si tratta di toccare il cuore della legge allora non ha senso. Il governo Draghi è nato con uno scopo, combattere la pandemia, ed è normale che alcuni temi, come l'eutanasia o la legge Zan, siano appannaggio del Parlamento".

Ma secondo Zan se si sommassero i voti dei partiti che hanno votato per la calendarizzazione del ddl in Aula allora i voti ci sarebbero anche per farlo approvare definitivamente. "Il tentativo di mediazione della Lega è una trappola. L'ho detto agli amici di Italia viva, vogliono usare Iv come ‘Cavallo di Troia' per affossare la legge, perché se ci fosse stata la loro buonafede l'avremmo vista. Togliere le persone trans significa togliere pezzi di umanità, non è accettabile", ribadisce. "Se Italia viva vota per il ddl Zan la legge passa, anche se hanno 18 voti in Senato. Le preoccupazioni di Renzi sulle fibrillazioni del governo non le capisco, Draghi ha ribadito che il Parlamento è sovrano. Il voto segreto anche al Senato potrebbe portare anche i voti di senatori di centrodestra che la legge vorrebbero votarla".

Fedez contesta il voto segreto sei senatori

Fedez sottolinea che il voto segreto in questo caso non ha senso, perché "vorrei sapere il mio senatore di riferimento come vota".

"In Italia si fa fatica a parlare di ‘trans', ha ragione Cappato, è una questione prima di tutto culturale – dice Civati, partecipando alla discussione – La posizione di Scalfarotto e di Italia viva pochi mesi fa era uguale alla nostra, credo ci sia un atteggiamento strumentale. Lo sguardo di Renzi è rivolto verso altre battaglie politiche, al suo posizionamento, al Quirinale". 

"Ha influito molto secondo me l'intervento del Vaticano – continua Civati – sono un po' preoccupato, perché è stata l'esca perfetta per riaprire un dibattito che si stava chiudendo. Se una legge simile è già in vigore in altri Paesi europei vuol dire che possiamo averla anche noi. Io credo che le nuove generazioni trovino lunare questo dibattito, perché ci sono persone che vogliono tenere il nostro Paese impacchettato, ma nel frattempo il Paese va avanti".

Secondo Zan però "L'intervento del Vaticano è stato anche un segno di debolezza, perché arrivare a intervenire con una nota verbale tramite il nostro Ambasciatore. È stata una mossa boomerang, perché ha costretto poi il Vaticano a fare poi un passo indietro".

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