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Ddl Zan, ultime notizie sul disegno di legge

Nessun accordo sul ddl Zan, si va in Aula il 13 luglio. Renzi: “Così la legge rischia di non passare”

Il tavolo di maggioranza riunitosi oggi in in Senato per trovare un’intesa sul ddl Zan si è concluso in un nulla di fatto: la legge contro l’omotransfobia andrà in Aula il 13 luglio. Matteo Renzi commenta: “La legge Zan, così come è, rischia di non passare perché c’è lo scrutinio segreto e molti potrebbero non votarla”.
A cura di Annalisa Girardi
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Aggiornamento: L'Aula ha confermato la calendarizzazione della legge sull'omofobia il 13 luglio alle 16,30, respingendo i calendari alternativi presentati dal centrodestra che chiedevano l'approdo in Senato per il 20.

Nessun accordo sul ddl Zan. Il tavolo di maggioranza riunitosi oggi in in Senato si è concluso in un nulla di fatto: si va quindi in Aula per votare il calendario e portare il testo contro l'omotransfobia a Palazzo Madama il prossimo 13 luglio. "Si può andare alla conta o trovare un accordo, ma la legge Zan, così come è, rischia di non passare perché c'è lo scrutinio segreto e molti potrebbero non votarla. La legge Zan corretta con la Scalfarotto, passerebbe invece sicuramente. La valutazione sul rischio la devono fare i presentatori della proposta", ha commentato il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che oggi aveva aperto a una serie di modifiche sulle quali premeva anche il centrodestra.

E ancora: "Nessuno sfida nessuno, si tratta solamente di capire che in politica fare emendamenti, compromessi e trovare soluzioni è un pezzo della democrazia, quindi bisogna rispettare anche chi non la pensa come te. Dopo questo sforzo spero che la legge passi, come avvenuto nel maggio 2016 con le unioni civili". Da parte della Lega, invece, il capogruppo Massimiliano Romeo ha annunciato che il suo partito non voterà il calendario, dicendosi amareggiato per il fatto che la proposta di Ostellari sia stata respinta: "Abbiamo preso atto a malincuore che la proposta di mediazione fatta da Ostellari è stata rifiutata. Pd, M5S e Leu non hanno intenzione di procedere a modifiche al ddl Zan. Ora si va in aula, noi voteremo no al calendario. Inizia una battaglia parlamentare dagli esiti incerti".

Insomma, non solo manca l'intesa tra le forze di maggioranza, ma anche tra Pd-M5s-LeU e Italia Viva, che comunque afferma che voterà a favore della calendarizzazione per il prossimo 13 luglio. "Abbiamo lavorato perché si trovasse un'intesa, la proposta Ostellari era saggia. Purtroppo Pd, M5s e Leu, sbagliando, hanno deciso di forzare e di votare il calendario. Noi lo voteremo, ma il clima che si sta creando mette a repentaglio l'approvazione della legge", ha commentato Davide Faraone, capogruppo di Iv in Senato. Ora tutto è rimandato alla prossima settimana e il disegno di legge Zan, nel frattempo, rimane fermo.

"Il fatto che Pd, M5S e Leu abbiano deciso di andare in aula, toglie ogni ipotesi di lavoro. Io continuerò a fare il presidente senza farmi tirare la giacca da nessuno. Si assumeranno le loro responsabilità. Noi eravamo per il dialogo, qualcuno ha detto di no. Il ddl ha chance di essere approvato in Aula? La vedo difficile", ha commentato ilpresidente  della commissione Giustizia del Senato e relatore del ddl Zan, Andrea Ostellari. "Abbiamo proposto una mediazione che ha ricevuto consensi anche da buona parte del centrosinistra, Letta invcee insiste nello sventolare la bandiera nonostante tutti gli inviti all'ascolto e al dialogo. Se la legge verrà affossata il nome e il cognome di colui che ha impedito che il parlamento approvasse una legge per la tutela della libertà dell'amore e dei diritti civili è il signor Enrico Letta", ha invece commentato il leader della Lega Matteo Salvini. Mentre su Renzi ha detto: "Ho apprezzato la sua mano tesa per questa trattativa, è stato un atteggiamento costruttivo".

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