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Dopo la telefonata dei comici russi si dimette il consigliere diplomatico Talò, Meloni: “Superficialità”

La presidente del Consiglio, in conferenza stampa dopo il Cdm sul premierato, ha commentato il caso della telefonata dei comici russi: “C’è stata superficialità nel mio ufficio diplomatico – ha detto Meloni – Francesco Talò ha rassegnato le sue dimissioni, lo ringrazio”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il capo dell'ufficio diplomatico della presidente del Consiglio, Francesco Talò, si è dimesso dopo il caso della telefonata dei due comici russi che si sono spacciati per il leader dell'Unione Africana. L'ex ambasciatore italiano nella Nato ha pagato per la catena di errori che, come spiegato dalla presidente Meloni in conferenza stampa, sono stati diversi e molto gravi. "Verso la fine di questa telefonata ho avuto un dubbio, soprattutto sul tema del nazionalismo ucraino – ha raccontato la premier ai giornalisti – Non potevo avere alcuna certezza, perché c’è comunque una forte influenza russa in Africa". Così "ho segnalato al mio ufficio diplomatico che c’era qualcosa in questa telefonata che non mi tornava", lì "c’è stata superficialità".

È proprio questo il passaggio più grave, secondo la presidente del Consiglio: "Io segnalai che la telefonata era strana e loro non hanno fatto le verifiche – ha continuato Meloni – Questo è il vero errore, perché non mi è tornato un alert e ho dato per scontato che fosse tutto corretto". Poi ha annunciato: "Questa mattina Francesco Talò ha rassegnato le sue dimissioni. Lo ringrazio molto e mi dispiace che in questo inciampo si metta in discussione tutto il lavoro fatto, ma questa vicenda non è stata gestita bene e l’ambasciatore se ne è assunto la responsabilità".

"Io una telefonata passata dal centralino di Palazzo Chigi la devo dare per buona, ma ho ribadito le stesse posizioni che tengo pubblicamente. Penso che si sia vista la coerenza del governo – ha sottolineato ancora Meloni – Questa telefonata è stata rilanciata dai canali della propaganda del Cremlino, questo dovrebbe stimolare qualche domanda". Poi ha attaccato, come di consueto, stampa e opposizioni: "Mi è dispiaciuto che per attaccare questo governo si finisca per attaccare l'Italia, ho visto da alcuni che si è persino disposti a fare da megafono ai russi".

Il Movimento 5 Stelle chiede un'informativa urgente

"I capigruppo del Movimento 5 Stelle di Camera e Senato, Francesco Silvestri e Stefano Patuanelli, hanno inviato una lettera ai presidenti della Camera e del Senato per chiedere una informativa urgente della presidente del Consiglio in merito alla politica estera del nostro Paese", si legge in una nota congiunta diffusa dai due parlamentari. "La richiesta si è resa necessaria dopo la telefonata fake che ha riguardato la premier – continuano i due pentastellati – In quella situazione infatti, già clamorosa e preoccupante rispetto ai sistemi di sicurezza di cui il nostro Paese dovrebbe disporre, è emersa una posizione della presidente Meloni sul conflitto russo-ucraino ben diversa da quella dichiarata in Parlamento e ai cittadini italiani. Serve immediata chiarezza, non è possibile che una premier menta tanto spudoratamente alle istituzioni e al Paese".

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