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Enrico Letta condivide l’appello di Prodi: “Zingaretti può essere il padre del Pd”

L’ex presidente del Consiglio, Enrico Letta, condivide l’appello di Romano Prodi sul futuro del Pd: “Mi piacerebbe molto che si realizzasse il suo auspicio di avere un padre per il Pd e Zingaretti potrebbe esserlo”. Letta sostiene quindi la candidatura di Zingaretti alla segreteria del partito e accoglie positivamente anche il manifesto lanciato da Carlo Calenda in vista delle europee.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’appello di Romano Prodi per la ricerca di un padre nel Pd riscuote successo. La sua visione del futuro dem viene condivisa anche un altro ex presidente del Consiglio, Enrico Letta. Intervistato da 24 Mattino, su Radio 24, Letta spiega di aver visto l’intervista di Prodi: “Mi è piaciuta e la condivido”. Così come condivide l’endorsement di Prodi a Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria dem nelle primarie di marzo: “Mi piacerebbe molto che si realizzasse il suo auspicio di avere un padre per il Pd e Zingaretti potrebbe esserlo. Credo che Zingaretti e Calenda siano persone attorno alle quali si può costruire una proposta alternativa per gli italiani”. Il sostegno arriva, dunque, anche alla proposta del manifesto di Carlo Calenda ‘Siamoeuropei’. Per quanto riguarda il consenso che il Pd potrebbe raccogliere alle elezioni europee che si terranno a maggio, Letta sembra essere ottimista, al contrario di quanto sostengono, ad oggi, molti sondaggi: “Il Partito Democratico crescerà più del 17% che gli viene attribuito ora”.

Sullo scontro diplomatico tra Italia e Francia l’ex presidente del Consiglio non nasconde la sua preoccupazione, parlando di una “crisi senza precedenti”. “Con uno scontro di questo genere – sostiene l'ex presidente del Consiglio – l'Italia non ha nulla da guadagnare, ha solo da perdere perché nella bilancia commerciale tra i due Paesi noi vendiamo ai francesi molto più di quanto loro vendano a noi. Per noi il mercato francese è fondamentale”. Letta analizza la crisi con la Francia anche da un punto di vista storico, raffrontandola ai rapporti che sono sempre intercorsi tra i due Paesi nel dopoguerra. “Non c’è mai stata una situazione come questa dopo la Seconda guerra mondiale – ricorda l’ex presidente del Consiglio –. Si può avere un giudizio sulla Francia e sui francesi, ci possono essere degli scontri ma l'interesse nazionale italiano non è avere più nemici, più onore al livello europeo, non è quello di essere isolati al livello europeo”.

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