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Fase 2, la sfida di Zaia: “Il Veneto è già pronto a riaprire tutto”

Il Veneto è pronto a riaprire tutto e ad avviare, così, la fase due sin da subito. A sostenerlo è il presidente della Regione, Luca Zaia, sottolineando che la possibilità di riaprire ci sarebbe, soprattutto se si riuscisse a mettere in campo un piano che consentirebbe di effettuare fino a 30mila tamponi al giorno.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il Veneto è pronto a riaprire. Le condizioni, secondo il presidente della Regione, Luca Zaia, per avviare davvero in modo completo la fase due ci sono. “Il Veneto può aprire tutto. Ovviamente sulla base di una certificazione che ci dà il Comitato scientifico. Ma noi potremmo, in linea di principio, affrontare qualsiasi tipo di apertura”, afferma durante il punto stampa quotidiano Zaia. Che sottolinea come il tema sia quello di “capire se tutti noi entriamo nell'ordine delle idee che non è finita e che stiamo convivendo con il virus”. Secondo il presidente della Regione Veneto, intanto, devono essere “accettate” tutte le manifestazioni dei cittadini contro le restrizioni imposte dall'ultimo dpcm: “Vanno fatte in maniera civile, nel rispetto  delle regole e della libertà altrui. Non vedo il motivo di polemizzare e non dobbiamo politicizzarle. Sono commercianti, artigiani, lavoratori che chiedono di lavorare secondo le regole”.

Secondo Zaia ora bisogna dare una risposta a tutte queste persone e la migliore è “convincere il governo a riaprire, magari con un approccio differenziato tra le Regioni”. In generale, sulle aperture la situazione veneta va ancora definita: “Stiamo discutendo le modalità da attuare e le scelte da portare avanti dopo il 4 maggio. Le ordinanze introdotte dal Veneto non sono in contrasto con il Dpcm, ma vogliono portare un principio di buon senso e rispetto nei confronti del cittadino. Il ministro Boccia ha compreso le nostre volontà, per cui non le ritiriamo”.

A settembre in Veneto possibili 30mila tamponi al giorno

Il presidente della Regione Veneto spiega anche il piano sui tamponi da effettuare quotidianamente: “Abbiamo un piano, che speriamo possa diventare operativo a settembre, che viaggia sui 30mila tamponi al giorno. È stato deciso di acquistare altre tre macchine oltre a quella già esistente a Padova. Macchine che consentono di fare 9mila tamponi giornalieri che saranno messe negli hub di Treviso, Vicenza e Venezia. Se riuscissimo ad acquistarle, potremmo arrivare a fare 50 mila tamponi al giorno”. In questo momento il Veneto riesce a fare 11-12mila tamponi ogni giorno. E proprio sui tamponi Zaia rilancia una polemica: “Se uno non fa tamponi, non ha contagiati. Finisce che il virtuoso viene più penalizzato di quello che non li fa. Ora siamo a circa 350mila. Non ci sono altre realtà che hanno fatto tanti test come noi”.

Il capitolo mascherine: per Zaia sono essenziali

Per Zaia l’utilizzo delle mascherine sarà sempre più importante: “La mascherina è una delle condizioni sine qua non per fare questa battaglia. C'è ancora chi entra al supermercato senza mascherina. O che la porta come un amuleto, ogni tanto la tira su per dire ‘ce l'ho’, perché qualcuno l'ha guardato male, di traverso. Non funziona così. Lo trovo assurdo. È un farmaco salvavita. Lo si deve vivere appunto come un dispositivo di protezione e non come un imposizione”.

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