Elezioni amministrative e referendum: gli appuntamenti elettorali del 2016

Non solo il 17 aprile, gli appuntamenti elettorali che attendono gli italiani alle urne saranno almeno due nei prossimi mesi: il cosiddetto referendum sulle trivelle – del 17 aprile, appunto – e le elezioni amministrative che coinvolgeranno oltre 1.300 Comuni, tra cui anche cinque tra le maggiori città italiane ( Milano, Napoli, Roma, Bologna e Cagliari), ed eventualmente il relativo ballottaggio. Potremmo addirittura contare ben tre consultazioni elettorali, tenendo conto del referendum sulla riforma Costituzionale che dovrebbe aver luogo il prossimo autunno. Proprio a causa di questo accavallamento di incontri, sembra tornare a far capolino un problema che spesso e volentieri si presenta nelle annate in cui vengono indette consultazioni referendarie: l'ingorgo elettorale, come viene da più parti soprannominato.
Secondo la prassi attualmente in vigore, infatti, è compito dell'esecutivo scegliere le date in cui dovrebbero celebrarsi gli appuntamenti elettorali programmati, date che tendenzialmente vengono selezionate in base a quanto potrebbero rendere più favorevole l'esito della votazione per il Governo. Attualmente l'unica data certa riguarda il "referendum sulle trivelle", fissata all'indomani della decisione della Corte Costituzionale riguardo l'ammissibilità del quesito a consultazione referendaria. Per quanto riguarda le elezioni amministrative, invece, esistono delle date "preferite" dall'esecutivo, ovvero il 5 giugno per la prima tornata e, quindici giorni dopo come da prassi, il 19 giugno per gli eventuali ballottaggi. Nulla però è stato ancora stabilito con certezza e ancora esiste la concreta possibilità che la consultazione venga anticipata di una settimana, a fine maggio.
Nonostante manchino ormai poche settimane alla scadenza dei mandati, le date per le amministrative sono ancora sostanzialmente sconosciute. Per quanto riguarda la consultazione referendaria per la riforma costituzionale, la situazione appare ancora più complicata. Allo stato attuale, manca ancora l'ultimo passaggio parlamentare per poter parlare definitivamente di approvazione della cosiddetta riforma Boschi, passaggio che dovrebbe essere fissato a breve, tra il 12 e il 22 aprile. Una volta calendarizzate discussione e relativo voto, bisognerà tener conto di determinate condizioni per poter capire quando potrebbe cadere la terza e ultima consultazione elettorale del 2016: Per tutte le leggi costituzionali approvate senza quorum dei due terzi dei membri di Camera e Senato, la Costituzione consente di indire un referendum e lo consente mediante tre diverse modalità, massimo entro tre mesi dall’approvazione finale della legge: su richiesta di un quinto dei parlamentari di una delle due Camere; di cinque Consigli regionali oppure di di cinquecentomila elettori.
Secondo alcuni costituzionalisti, il referendum sulla riforma Boschi comunque non potrebbe cadere prima del prossimo autunno, perché sommando l'iter dell'ultima fase parlamentare per l'approvazione della riforma e i massimo tre mesi di tempo per farne richiesta, il tempo minimo ammonterebbe a 6 mesi circa, ovvero verso fine ottobre. Stando alle intenzioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi, potrebbe essere lo stesso Esecutivo a premere perché venga indetto il referendum e farne quindi esso stesso formale richiesta, avvalendosi delle prime due possibilità fornite dalla Carta costituzionale. Secondo Renzi, infatti, il risultato del referendum dovrà essere interpretato anche come conferma o meno dell'operato del proprio Governo in questi ultimi due anni. Insomma, dovesse venire avallata la riforma, verrebbe allo stesso tempo valutato positivamente l'intero biennio governativo. In caso contrario, nel caso la riforma venisse bocciata alle urne, al risultato negativo sarebbe legato il destino dell'Esecutivo Renzi.