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Elezioni Presidenziali in Francia del 2022

Elezioni presidenziali in Francia, Sandro Gozi a Fanpage: “Se vince Le Pen è la fine dell’Europa”

“È evidente che siamo di fronte a un’alternativa radicale tra Macron, vero leader europeo che vuole un’Europa sovrana e una Francia amica dell’Italia, e Le Pen che vuole disintegrare l’Europa e che vede Putin come il punto di riferimento internazionale”: lo ha detto l’europarlamentare Sandro Gozi in un’intervista con Fanpage.it.
A cura di Annalisa Girardi
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Mancano pochi giorni ormai al ballottaggio in Francia, che domenica vedrà il faccia a faccia tra il presidente uscente Emmanuel Macron e la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen. Ieri sera i due candidati all'Eliseo si sono affrontati un dibattito televisivo che si è concentrato su importanti temi come la guerra in Ucraina e il posizionamento della Francia nello scenario europeo e internazionale. Ne abbiamo parlato con Sandro Gozi, europarlamentare di Renew Europe che nel 2019 è stato anche consulente per il governo francese agli Affari europei.

Come le è sembrato il dibattito di ieri sera?

Netta vittoria di Emmanuel Macron, che ha dimostrato di avere più visione e molte più competenze di Marine Le Pen. È evidente che siamo di fronte a una scelta, a un'alternativa radicale, tra Macron, vero leader europeo che vuole un'Europa sovrana e una Francia amica dell'Italia, e Le Pen che vuole disintegrare l'Europa e che vede Putin come il punto di riferimento internazionale. Mi sembra che sul programma economico, ecologico e sociale Macron abbia convinto molto più della sfidante.

Le elezioni in Francia chiaramente hanno anche un peso importante per l'Unione europea. Cosa vorrebbe dire una vittoria di Le Pen?

Sarebbe la fine dell'Europa. Con Le Pen sarebbe la fine del bilancio europeo, di Schengen, della libertà di circolare per lavoratori e merci, sarebbe la fine della politica comune e di qualsiasi progetto di Europa democratica e politica. Le Pen, come Matteo Salvini e Giorgia Meloni, porta avanti il progetto di Europa delle nazioni che è esattamente la disintegrazione dell'Europa che stiamo costruendo. Sarebbe una pessima notizia per l'Europa.

Anche nel 2017 si è arrivati al ballottaggio tra Macron e Le Pen: cosa è cambiato in questi cinque anni?

È cambiato molto. È cambiato il mondo, tra tre crisi una peggio dell'altra: penso ai gilet gialli, alla pandemia, alla guerra in Ucraina. La funzione presidenziale cambia chi la esercita, quindi anche Macron è cambiato. Anche attraverso le critiche. È diventato molto più sensibile a temi come l'ecologia e alla necessità di portare avanti un dialogo sociale. Era un outsider e oggi è un presidente uscente che ha un bilancio secondo me molto positivo, sulla base della quale ora viene giudicato. Anche Le Pen è cambiata, ha migliorato la sua campagna elettorale. Però io ieri sera l'ho trovata deludente: rispetto al 2017 ha mantenuto più la calma, però di nuovo abbiamo visto la sua debolezza a livello di cifre, competenze economiche, conoscenza dei problemi del Paese. Sembra riproporsi in maniera molto più soft, con toni molto più morbidi e meno estremisti rispetto al 2017. In generale è cambiata la politica francese, nel 2017 l'entrata in politica di Macron ha totalmente trasformato il campo progressista e nel 2022 questa trasformazione è compiuta: praticamente non esiste più la destra dei repubblicani e le divisioni tradizionali di destra e sinistra non hanno più senso.

I progressisti però hanno anche commesso degli errori? In tempi di incertezza come quelli che viviamo oggi non si pensava che il sovranismo potesse avere molto successo e che i francesi cercassero più stabilità, invece Le Pen viene data vicinissima a Macron negli ultimi sondaggi…

In tempi di crisi però c'è anche molta rabbia e preoccupazione. E comunque il primo turno ha premiato l'azione di governo di Macron, dal 2017 ha guadagnato oltre un milione di voti. È la prima volta nella Quinta Repubblica che un presidente vede il proprio consenso espandersi così. Certamente però, e Macron stesso lo dice, cinque anni non bastano per trasformare un Paese: c'è una parte che si sente ancora esclusa ed emarginata, oppure c'è il problema dei medici nei territori periferici, delle diseguaglianze, c'è la preoccupazione di quello che potrà aspettarci con la guerra in Ucraina. Il sentimento di una parte dei francesi crea terreno fertile per i nazionalisti e i populisti, quindi per Marine Le Pen. È su questo che si gioca tutto, su quanto i francesi daranno fiducia a un inizio di cambiamento che Macron ha portato avanti, o quanto la disperazione e l'impazienza porteranno verso Le Pen.

Macron ha detto che tornerà a Kiev "per fare la differenza". Secondo lei ci riuscirà?

Certamente in caso di vittoria domenica sera sarà molto più forte in Francia e come vero leader europeo. Macron oggi è il presidente di turno del Consiglio europeo, ma anche politicamente è il vero leader europeo. Se uscirà vincitore il 24 aprile avrà certamente molta più forza per lavorare alla crisi ucraina.

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