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Decreto sicurezza

Ora Matteo Salvini spinge sul decreto Sicurezza bis: “È pronto”

Nella nuova bozza del Dl Sicurezza ci sarebbe un riferimento a una maggiore collaborazione tra i ministeri: la decisione di stoppare le navi dei migranti spetta al Viminale, di concerto con i ministeri della Difesa e dei Trasporti, sentito il parere del presidente del Consiglio. L’approvazione del decreto potrebbe arrivare già questa settimana.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo il 34,3% ottenuto alle elezioni europee, e 3,4 milioni di voti guadagnati rispetto alle politiche del 4 marzo 2018, adesso il vicepremier Matteo Salvini può tornare a spingere sui dossier ancora aperti, su cui la Lega aveva incontrato il muro dei Cinque Stelle, al momento indeboliti dalla batosta elettorale. Uno di questi è il Dl Sicurezza bis, che il ministro degli Interni non è riuscito a far approvare al Cdm dello scorso 20 maggio, e che è rimasto nel cassetto, con alcune modifiche (articolo 1 e all'articolo 2) attuate per andare incontro ai rilievi sollevati dal Quirinale. Il decreto dovrà essere ridiscusso al prossimo Consiglio dei ministri, che potrebbe essere convocato giovedì.

"Il decreto Sicurezza è pronto, era pronto anche la scorsa settimana e spero che venga approvato questa settimana", ha ribadito questa mattina a Rtl 102.5. Nell'ultima versione rivista del testo restano le multe alle navi che non rispettano le normative, ma è stato cancellato il riferimento agli interventi di soccorso ai migranti. Il nuovo articolo 2 si limita infatti a prevedere sanzioni di una somma da 10mila a 50mila euro al comandante "e, ove possibile, all'armatore ed al proprietario della nave" che viola il "divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane".

L'altra modifica dovrebbe riguardare l'attribuzione al Viminale del potere di bloccare le navi in acque italiane per motivi di sicurezza pubblica, dopo aver informato i ministeri di Trasporti e Difesa. Nella formulazione precedente si interveniva modificando il Codice della navigazione, limitando le competenze del Mit alle sole finalità di sicurezza della navigazione e di protezione dell'ambiente marino. Così recitava la prima versione del testo: "Il Ministro dell’interno può limitare o vietare il transito e la sosta di navi nel mare territoriale per motivi di ordine e sicurezza pubblica ovvero quando si concretizzano le condizioni, limitatamente alle violazioni delle leggi di immigrazione vigenti, di cui all’articolo 19, comma 2, lettera g), della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del Mare, con allegati e atto finale, fatta a Montego Bay il 10 dicembre 1982, ratificata dalla legge 2 dicembre 1994, n. 689. Dei provvedimenti adottati sono informati il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ed il Ministro della difesa". Nell'ultima bozza è stato inserito invece un comma al Testo unico sull'immigrazione. Il risultato comunque sarebbe sempre quello di sottrarre una competenza che ora appartiene ai Trasporti.

Ieri sera però sono circolate alcune anticipazioni, non confermate da fonti ufficiali del Viminale, che aggiungerebbero a questo quadro un elemento nuovo, che di fatto rafforzerebbe la collegialità della decisione sulle navi dei migranti: il Viminale non dovrà solo informare gli altri ministri, Difesa e Trasporti, ma agire "di concerto" con loro, sentito il presidente del Consiglio.

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