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Covid 19

Conte: “Governo ha fatto il massimo, la storia ci giudicherà. Ora è tempo dell’azione”

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è intervenuto nell’Aula della Camera, per riferire sulle iniziative assunte dal governo per fronteggiare l’emergenza Covid-19: “Siamo all’altezza del compito che il destino ci ha riservato? La storia ci giudicherà, verrà il tempo dei bilanci, delle valutazioni su quello che avremmo potuto fare e non è stato fatto”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"La diffusione dell'epidemia ha innescato in Italia e in Europa una crisi senza precedenti. La necessità di contenere il contagio ci sta costringendo a rivedere le nostre abitudini. Ogni giorno siamo costretti a registrare nuovi decessi. Non avremmo mai pensato di guardare immagini in cui sfilano autocarri dell'Esercito che trasportano le bare dei nostri concittadini". Conte è intervenuto alla Camera, per riferire sulle azioni condotte dal governo per fronteggiare l'emergenza. Il presidente del Consiglio è intervenuto tra i ministri Di Maio ed Azzolina. Davanti a lui, nel banco dei sottosegretari, prendono posto i ministri Lamorgese, D'Incà, Bonafede e Bonetti. Nessuno dei membri del governo indossa la mascherina, come la maggioranza dei deputati.

Le parole di cordoglio del Premier Conte rivolte ai parenti delle vittime sono state seguite da un lungo applauso. "Permettetemi di rivolgere un ringraziamento agli sforzi straordinari al personale sanitario che rischia la vita per salvare quella degli altri. Mi ha scritto Michela, un'infermiera che lavora al reparto Covid dell'ospedale di Senigallia. Con grande dignità mai ha chiesto che questi sforzi non siano dimenticati quando l'emergenza sarà finita. Ma noi non ci dimenticheremo di voi, di queste giornate così stressanti, così rischiose. Stiamo combattendo un nemico insidioso, che entra nelle nostre case, ci ha imposto di ridefinire le relazioni interpersonali, che divide le nostre famiglie, che ci fa sospettare di mani amiche, ci ha condotto a limitare i nostri spostamenti per mitigare il rischio di una diffusione incontrollata. È una sfida economica, sociale, che ci coinvolge tutti, settore pubblico e privati, rappresentanti delle istituzioni e semplici cittadini".

"Il governo sa che le decisioni comportano condizionamenti che incideranno anche sul futuro. Saremo all'altezza? La storia ci giudicherà, verrà il tempo dei bilanci, tutti avranno la possibilità di sindacare".

Conte ha citato quindi le pagine manzoniane sulla peste: "Proprio in quest'opera viene ricordato un antico proverbio, ancora oggi fortemente in auge, per cui ‘del senno del poi son piene le fosse'. Ci sarà un tempo per tutto, ma oggi è il tempo dell'azione e della responsabilità, quella massima compete al governo. E per questo sono qui a riferire sulle nostre azioni. Ma la responsabilità è di tutti i cittadini, anche di voi membri del Parlamento. Ci sarà tempo per tutto, ma questo è il tempo dell'azione. Il governo ha agito con la massima determinazione, con assoluta speditezza, approntando le misure di massima precauzione, a partire dal 22 gennaio, quando abbiamo adottato vari interventi cautelativi, come la task forze presso il ministero della Salute, il divieto di atterraggio i voli provenienti dalla Cina, il 27 gennaio. Il 31 gennaio abbiamo istaurato lo stato di emergenza nazionale, per sei mesi, Ricordo che l'organizzazione della sanità è materia di competenza delle Regioni".

"Il primo caso di paziente positivo in Italia è stato scoperto il 21 febbraio, e poi sono esplosi gli altri casi". Conte ha quindi passato in rassegna i vari dpcm emanati nell'ultimo mese. "Le misure prese sono basate sulle indicazioni del comitato tecnico scientifico, e sono state contraddistinte dalla gradualità. I principi ai quali ci siamo attenuti sono stati quelli della massima precauzione ma contestualmente anche quelli della proporzionalità dell'intervento all'obiettivo. È questa la ragione della gradualità delle misure. Abbiamo dovuto costruire in metodo di azione d'intervento che mai era stato sperimentato prima, perché il nostro ordinamento non prevede specificamente uno stati di emergenza. Abbiamo ravvisato nel dpcm lo strumento più idoneo perché agile e in grado di adattarsi alla mutevolezza della situazione, ma in ogni situazione abbiamo sempre dialogato con le Regioni o con la conferenza Stato-Regioni".

"Per la prima volta, dalla fine del secondo conflitto mondiale, siamo stati costretti a limitare delle libertà fondamentali. C'è stato il massimo coinvolgimento delle regioni e anche il coinvolgimento delle parti sociali. Con il dpcm dell'11 marzo abbiamo stabilito la chiusura delle attività commerciali non essenziali, quelle di vendita al dettaglio. Il 14 marzo, dopo un lungo confronto con i sindacati, abbiamo siglato un protocollo per garantire livelli elevati di sicurezza per i lavoratori nei luoghi di lavoro". Stilare poi la lista delle attività essenziali che non chiuderanno è stata "di complessa elaborazione", perché "la selezione delle filiere essenziali, in ragione della forte interconnessione, è risultata molto elaborata e delicata", aggiunge Conte.

"Sono consapevole della necessità del coinvolgimento del Parlamento", che il presidente del Consiglio considera "doveroso". Il governo infatti informerà le Camere "ogni quindici giorni", e tutti i "decreti" sono stati trasmessi al Parlamento.

"Siamo lavorando per incrementare il sostegno alla liquidità e al credito che già, con il decreto ‘Cura Italia' già adottato, è in grado di mobilitare la cifra di 350 miliardi di euro. Con il nuovo intervento normativo, a cui stiamo già lavorando, confidiamo di pervenire a uno strumento complessivo altrettanto significativo rispetto a quanto sin qui operato. Interverremo anche con stanziamenti aggiuntivi di non minore importo rispetto ai 25 miliardi già stanziati con il primo decreto", spiega ancora il premier.

Lo Stop al patto di stabilità "è stato essenziale per ulteriori stanziamenti di risorse. Tuttavia l'impatto finanziario della pandemia sarà tale da chiedere alla governance dell'eurozona un salto di qualità all'altezza della sfida. L'unione monetaria potrà uscire vincitrice solo se le sue istituzioni saranno rafforzate nel segno della solidarietà e dell'unità. L'Italia sta lavorando alla creazione di strumenti di debito comune dell'eurozona".

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