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Draghi: “Riduzione disuguaglianze di genere deve essere priorità globale”

Il presidente del Consiglio è intervenuto con un videomessaggio al Women Political Leaders summit: “La riduzione delle disuguaglianze di genere deve essere una priorità a livello globale”, ha annunciato Draghi. Poi ha elencato i punti da cui ripartire dal suo punto di vista: lottare contro gli stereotipi, aumentare il numero di studentesse nelle discipline scientifiche, parità di genere sul lavoro, nel mondo della politica e non solo.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Combattere le disuguaglianze di genere deve essere una priorità globale, dice Draghi. Il presidente del Consiglio è intervenuto al summit della Women Political Leaders, la rete internazionale di leader politici femminili che mira ad aumentare sia il numero che l'influenza delle donne nelle posizioni di leadership politica. L'edizione di quest'anno, che ha preso il via alle 14 di oggi, vedrà la partecipazione di relatori da tutto il mondo. Draghi, infatti, è intervenuto subito dopo il presidente francese Macron, pronunciando un breve discorso sui temi del summit: "Ogni giorno milioni di ragazze si trovano a dover imparare, a proprie spese, che non possono realizzare i propri sogni – ha cominciato il presidente del Consiglio – Devono subire discriminazioni, a volte anche violente, devono accettare anziché scegliere, devono obbedire anziché inventare, solo perché sono donne".

Draghi ha sottolineato con forza come "questa situazione non solo risulta immorale ed ingiusta, ma rappresenta anche un atteggiamento miope". Le nostre economie "stanno perdendo alcuni dei nostri talenti migliori", le nostre società "si stanno lasciando sfuggire alcune delle migliori leader del futuro". Per questo e mille altri motivi "la riduzione delle disuguaglianze di genere deve essere una priorità a livello globale". Fin da quando sono giovanissime "le ragazze in tutto il mondo devono far fronte a pregiudizi e stereotipi culturali". Il presidente del Consiglio ha letto anche alcuni numeri che fanno riflettere: "La partecipazione delle donne al mercato del lavoro risulta essere 27 punti percentuali in meno rispetto a quella degli uomini, in alcune regioni tale divario è di oltre 50 punti percentuali".

Poi ha affrontato il tema della politica e la disuguaglianza di genere: "Solamente 22 paesi hanno una donna che ricopre la carica di Capo di Stato o di governo", mentre "ben 119 Paesi, compreso il mio, non ne hanno mai avuto una". Continuando a questo ritmo "non arriveremo alla parità di genere nelle cariche ministeriali prima del 2077". Per Draghi i progressi restano "lenti" nonostante "alcuni miglioramenti". La pandemia, in questo senso, non ha aiutato per niente: "Le donne hanno perso il lavoro più velocemente rispetto agli uomini" e "i lockdown hanno determinato la chiusura delle scuole e degli asili nido, con pesanti ripercussioni per le donne".

Il presidente del Consiglio ha rilanciato una serie di obiettivi: "Lottare contro gli stereotipi di genere ed aumentare il numero di ragazze che scelgono di studiare le discipline scientifiche a scuola; assicurare la parità di condizioni nel mercato del lavoro; colmare il divario di retribuzione tra i generi ed aumentare il numero di donne in posizioni di responsabilità; rafforzare i nostri sistemi di sicurezza sociale in modo tale da favorire l’evoluzione delle carriere delle donne; colmare il divario tra la rappresentazione maschile e quella femminile nel mondo della politica, dando un supporto alle leader femminili in tutto il mondo". In Italia l'obiettivo è investire entro il 2026 "almeno 7 miliardi di euro per la promozione dell’uguaglianza di genere". Aumentare il numero di donne che scelgono di studiare discipline tecniche e scientifiche e agevolare la situazione delle mamme lavoratrici, ma anche lo stanziamento di fondi a sostegno dell'imprenditoria femminile e una clausola per far assumere più donne dalle imprese.

Tornando alla politica, Draghi ha spiegato che in Italia, negli ultimi 15 anni, si è registrato il tasso di crescita più alto d'Europa per il numero di donne in Parlamento: "Nel 2004 erano il 9,9% del numero totale di parlamentari, oggi tale percentuale ha raggiunto il 35,8%". E poi ha rilanciato: "Il nostro governo vanta il numero più alto di sottosegretarie donne nella storia d’Italia". Anche se ricordiamo bene la polemica per la composizione della squadra dei ministri. "Abbiamo anche nominato una donna come capo dei servizi segreti per la prima volta in assoluto", ha continuato Draghi, ammettendo però che "questi sono solo dei primi passi". E ha promesso: "Ad agosto terremo una conferenza ministeriale sull’emancipazione femminile per la prima volta nella storia del G20".

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