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Morte di Silvio Berlusconi

Dell’Utri e i 30 milioni in eredità da Berlusconi: “Voleva anche darmi un ruolo in Forza Italia”

Silvio Berlusconi ha lasciato in eredità 30 milioni di euro a Marcello Dell’Utri, ex senatore e co-fondatore di Forza Italia, condannato nel 2014 per concorso esterno in associazione mafiosa. Dell’Utri ha rivelato che Berlusconi stava anche pensando di affidargli un nuovo ruolo nel partito, poco prima di essere ricoverato.
A cura di Luca Pons
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"Non mi aspettavo un gesto simile. Nulla, davvero nulla mi doveva e nulla mi sarei aspettato ancora di avere. Così sono rimasto basito, commosso, ancora adesso". Questa la reazione di Marcello Dell'Utri, che non è riuscita a nascondere che aver ricevuto 30 milioni di euro in eredità da Silvio Berlusconi è stata una sorpresa inaspettata. In un'intervista alla Stampa ha raccontato di averlo saputo ieri mattina molto presto.

"Era il notaio, è stato molto sintetico: ‘Dottor Dell'Utri, l'ho chiamata perché ho il dovere di dirle, prima che lei lo apprenda dalla stampa, che il testatore nel suo testamento ha previsto per lei una considerevole donazione‘. Io non ho chiesto nemmeno quanto mi aveva lasciato. Ero letteralmente esterrefatto. Ho chiesto soltanto se c'era una motivazione e quando me l'ha letta mi sono commosso alle lacrime", ha affermato.

Dell'Utri è stato l'unico beneficiario del testamento del leader di Forza Italia oltre ai cinque figli – verso i quali comunque c'era in parte un obbligo di legge -, il fratello Paolo e la compagna Marta Fascina. In particolare, Fascina ha ricevuto 100 milioni di euro: "Credo sia stato un gesto giustissimo e bellissimo, lei è stata davvero dedita a Berlusconi in maniera impressionante, mai vista una donna così innamorata del presidente. Credo che lei abbia fatto una cosa bellissima soprattutto: ha riunito una famiglia che ultimamente era un po' distante. Non c'è cifra che possa ripagare questo grande afflato che ha costruito intorno a lui".

L'ex senatore ha ricevuto una condanna definitiva nel 2014 per concorso esterno in associazione mafiosa, che stabilì che Dell'Utri era stato il mediatore tra Berlusconi e Cosa Nostra. Oggi risulta ancora indagato nell'inchiesta della Procura di Firenze sulle stragi di cosa nostra nel 1993, nella quale era coinvolto anche Berlusconi.

Ma Dell'Utri ha smentito che il lascito abbia a che fare con una qualche richiesta di ‘silenzio'. "Tutti i balordi penseranno questo, lo so bene. Sono quelli che non capiscono nulla, che godono nel seminare il male. A parte il fatto che aspetto che la condanna venga annullata, ma quello che è successo è niente ormai, la pena l'ho già scontata. La verità è un'altra, e sta nei 60 anni di una amicizia vera, solida che ha superato voci e veleni di ogni tipo", ha detto.

Per quanto riguarda i soldi, ora non sa cosa ne farà: "È un legato che quindi potrebbe essere vincolante su certe cose. Ora devo sentire cosa dirà il notaio. Può darsi che debba investirli per avere solo un reddito". Ma "sarebbe volgare ridurre un'amicizia come la nostra a un conteggio economico. A parte il fatto materiale, questa è una cosa che sancisce rispetto e valore dell'amicizia. Io e lui ci siamo dati tutto nell'amicizia. Lui mi ha fatto fare cose straordinarie che non avrei mai fatto se non lo avessi avuto come ispiratore, come mentore".

Poco prima di morire, Berlusconi gli aveva anche proposto di rientrare in politica: "L'ho sentito tre giorni prima che entrasse in ospedale, era lucidissimo, stava mettendo per iscritto le regole per la fondazione di Forza Italia. Mi disse: ‘Ho pensato che tu potresti prendere di nuovo un incarico nel partito, fare la selezione dei candidati alle prossime elezioni, tu sei bravo a scegliere le persone giuste'". Ora la palla passa a Antonio Tajani,  a cui Dell'Utri non ha detto di questa proposta: "Lui andrà avanti per conto suo, comunque se vuole un mano sa che da me potrà averla sempre".

Oggi, Dell'Utri si sta curando per un tumore "abbastanza invasivo, con metastasi alle ossa e che viene dalla prostata. Mi sto sottoponendo a una cura sperimentale per cronicizzare le metastasi. Sembra che funzioni". Nel frattempo, si è iscritto alla facoltà di Storia all'università di Bologna. E sta preparando "una grande biblioteca siciliana nella Valle dei Templi. Sarà il mio dono per Agrigento Capitale della cultura 2025".

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