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Elezioni politiche 2022

Così il terzo polo di Renzi e Calenda non sfonda e aiuta il centrodestra alle politiche

I sondaggi politici e le simulazioni elettorali confermano: l’operazione di Renzi e Calenda è ininfluente ai fini del risultato delle politiche del 25 settembre.
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A cura di Redazione
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Elezioni politiche 2022

Il terzo polo, ovvero la lista centrista nata dall’accordo fra Italia Viva e Azione, non sfonda nei sondaggi politici e non sembra cambiare gli equilibri della partita elettorale del 25 settembre. È quanto emerge non solo dalle prime rilevazioni degli istituti specializzati, ma anche dalle simulazioni realizzate in queste ore, che tengono conto dei flussi di consenso e dei meccanismi della legge elettorale con cui si andrà al voto delle politiche.

Il sondaggio più recente, realizzato dall’istituto Tecné, mostra che il consenso verso la creatura di Carlo Calenda e Matteo Renzi si ferma al 4,7%. Una cifra sufficiente per entrare in Parlamento, considerando che la soglia di sbarramento per le singole liste è del 3%, ma non a influenzare l’esito della competizione elettorale. Il centrodestra continua a mantenere un vantaggio enorme, sfiorando il 50% dei consensi e distanziando il centrosinistra di poco meno di 20 punti percentuali. Malissimo anche il Movimento 5 stelle, che scenderebbe sotto il 10%, in calo di oltre 20 punti rispetto al risultato di cinque anni fa.

Le cose non vanno meglio se si prova a tradurre i dati dei sondaggi in seggi conquistati. La simulazione dell’istituto YouTrend, in collaborazione con Cattaneo-Zanetto, ci aiuta a verificare come la presenza della nuova formazione politica non abbia spostato molto in termini di equilibri complessivi. Calando nei singoli collegi i dati della Supermedia realizzata settimanalmente per l’Agi, infatti, il report evidenzia come alla Camera la presenza di un terzo polo così debole porti a 114 i collegi uninominali che sarebbero certamente assegnati al centrodestra (al Senato 57), quota che scenderebbe a 100 nel caso in cui il terzo polo dovesse riuscire a raggiungere il 10% al voto del 25 settembre.

Tradotto in altri termini: al momento l’interesse degli elettori verso la lista Azione/Italia Viva appare abbastanza basso, Renzi e Calenda non andrebbero oltre la sommatoria dei consensi dei loro partiti; se le cose dovessero rimanere tali, il terzo polo contribuirebbe indirettamente al larghissimo successo del centrodestra di Meloni, Salvini e Berlusconi. La campagna elettorale, però, è ancora lunga. Se la creatura centrista dovesse riuscire a imporsi, avvicinandosi alla soglia del 10%, significherebbe aver pescato nel bacino elettorale del centrodestra, riaprendo la corsa almeno in alcuni collegi che diventerebbero contendibili per il centrosinistra.

È questo un dato su cui Renzi e Calenda dovranno riflettere, magari per reimpostare la loro campagna elettorale. Il terzo polo potrebbe risalire la china dei sondaggi solo concentrandosi sugli elettori moderati delusi dalle scelte strategiche dei due poli, che evidentemente hanno spostato il proprio asse politico verso destra o sinistra. Non è un caso che in queste ore il leader di Azione sia stato tra i più risoluti a rispondere alla dichiarazione con cui Berlusconi auspicava un cambiamento della Costituzione, parlando di presidenzialismo come "argomento di distrazione" e invitando a concentrarsi su temi cari agli elettori moderati. Simile la scelta di Renzi, che nelle ultime dichiarazioni ha adottato un approccio più conciliante, aprendo anche alla possibilità che dopo le elezioni il terzo polo possa "dare una mano" al futuro governo, nel caso in cui non ci fossero maggioranze chiare. Insomma, la campagna per il voto dei moderati entra nel vivo.

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