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Opinioni

Falso attentato a Fini: le Procure indagano sull’ipotesi di Belpietro

Il direttore di Libero, che nell’editoriale di oggi in qualche modo “rilancia” la sua tesi, ascoltato a Milano, mentre i finiani di Futuro e Libertà insorgono.
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Come era prevedibile ha fatto molto discutere l'editoriale di Maurizio Belpietro che parlava di un finto attentato ai danni di Gianfranco Fini in prossimità delle elezioni (in modo da screditare Silvio Berlusconi e comprometterne la sua immagine pubblica). Infatti, nelle ultime ore, dagli ambienti vicini al Presidente della Camera sono partite dichiarazioni al veleno e commenti sprezzanti nei confronti del direttore di Libero, che solo qualche mese fa aveva subito un "attentato piuttosto anomalo", una vicenda oscura mai chiarita del tutto che aveva fatto sorgere più di un dubbio anche ad autorevoli commentatori.

Se dunque per Italo Bocchino quella di Belpietro è una boutade che "rasenta la patologia […] Una tesi folle frutto di menti folli che la dice lunga sullo scadimento di certo giornalismo italiano […] e se vogliamo dirla tutta, se Belpietro insiste per saperne di più di falsi attentati può chiedere al suo caposcorta"; allo stesso modo per Lo Presti sembra "la classica manovra di controinformazione, che la dice lunga sulle condizioni psichiche di questo giornalista che ha fatto dell’ingiuria e della calunnia il leitmotiv della sua carriera", mentre il sito di Generazione Italia che ormai giudica Libero "un supplemento di Cronaca Vera, specializzato nel raccontare inciuci di periferia, una specie di edizione nazionale dei giornaletti di provincia".

Sulla vicenda è intervenuta anche la Magistratura, con il procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro che ha aperto un'inchiesta e ha ascoltato ieri per un apio d'ore lo stesso Belpietro (va subito precisato che al momento non vi sono nè ipotesi di reato nè iscrizioni nel registro degli indagati). Intanto però il giornalista rilancia le sue tesi, ricordando il modo in cui è entrato in possesso della notizia ed il fatto che si è trattato anche di un modo per "prevenire" un gesto insensato:

"Qualche giorno prima di Natale, un signore si è rivolto a me raccontandomi di un presunto attentato che qualcuno voleva organizzare in Puglia ai danni del presidente della Camera. Il tizio, che non conoscevo prima e non mi è parso né matto né truffatore, ha aggiunto che all’uomo pronto a premere il grilletto i mandanti avrebbero promesso 200 mila euro, a patto però che facesse ricedere le colpe dell’agguato sul presidente del Consiglio. Nel riportare i fatti, così come mi erano stati narrati, ovviamente avvisavo di non poter mettere la mano sul fuoco per lo sconosciuto, spiegando che la mia fonte avrebbe potuto anche essersi inventata tutto non essendo io in grado di accertarlo. Quanto alle critiche dei fininai, poi il Direttore è durissimo: Per consolarsi dopo la botta del 14 dicembre, alcuni esponenti di Futuro e Libertà a Natale devono aver esagerato con lo spumante. Non si spiega altrimenti la reazione al mio articolo di ieri, in cui raccontavo un paio di episodi riferitimi nei giorni scorsi che avevano come protagonista Gianfranco Fini. Infatti, solo a causa di una sbornia Bocchino e i suoi compari possono non aver capito ciò che ho scritto. Diversamente dovrei dubitare della loro facoltà di intendere: quella di volere è già esclusa, lo dimostra il fatto che progettavano di fare un ribaltone e si sa come è andata a finire. In attesa che i finiani, passati i fumi dell’alcol, tornino a ragionare riassumo i termini della questione.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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