Cosa chiederanno Pd, M5s, Avs e Iv a Meloni durante il premier time al Senato: i testi delle interrogazioni

Si avvicina il momento dell'atteso premier time, cioè il question time con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, un momento di confronto tra la presidente e le opposizioni nell'Aula del Senato, in un primo momento programmato per il 23 aprile, poi slittato per consentire la commemorazione di Papa Francesco da parte delle Camere riunite. Meloni risponderà alle interrogazioni a risposta immediata, che verranno poste dalle opposizioni. Una circostanza simile non si verifica da oltre un anno fa: l'ultima volta che la presidente del Consiglio si è presentata al Senato per rispondere alle interrogazioni dei senatori era novembre 2023; alla Camera ha risposto a un question time a gennaio 2024. Sarà possibile seguire la diretta su Fanpage.it.
Al centro dei quesiti posti da Pd, M5s e Avs, c'è il tema dei dazi e dei rapporti tra governo italiano e Stati Uniti, dopo i colloqui che Meloni ha avuto con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e con il suo vice Vance, durante i quali l'Italia ha sottoscritto una serie di impegni con l'amministrazione americana. Meloni ha promesso maggiori sforzi per "rafforzare la cooperazione" tra i due Paesi, con investimenti per 10 miliardi di euro; più importazioni di gas naturale liquefatto dagli Usa, ma anche gli impegni condivisi a non discriminare fiscalmente le Big Tech, a rafforzare la cooperazione sulla Difesa, a proteggere infrastrutture e tecnologie critiche e sensibili utilizzando solo fornitori affidabili, a sviluppare il corridoio economico India-Medio Oriente-Europa, a cooperare in materia spaziale con due missioni su Marte nel 2026 e 2028; infine l'Italia contribuirà alla rinascita della cantieristica navale americana e gli Usa valuteranno opportunità di investimento offerte dalle Zes. Alla luce di questi impegni, i partiti di minoranza hanno chiesto a Meloni maggiori dettagli sulle varie questioni sul tavolo.
Ricordiamo che Meloni alla Casa Bianca aveva ottenuto da Trump la promessa di una visita a Roma, magari prima del del summit della Nato previsto a l'Aja dal 24 al 26 giugno, durante la quale il presidente Usa si era detto anche disposto a vedere i vertici europei, per proseguire il negoziato sui dazi. Ma una data ancora non è stata fissata.
Trump, dazi e bollette: i temi delle interrogazioni
Non solo Trump e dazi. Al centro delle interrogazioni ci sono pure il caro bollette e le riforme. In particolare il leader di Iv, Matteo Renzi, ha anticipato che sarà proprio questo il tema del suo intervento. "Giorgia Meloni -scrive oggi l'ex premier nella enews – non è capace di guidare il Paese. E domani al question time glielo ricorderò gentilmente di persona".
L'interrogazione di Italia viva
Come si diceva, il testo dell'interrogazione di Matteo Renzi a Meloni riguarda il tema delle riforme. In particolare, si chiede "quali siano tre riforme che il governo ritiene ancora fondamentali e intende realizzare entro la fine della legislatura", visto che da quando Meloni ha ha definito il suo programma elettorale, il quadro internazionale e finanziario è radicalmente mutato, così come sono cambiati gli equilibri geopolitici.
L'interrogazione del M5s
Il testo del M5s si concentra sui dazi e sulla situazione economica delle famiglie. Nelle premesse dell'interrogazione del M5s si legge che "La situazione è drammatica, ma il Governo, con l’ultimo decreto “bollette”, è riuscito a scontentare tutti, deludendo le famiglie, bisognose di sostegni più concreti, e facendoinfuriare il tessuto industriale per l’assenza di misure efficaci per sostenere gli alti prezzi dell’energia".
Si ricorda che "L'impatto dei dazi imposti dall'amministrazione USA nei confronti dei prodotti commerciali europei rischia di assestare il colpo definitivo: secondo Svimez possono costare all'Italia fino a 5,4 miliardi di euro di PIL, con una perdita occupazionale stimata tra 27mila e oltre 76mila unità lavorative annue",
Peri pentastellati "il Governo ritrova la voce per sbandierare i dati sull’occupazione (sempre più povera) ma dovrebbe, più responsabilmente, preoccuparsi e adoperarsi per tutelare la qualità e il reddito dei lavoratori: il DFP attesta l’aumento della pressione fiscale sui dipendenti e l’incremento delle ore di cassa integrazione mentre, di converso, la produttività si riduce".
Al centro delle preoccupazioni del partito di Conte c'è anche il Pnrr è in particolare l'effettiva "capacità del nostro Paese di spendere, entro 20 mesi, oltre 140 miliardi di euro, a fronte di una stima del 40% di cantieri in ritardo e di circa 42 miliardi di euro di progetti per i quali ancora non sono stati identificati i soggetti attuatori". Si ricorda inoltre il dato che rigiarda la produzione industriale italiana "che ha appena stabilito un ulteriore record, ma in negativo: 25 mesi consecutivi di calo".
