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Crisi di Governo 2022

Cosa succede se Draghi viene sfiduciato mercoledì in Parlamento

Nulla è ancora deciso e mercoledì il governo Draghi potrebbe tanto proseguire quanto cadere a nove mesi dalla fine della legislatura. E in tal caso, che succede?
A cura di Annalisa Girardi
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È difficile fare previsioni su cosa accadrà mercoledì, quando Mario Draghi sarà in Aula per verificare la fiducia. Nel Movimento Cinque Stelle, del resto, non sembra ancora chiaro quale sia la linea da tenere in Aula, con l'ala governista che spinge per confermare il presidente del Consiglio e far rientrare la crisi di governo, mentre diversi parlamentari sono per lo strappo definitivo. E molto dipende anche dallo stesso Draghi, che dovrà decidere se andare avanti con una maggioranza traballante e un mandato che, come emerso con il decreto Aiuti, rischia di venire meno. Insomma, nulla è ancora deciso e mercoledì il governo Draghi potrebbe tanto proseguire quanto cadere a nove mesi dalla fine della legislatura. E in tal caso, che succede?

Le ipotesi in campo sono diverse. La prima: il voto anticipato. Se Draghi non dovesse avere la fiducia del Parlamento mercoledì (o se ritenesse di ricevere un mandato troppo debole per proseguire) la crisi sarebbe di fatto aperta e il governo cadrebbe. A quel punto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrebbe sciogliere in anticipo le Camere e si andrebbe a elezioni anticipate. Gli italiani potrebbero quindi tornare alle urne appena dopo l'estate, probabilmente tra settembre e ottobre. In autunno si formerebbe quindi un nuovo governo.

Questa non è però l'unica possibilità nel caso in cui Draghi dovesse cadere mercoledì. Se il presidente del Consiglio decidesse di lasciare, per una ragione o per un'altra, Mattarella potrebbe anche rifiutarsi di sciogliere le Camere. E piuttosto dare l'incarico a un nuovo tecnico, che avrebbe il compito di traghettare il Paese alla scadenza naturale della legislatura nel 2023, portando nel frattempo a termine tutte le riforme in agenda.

Più difficile l'opzione di un nuovo accordo tra le forze politiche in Parlamento per la formazione di un nuovo governo senza Draghi fino al 2023. Al momento diversi partiti spingono perché si continui con questa conformazione (o senza i Cinque Stelle) e non si vada al voto anticipato. Ma, come abbiamo detto, molto dipende anche da quello che deciderà di fare Draghi. 

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