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Ministro Boccia: “Dopo emergenza Coronavirus non si potrà mai più tagliare sulla sanità”

Secondo il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, l’emergenza Coronavirus cambierà definitivamente il modo di vedere il sistema sanitario nazionale: “Non si potrà mai più tagliare, ma solo investire. Sulla salute non si dovranno più fare passi indietro, non si dovrà mai più risparmiare”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Una delle conseguenze dell’emergenza Coronavirus è che da ora in poi cambierà completamente il modo di vedere il sistema sanitario nazionale. Ne è certo il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, che in un’intervista a Repubblica afferma: “Non si potrà mai più tagliare, ma solo investire”. Boccia spiega: “Dobbiamo capire che questa crisi non è temporanea, sta cambiando il mondo. Noi italiani ne usciremo ancora più convinti che il diritto universale alla salute è una conquista che ci hanno dato i nostri nonni e che abbiamo il dovere di trasmettere ai nostri nipoti. Sulla salute non si dovranno più fare passi indietro, non si dovrà mai più risparmiare”. Il ministro, comunque, riconosce che ci sono stati degli errori in passato: “Si sono anche fatti tagli dove non andavano fatti. Fino a un mese fa pensavamo che 5300 posti di terapia intensiva fossero un lusso, ora scopriamo che potremo salvarci, forse, se arriviamo a 15mila".

Boccia rivolge anche un appello alle opposizioni: “Spero che quando si voterà il decreto per l'emergenza economica, il tabellone mostri solo luci verdi. Se i partiti scoprissero lo stesso senso di comunità delle persone che in questi giorni escono a cantare sui balconi, saremmo un Paese migliore”. Poi c’è la questione Lombardia, che il governo non ha sottovalutato secondo il ministro per gli Affari regionali: “Siamo stati i primi a dire che era necessario inasprire le misure di contenimento del virus, nei giorni in cui i principali comparti economici del nord – e forze politiche lì ben radicate – dicevano il contrario. Siamo stati molto rigorosi e molto attenti nel considerare emergenza nazionale quel che stava accadendo”.

Altra polemica è quella sui tamponi, con alcune Regioni che chiedono di farne di più: “Il governo segue le indicazioni della comunità scientifica, che per ora non ha segnalato la necessità di fare tamponi agli asintomatici. Il Veneto lo sta facendo, ma non so se sia questo il motivo per cui sta riuscendo con più successo della Lombardia ad arginare il contagio”. Tornando sulla questione lombarda, Boccia sottolinea che si tratta della Regione “che ha avuto più materiali di tutti. L'ad di Invitalia Domenico Arcuri ha garantito altri 200 ventilatori che saranno consegnati a partire da mercoledì prossimo e che si sommano ai 200 già consegnati. Parliamo di risorse aggiuntive rispetto a quanto la regione ha potuto reperire da sola, perché sono solitamente le regioni a occuparsi del fabbisogno sanitario. Vorrei anche che fosse apprezzata la solidarietà di altre regioni, più piccole e più povere, che hanno messo a disposizione le loro strutture. Il sistema Cross della Protezione Civile ha trasferito oltre 40 persone dal nord al sud perché possano essere curate al meglio”.

Altra polemica con la Regione Lombardia è quella sulle mascherine consegnate nelle scorse ore: “Sapevano tutti che quelle in distribuzione non erano le mascherine per i medici, ma per gli operatori dei corridoi o per chi porta i pasti ai lavoratori nelle aziende. Nelle ore in cui dalla Lombardia partiva una polemica inutile, stucchevole e sgradevole la presidente della Calabria ci ringraziava”. Infine, un commento sulla nomina di Guido Bertolaso come consulente del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana: “Bertolaso non avrebbe mai detto quel che ha detto Gallera sulle mascherine, perché conosce e rispetta il lavoro della Protezione civile. Sarà importante per Arcuri e per il governo confrontarsi con un tecnico come lui. Ci saranno meno fraintendimenti”.

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