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Caso Todde in Sardegna, Consulta annulla la decadenza: cosa dice la sentenza e cosa succede ora

Alessandra Todde rimane presidente della Sardegna. Non spettava al Collegio elettorale imporre la sua decadenza. Lo ha deciso la Corte costituzionale, in una sentenza che ha annullato in parte l’ordinanza del Collegio. Non solo le violazioni riscontrate non erano quelle che prevedono la decadenza, ma in ogni caso la decisione spetta al Consiglio regionale.
A cura di Luca Pons
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Alessandra Todde rimane presidente della Sardegna. "Non spettava al Collegio regionale di garanzia elettorale" – che alla fine del 2024 dichiarò decaduta la presidente della Sardegna per alcune irregolarità nelle spese elettorali – "imporre la decadenza dalla carica del candidato eletto". Dunque la parte dell'ordinanza-ingiunzione che aveva imposto la decadenza di Tosse "è annullata". Lo ha scritto la Corte costituzionale, in una delle due sentenze pubblicate oggi riguardanti il caso della presidente sarda, esponente del Movimento 5 stelle.

La Regione aveva presentato due ricorsi, e il primo, quello più importante, è stato accolto. La decadenza di Todde avrebbe portato allo scioglimento del Consiglio regionale e a nuove elezioni. "Cosa diranno ora i garantisti ‘a senso unico' del centrodestra?", ha chiesto sui social Giuseppe Conte, esultando.

Todde resta presidente della Sardegna: cosa dicono le sentenze della Consulta

Il punto politico più rilevante viene dalla prima sentenza, che riguarda direttamente l'ordinanza. Era stato il Collegio elettorale, il 20 dicembre 2024 (con una decisione poi notificata a gennaio), a imporre la decadenza di Todde dalla carica di consigliera regionale e, quindi, anche di presidente, per la "violazione, sotto diversi profili, della disciplina sulle spese della campagna elettorale". Oggi, la Corte ha detto che è stato un errore.

Non significa che quelle violazioni non ci siano state. Su questo, la Consulta non era chiamata ad esprimersi, e semmai toccherà a un tribunale civile farlo. Il fatto è "nessuna delle pur gravi riscontrate violazioni" è tra le cause che la legge prevede per la decadenza. Per questo "non spettava al Collegio regionale di garanzia elettorale di imporre la decadenza del Presidente della Regione".

Il Collegio ha un compito specifico: valutare, dal punto di vista amministrativo, se qualcuno non ha rispettato le norme sulle spese elettorali. Le decisioni sulla decadenza spettano solo al Consiglio regionale, tanto più se riguardano la presidente di Regione – se decadesse lei, si dovrebbe tornare a nuove elezioni.

Resta comunque aperta una questione, cioè la "possibilità di riqualificazione dei fatti". Un tribunale civile può ancora prendere in mano le questioni sollevate dal Collegio elettorale e stabilire se, in realtà, ci siano gli estremi per accusare Todde di violazioni più gravi. Ma per quanto riguarda l'ordinanza del Collegio elettorale, questa viene annullata nella parte che imponeva la decadenza della presidente di Regione. L'ordinanza resta valida nelle sue altre parti. In particolare, rimane attiva una sanzione da 40mila euro nei confronti di Todde.

Come detto, le sentenze della Corte costituzionale riguardanti il caso Todde sono state due. La prima ha riguardato direttamente il Collegio elettorale. Ma c'era anche un altro caso giudiziario aperto in conseguenza del primo.

Subito dopo la decisione del Collegio, Todde stessa aveva fatto ricorso al Tribunale di Cagliari, chiedendo di annullare il provvedimento. A maggio, però, il tribunale aveva respinto questo ricorso da parte della presidente. Tra le motivazioni si diceva già che non spettava al Collegio di garanzia esprimersi sulla decadenza di Todde, e nemmeno al tribunale stesso, ma solo al Consiglio regionale.

A quel punto la Regione Sardegna aveva fatto un nuovo ricorso alla Corte costituzionale, quello al centro della seconda sentenza pubblicata oggi. La Consulta ha deciso che però questo ricorso non era valido per un semplice motivo: la sentenza non riguardava la Regione, ma solo Todde personalmente. In ogni caso, l'obiettivo della presidente è stato raggiunto con la prima sentenza della Corte, che ha annullato l'ordinanza sulla sua decadenza.

Esultano Pd e M5s, Conte: "Nessun rischio decadenza, cosa dirà ora la destra?"

Tra i primi a esultare c'è stato Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 stelle: "Alessandra Todde non ha compiuto nessun atto a rischio di decadenza". E ancora: "Cosa diranno adesso i garantisti ‘a senso unico' del centrodestra che scudano i loro ministri e sottosegretari e finanche i criminali libici per ogni possibile violazione del diritto interno e internazionale e poi invece tentano di ribaltare il voto espresso democraticamente dal popolo sardo, con cavilli giuridici e campagne denigratorie? Alessandra continua a lavorare così, con passione e determinazione, che le donne e gli uomini di Sardegna sanno distinguere!".

Sempre nel M5s, la senatrice sarda Sabrina Licheri ha parlato di "un'ottima notizia per l'isola e tutti i suoi cittadini", e ha criticato "i violenti e strumentali attacchi della destra". Il senatore sardo del Partito democratico Marco Meloni ha detto che la decisione "ristabilisce il rispetto delle regole e della volontà popolare, smentendo chi ha provato a forzare le regole per convenienza politica". Il deputato dem Silvio Lai ha espresso "da parte dei democratici della Sardegna le congratulazioni alla presidente per l'esito del ricorso, con la certezza di poter proseguire serenamente nel lavoro di rilancio nella nostra Regione".

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