Conte avverte: “Non starò appeso a Di Maio e Renzi, mettere fine agli interessi personali”

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rivendica il suo ruolo e la sua leadership e rilancia il piano riformatore del governo. In un’intervista al Corriere della Sera Conte lancia un messaggio ai suoi alleati di governo: “Abbiamo vinto lo sprint dei 100 metri. Ora parte la maratona delle riforme strutturali per cambiare davvero il Paese”. E la prima domanda riguarda i diktat di Renzi e Di Maio, con il Pd che chiede al presidente del Consiglio di non stare appeso ai due leader di M5s e Italia Viva: “Stare appeso non è nel mio carattere e la forza ci viene dai risultati. Più che di una verifica, si tratterà di un rilancio”.
Le liti interne alla maggioranza, però, rimangono: “C’è qualche segno di incertezza, i cittadini si aspettano massima chiarezza dal governo e dalle forze di maggioranza. Io ho le idee ben chiare. Il dibattito pubblico di queste settimane non ci ha fatto bene, perché ha restituito l’immagine di una maggioranza in cui sono tanti i tentativi di rimarcare uno spazio politico autonomo, di appuntare bandierine. Dobbiamo correre tutti insieme”. Le riforme che il governo vuole mettere in campo “richiedono gioco di squadra e massima determinazione a perseguire l’interesse generale. Inviterò tutti ad abbracciare questo spirito e pretenderò da tutti un chiaro impegno”.
Di Maio e Renzi, però, sembrano porsi in competizione con Conte: “A me interessa rilanciare il lavoro di squadra, per governare nell’interesse degli italiani. Con Luigi Di Maio ci conosciamo meglio e abbiamo buoni rapporti personali. Con Renzi non ho avuto molte occasioni, ma mi farà piacere incontrarlo presto. Io non ho problemi con nessuno perché faccio del dialogo il principio metodologico della mia azione. La manovra è stata il frutto di questo confronto e sono convinto che affineremo ancora meglio questo metodo, già a partire da gennaio”.
Le riforme di quella che Conte definisce agenda 2023 sembrano, al momento, mancare di idee forti come il reddito di cittadinanza o la quota 100, ma qualche progetto il presidente del Consiglio lo ha in mente: “Dobbiamo lavorare per tagliare ancor più le tasse. Occorre una decisa riforma dell’Irpef e della giustizia tributaria. Dobbiamo abbreviare i tempi dei processi penali e civili. Dobbiamo rilanciare il piano degli investimenti, con razionalizzazione delle risorse pubbliche, più efficace partenariato pubblico-privato, riduzione dei lacci burocratici, semplificazione del quadro normativo, sostegno alle piccole e medie imprese. E accelerare la digitalizzazione della pubblica amministrazione”.
Arrivando poi alla manovra, a Conte viene chiesto del passo indietro su plastic tax e sugar tax: “Abbiamo indirizzato il nostro sistema produttivo verso prodotti eco-compatibili e meno dannosi per la salute, dosando il loro impatto per dare il tempo alle imprese di adeguarsi. Abbiamo stanziato oltre 3 miliardi nel prossimo triennio per un Fondo dedicato a interventi ‘verdi’ e, sul fronte dell’economia circolare, abbiamo previsto un credito d’imposta al 10% per le imprese che adottano processi virtuosi”. Infine, la discussione sul Mes: “Il dibattito pubblico è rimasto inquinato da uscite mistificatorie e non ha aiutato gli interessi dell’Italia l’insieme di falsità propagandate dalla coppia Salvini-Borghi. La Lega che ho conosciuto io aveva respinto le pulsioni antieuropeiste, mentre ora vedo che la golden share è in mano a chi vuole portare l’Italia fuori dall’euro. Ma allora lo si dica, senza prendere in giro i cittadini e le altre forze politiche di centrodestra”.