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Dopo l’Italicum, Renzi ricatta le opposizioni con la Buona Scuola

Il ddl Buona Scuola è a rischio e con esso anche le assunzioni dei 100.000 precari potrebbe saltare. E per svincolarsi dalla figuraccia, Renzi ricatta: “Se non votate la riforma, vi prendete la responsabilità delle conseguenze”.
A cura di Charlotte Matteini
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"Con tremila emendamenti in commissione non si riesce ad assumere i 100mila per settembre. Le scelte dell’opposizione hanno come conseguenza che il provvedimento non riuscirà ad entrare in vigore in tempo per settembre", ha dichiarato ieri sera Matteo Renzi a Porta a Porta. La riforma della scuola è seriamente a rischio. Il Premier è stato chiaro: di questo passo la riforma non farà in tempo a passare per settembre. Il termine oramai è prossimo e gli emendamenti presentati sono oltre 3000. Una missione impossibile. E con essa salterebbero anche le assunzioni dei 100.000 precari, da mesi sbandierate da Palazzo Chigi.

Nulla da fare, sembra proprio che Renzi voglia utilizzare l’arma dei precari per far passare la sua Buona Scuola a tutti i costi. Non volete votarlo? Beh, dovrete spiegare ai 100.000 precari che aspettavano l’assunzione per settembre che tutto è saltato. Per colpa vostra, s’intende, mica del Governo. La parte riguardante queste assunzioni, date per certe da molti mesi, sarebbe facilmente scorporabile dal ddl subissato dalla moltitudine di emendamenti “ostruzionisti”, come sono stati definiti dal sottosegretario all’istruzione Davide Faraone, ma Governo e maggioranza si dicono assolutamente contrari: "La scuola non è un assumificio. Se la riforma non piace, si convoca una conferenza e si torna a parlare con tutte le parti in causa". Ma l'appuntamento sarebbe previsto per luglio, e il termine ultimo per l'approvazione della Buona Scuola è il 30 giugno, come avvertì già a suo tempo il Ministro Giannini.

Insomma, siamo alle solite: Renzi attacca con l'ineffabile tecnica dello scaricabarile. Di fronte all’inesistenza di un dialogo costruttivo con minoranze e opposizioni, che da sempre contestano il ddl Buona Scuola, cerca di dare la colpa a chi disegno di legge non lo condivide perché sostiene sia fondato su presupposti errati. E presenta appunto degli emendamenti, per cercare di correggere quelle che reputa essere delle storture. Ma come accadde per Italicum, per cui addirittura ricorse alla fiducia, Renzi passa al contrattacco e piuttosto che ammettere i propri errori, cerca di svincolarsi dalla figuraccia che lo investirebbe qualora davvero risultasse impossibile assumere i precari della scuola e colpisce minoranze e opposizioni a colpi di dichiarazioni.

Una promessa, quella dell’assunzione, sbandierata a più riprese sin dall’anno scorso, che sta per infrangersi scontrandosi con i meccanismi della democrazia: Renzi vorrebbe che i parlamentari votassero la sua riforma così com’è, senza modificar nulla, per non incorrere in ritardi che farebbero saltare tutto, soprattutto queste benedette assunzioni, d'altra parte sa bene che qualsiasi cambio al testo di legge lo riporterebbe al voto della Camera, un rimpallo che quasi certamente farebbe saltare definitivamente la bella promessa di Renzi. E questo sarebbe deleterio per la sua immagine, in un momento così delicato come questo, in cui la popolarità del Premier non sembra essere proprio all’apice, visti i risultati delle elezioni comunali e regionali di queste ultime settimane. E quindi, si procede con il ricatto: o si vota, o vi prendete la responsabilità di spiegare ai precari per quale motivo sono rimasti senza il tanto agognato contratto a tempo indeterminato. Colpa vostra, gufi e rosiconi, io non c’entro nulla. Un copione già visto.

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