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Draghi dice che se non integriamo i migranti produciamo nemici ed esseri ostili

“Se noi non integriamo i migranti nella società italiana facciamo un danno a noi stessi. Perché la mancanza di integrazione significa la produzione di essere sostanzialmente ostili. Se noi non li integriamo produciamo dei nemici, potenzialmente”: lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo in Parlamento.
A cura di Annalisa Girardi
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Secondo Mario Draghi se non integriamo i migranti produciamo potenziali nemici ed esseri ostili. Lo ha detto alla Camera, intervenendo in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 giugno, vertice in cui si parlerà anche della gestione dei flussi migratori verso l'Europa su esplicita richiesta dell'Italia. "L'accoglienza non deve essere limitata al contenimento, su questo sono d'accordo. Esistono flussi illegali e flussi legali. Sui secondi, e questa è un'altra area su cui dovremmo porre molta attenzione, non basta importarli. Bisogna integrarli. Se noi non integriamo queste persone nella società italiana facciamo un danno a noi stessi. Perché la mancanza di integrazione significa la produzione di essere sostanzialmente ostili. Se noi non li integriamo produciamo dei nemici, potenzialmente", ha detto Draghi.

Per poi ribadire che il tema non era in agenda: "È bastato semplicemente il fatto che io lo chiedessi e l'hanno messo". E ancora: "Non è la rivendicazione di un merito. È semplicemente rimarcare una sensibilità diversa. Capire che questi problemi si possono affrontare solo insieme". Draghi ha sottolineato che ora ci sia una sensibilità diversa, ma che occorra ancora trovare un'intesa su un impegno comune nell'Unione europea: "Tra i Paesi dell'Ue esiste un'ampia convergenza sull'esigenza di superare il Regolamento di Dublino. Si tratta di una convenzione concepita in una diversa fase storica, adatta a gestire numeri contenuti. Al momento, però, una solidarietà obbligatoria verso i Paesi di primo arrivo attraverso la presa in carico dei salvati in mare rimane divisiva per i 27 Stati Membri. Serve un'alternativa di lungo periodo, per fare in modo che nessun Paese sia lasciato solo. Il Patto sulla Migrazione e l'Asilo proposto il 23 settembre del 2020 dalla Commissione Europea ha il merito di ricercare un cambio di prospettiva. Il negoziato sul Patto dimostra tuttavia che c'è ancora molto lavoro da fare".

Draghi ha quindi definito gli obiettivi che saranno portati al tavolo del Cosniglio Ue: "Con riguardo alle operazioni di salvataggio in mare, lavorare per un cambio di prospettiva che miri a realizzare una politica europea per i corridoi umanitari, intensificando gli sforzi per contrastare le reti di trafficanti di esseri umani, in modo da assicurare una gestione controllata e legale delle partenze nel Mediterraneo verso il territorio Ue e garantendo il rispetto delle convenzioni internazionali sul soccorso in mare e la piena funzionalità ed operatività dei dispositivi di soccorso marittimo europei".

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