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Decreto sicurezza, il governo pone la questione di fiducia

Il governo ha deciso di porre la questione di fiducia sul decreto sicurezza, voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. L’esecutivo prova così a contenere la protesta di alcuni dissidenti del MoVimento 5 Stelle che negli scorsi giorni hanno dichiarato di essere contrari al provvedimento, minacciando più volte di non votarlo.
A cura di Stefano Rizzuti
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Per evitare ogni possibile rischio in Aula, con i numeri molti ristretti al Senato e le minacce di alcuni dissidenti del MoVimento 5 Stelle che hanno già annunciato di votare contrariamente al provvedimento, il governo porrà la questione di fiducia sul decreto sicurezza. Si tratta del decreto voluto fortemente dal ministro dell'Interno Matteo Salvini: una misura che tiene insieme, in realtà, due diversi ambiti. Quello della sicurezza e quello dei migranti. Negli scorsi giorni quattro senatori del M5s hanno fatto sapere di essere pronti a non votare il testo se non fossero state apportate alcune modifiche, che in sede di esame in commissione sono state poi bocciate. Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori e Matteo Mantero hanno ribadito la loro volontà di non votare il decreto. E in alcuni casi si sono detti pronti a bocciarlo anche in caso di questione di fiducia. Secondo quanto emerge da fonti di governo, sia del M5s che della Lega, l'esecutivo porrà la questione di fiducia con l'obiettivo di ridurre le contestazioni ed evitare il rischio di una bocciatura in Aula a Palazzo Madama.

Negli scorsi giorni ad aprire il fronte erano stati soprattutto Nugnes e De Falco. La prima sembra essere rimasta su posizioni più critiche, tanto da annunciare di voler votare contro un provvedimento "partito male". Però, riservando la possibilità di valutare il da farsi "nel caso di un'eventuale fiducia", che ora è arrivata. Molto più critico è sembrato Mantero che ha tagliato netto: "Io non lo voterò, se votare contro o non votarlo lo deciderò la notte prima, al momento sono più per non votarlo. Anche se ci fosse la fiducia", è il chiaro messaggio del senatore pentastellato. Negli ultimi giorni di lavoro in commissione era invece stato un pochino più possibilista De Falco, che aveva parlato di miglioramenti importanti al testo, seppur non sufficienti. "Vediamo come proseguono i lavori", aveva detto. Infine, Elena Fattori era arrivata allo scontro con Luigi Di Maio, tanto da affermare che per le scelte del M5s gli elettori avrebbero dovuto rincorrerli "con i forconi". Salvini, invece, per essere certo dell'approvazione del decreto sembra voler puntare sul soccorso di Fratelli d'Italia, che si è detto d'accordo su molti punti del testo.

Nugnes annuncia: ‘Uscirò dall'Aula'

Tra i dissidenti c'è Paola Nugnes che, questa mattina, ha parlato con i cronisti a Palazzo Madama spiegando cosa intende fare: "Senza la fiducia avrei votato contro il provvedimento, che credo finirà per produrre più irregolari. Ma siccome mi aspetto che questo governo farà in futuro cose buone, nel momento della fiducia uscirò dall'Aula. Ma posso assicurare che tutti i miei colleghi, nel merito di questa legge, la pensano come me". "La verità è che non si vuol fare vedere che Fi e FdI votano a favore", conclude la senatrice pentastellata.

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