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Cosa vuole Flavio Briatore col suo Movimento del Fare (spoiler: un posto alla corte di Salvini)

Flavio Briatore prova a entrare nel dibattito politico in piena crisi di governo, lanciando il Movimento del Fare, ovvero “un gruppo di persone e personalità che metteranno la loro esperienza e le loro competenze a disposizione degli Italiani”. Cosa significa? Politicamente nulla, concretamente un think thank che punta a qualche poltrona nella prossima legislatura.
A cura di Redazione
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Le crisi di governo e la possibilità di nuove elezioni a breve sono da sempre un formidabile catalizzatore di nuove proposte politiche, di candidature spontanee e progetti di ogni tipo e natura. Alla lista delle “discese in campo” si aggiunge ora il nome di Flavio Briatore, che ha lanciato da poco il suo “Movimento del Fare”. È lui stesso a spiegare di cosa si tratti, con un breve post pubblicato sui suoi canali social in cui annuncia di volersi mettere in gioco in prima persona. Il Movimento del fare non è (ancora) un partito, ma un gruppo di “persone e personalità che metteranno la loro esperienza e le loro competenze a disposizione degli Italiani”. Nello specifico, si tratterebbe di “imprenditori e professionisti che insieme, con le loro idee e la loro visione aiuteranno a far ripartire il Paese, creando lavoro e attirando gli investimenti”. Il tutto, ci tiene a specificare Briatore, completamente “GRATIS” (in maiuscolo, anche se non è chiaro chi avrebbe dovuto pagarli…).

C’è già una specie di piattaforma politica, affidata a una serie di punti programmatici: “drastica riduzione del cuneo fiscale, cantieri aperti, riforma della giustizia, abolizione del reddito di cittadinanza, lavoro ai giovani e Turismo come eccellenza del Paese, sono le assolute priorità”, più “tanto altro” di cui ancora non siamo a conoscenza.

Di cosa stiamo parlando, quindi? Non è ancora chiarissimo, ma nella migliore delle ipotesi sembrerebbe una specie di think thank, che intende partecipare al dibattito pubblico con proposte, suggerimenti e idee. Tutto ciò, più realisticamente, sembra preludere a un impegno diretto in politica di Flavio Briatore, “a nome di…”, ovviamente nella grande macchina predisposta dal vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini in vista della prossima campagna elettorale. Del resto, in una breve intervista al Foglio, Briatore si era già detto pronto ad accettare una proposta di Salvini, “a patto di esser messo nelle condizioni di fare le cose” e non aveva risparmiato elogi nei suoi confronti: “Gli italiani di chiacchiere ne hanno già sentite troppe. Matteo farebbe bene ad andare per la sua strada: la gente gli manifesta affetto nelle piazze perché si aspetta da lui gesti concreti per dare una scossa al paese con una squadra di gente preparata e capace”.

Ecco, Briatore certamente si vedrebbe bene in questa squadra di gente preparata e capace. Vedremo se il suo pensiero sarà condiviso da Salvini e dagli elettori, insomma.

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