Si chiede perciò al governo "a fronte del trionfale annuncio relativo ai 10 miliardi di euro di investimenti delle imprese italiane negli Stati Uniti", quali iniziative di carattere strutturale intenda prendere "per rilanciare gli investimenti e il rafforzamento della produzione industriale in Italia e se, a tal fine, non ritenga opportuno riproporre il modello virtuoso rappresentato dal Piano Transizione 4.0; quali impegni intenda assumere in merito all’incremento della spesa militare italiana e attraverso quali risorse, strumenti e procedure contabili intenda perseguire tale obiettivo e se ritenga diconfermare che il nostro Paese non farà ricorso in alcun modo alla proposta avanzata dal Commissario Europeo, Raffaele Fitto, di utilizzare le risorse del Fondo di coesione per finanziare le spese militari".
L'interrogazione del Pd
Il Pd invece punta sul caro bollette. L'interrogazione è a firma di Bazoli, Lorenzin, Nicita, Mirabelli, Irto, Zambito, D'Elia, Basso, Zampa Rossomando.
Nelle premesse si legge : "Apprendiamo dalla dichiarazione congiunta trasmessa dalle due Amministrazioni all'indomani del bilaterale di Washington del 17 aprile, la supposta special relationship tra il Presidente del Consiglio italiano e il Presidente degli Stati Uniti d'America si sostanzia in una corposa promessa di acquisto di gas liquefatto notoriamente più costoso delle altre modalità e fonti di approvvigionamento – a discapito di analoghe promesse di acquisto di fonti energetiche fatte a partner definiti strategici da questo stesso Governo (si pensi alla Libia e agli altri Paesi del Nord Africa) e senza un'analisi di impatto sui costi per cittadini e imprese".
Si mettono poi in evidenza i costi per l'energia che gli italiani stanno sostenendo negli ultimi mesi: "A partire dal mese di gennaio 2025, si registra un diffuso aumento di tariffe, imposte, tributi e dei prezzi su diversi beni e servizi essenziali che andranno ad incidere in misura consistente sui bilanci delle famiglie e sul loro potere d'acquisto, contribuendo ad incrementare la pressione fiscale posta a carico dei contribuenti"
Nell'intervento del capogruppo Francesco Boccia si chiede a Meloni "quale sia il contenuto e il dettaglio dell'impegno preso dal Governo italiano nel bilaterale con il Presidente Trump circa il promesso incremento degli acquisti" di gas dagli Usa. Inoltre, i dem chiedono al governo di chiarire "se e quali misure intenda adottare per neutralizzare in bolletta i maggiori costi previsti che ricadranno su cittadini ed imprese e come si concilia questo nuovo impegno internazionale con quelli già in essere con i Paesi del Nord-Africa, in special modo con la Libia".
Inoltre si domanda quali siano i motivi ostativi ad iniziare il percorso per arrivare l disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell'energia, considerato che il Governo non assume posizioni nette in merito in sede europea e contestualmente si rifiuta di mettere in campo strumenti nazionali, anche soltanto temporanei, che attenuino gli effetti pregiudizievoli per cittadini e imprese (come: tassazione degli extra profitti dei produttori che beneficiano del prezzo marginale; sussidi reali ed efficaci ai consumatori per sterilizzare l'impatto sulle bollette; stipula di contratti a lungo termine – come i contratti per differenza Cfd – per le nuove rinnovabili, evitando che siano legate al prezzo del gas): quali misure intenda adottare il Governo, e in che tempi e modalità, per contenere ed invertire il trend di incremento di tariffe e bollette di cui in premessa che gravano su diversi benie servizi essenziali per famiglie ed imprese, stante il palese fallimento degli strumenti finora impiegati, da ultimo il c.d. decreto bollette".
L'interrogazione di Avs
Alleanza Verdi Sinistra "chiede di sapere quali siano le ragioni a fondamento della decisione di garantire 40 miliardi di euro dei cittadini italiani al governo Usa". È questa la conclusione dell'interrogazione a risposta immediata che sarà letta domani in aula al Senato durante il permier time.
Nella premessa, gli interroganti ricostruiscono l'incontro avvenuto a Washington il 17 aprile scorso fra Meloni e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, "organizzato con l'intento di far retrocedere il presidente americano Trump dalle ultime decisioni sui dazi" ma che "si è concluso con la promessa da parte della presidente del Consiglio di aumentare le spese militari; di aumentare l'importazione dagli Stati Uniti del gas liquido GNL, costoso e inquinante: una scelta che invertirebbe il trend di riduzione iniziato con la guerra in Ucraina e rappresenterebbe un passo indietro in ottica di transizione verso le rinnovabili; in ultimo, con la promessa di investimenti diretti delle imprese italiane nel mercato statunitense per un controvalore di circa 10 miliardi di euro".
Dopo aver ricordato che "l'Italia è uno dei paesi più esposti ai dazi sulle importazioni dall'Ue adottati da Donald Trump il 2 aprile scorso, poi parzialmente sospesi dopo i preoccupanti scricchiolii del mercato obbligazionario", i senatori di Avs affermano: "La presidente del Consiglio è ufficialmente andata negli Usa con l'obiettivo di ottenere la rimozione dei dazi ma ritorna a casa senza aver conseguito alcun risultato apprezzabile se non ai danni dell'Italia".