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Covid 19

No, dopo il nuovo decreto non è vietato correre al parco

Con il nuovo decreto del governo, che ha chiuso tutte le attività commerciali non essenziali, per limitare la diffusione del coronavirus, l’attività motoria all’aperto è ancora consentita, “a patto che non in gruppo e che si rispetti la distanza interpersonale di un metro”. Restano valide le disposizioni del decreto ‘Io resto a casa’.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo l'ultimo decreto del governo per il contrasto della pandemia di coronavirus, il Dpcm dell'11 marzo, è ancora possibile andare a correre al parco? La risposta è sì. Buone notizie quindi per i runners e per chi si allena all'aria aperta. Per rallentare la diffusione del Covid-19 non occorrerà infatti sospendere del tutto l'attività motoria. Ma bisogna rispettare alcuni accorgimenti.

Dopo i tre Dpcm che da domenica 9 marzo hanno progressivamente ridotto le attività sociali, nell'ottica di una limitazione generale degli spostamenti dei cittadini e gli assembramenti, per evitare il moltiplicarsi dei contagi, è stata disposta la sospensione di tutte le manifestazioni sportive, intese appunto come competizioni strutturate e normate dalle federazioni, che hanno finalità aggregative e ludiche. Nello stesso quadro sono stati anche vietati gli allenamenti degli atleti (tranne quelli che si allenano in vista della loro partecipazione ai giochi olimpici). Sempre con lo stesso decreto è stata stabilita la chiusura delle palestre e delle piscine. Sul sito del ministero della Salute si legge infatti: "Sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Restano consentite solo quelle organizzate da organismi sportivi internazionali, all'interno di impianti a porte chiuse o all'aperto senza la presenza di pubblico".

Il decreto ha allargato le misure restrittive precedentemente applicate solo quella che veniva definita ‘zona rossa', poi definitivamente superata (e cioè Lombardia e le 14 province del Nord più colpite dal coronavirus), a tutto il territorio nazionale. E quindi ha stabilito lo stop, fino al prossimo 3 aprile, delle attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri  benessere, centri termali (fatta eccezione per l'erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri  sociali, centri ricreativi.

Nelle faq che sono state poi diffuse da Palazzo Chigi sul decreto ‘Io resto a casa' si viene chiarito ulteriormente quali sono attività consentite e quali no: alla domanda ‘Posso fare sport o andare a vedere una partita?' si specifica: "No, le attività sportive sono sospese e saranno chiuse palestre, piscine e centri sportivi. È consentito svolgere attività motorie all'aperto mantenendo molto la distanza dalle altre persone ed evitando assolutamente attività sportive in gruppo". L'indicazione è chiara, e il nuovo decreto dell'11 marzo, che ha chiuso le attività commerciali non essenziali non modifica quando stabilito per l'attività fisica nel precedente Dpcm. È del resto lo stesso governo a specificarlo, ancora una volta nella sezione ‘domande frequenti', aggiornata dopo le nuove disposizioni. Così recita il punto 9: "È consentito fare attività motoria? Sì, l’attività motoria all’aperto è consentita purché non in gruppo". Questa risposta non lascerebbe spazio a interpretazioni.

A fugare ulteriormente i dubbi ci pensa però il punto 12: "L’accesso a parchi e giardini pubblici è consentito?
Sì, parchi e giardini pubblici possono restare aperti per garantire lo svolgimento di sport ed attività motorie all’aperto, come previsto dall'art.1 comma 3 del dpcm, a patto che non in gruppo e che si rispetti la distanza interpersonale di un metro". Muovendosi nell'ambito di queste faq non si rischia dunque di sbagliare. E probabilmente il governo, nel consentire l'attività motoria all'aperto ha seguito questa ratio: la salute pubblica della collettività è l'obiettivo principe da perseguire, ma il decreto non può essere in contrasto con la funzione curativa, di mantenimento e preventiva che ha l'attività motoria, secondo le linee guida emanate dal ministero della Salute.

Si ricorda comunque che per muoversi, anche a piedi, servirà avere con sé il modulo dell'autocertificazione e una giustificazione valida per motivare lo spostamento, che comunque deve avere come finalità principalmente l'acquisto di beni alimentari, farmaci, prodotti di prima necessità.

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