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Conte è stanco delle polemiche: “Il Paese vuole chiarezza. Basta alle dichiarazioni contrastanti”

“Il Paese vuole chiarezza: non possiamo permetterci di proseguire con dichiarazioni su differenti sensibilità, sfumature e diversità di accenti. Però questo va fatto a gennaio, adesso parliamo della manovra”: Giuseppe Conte dice basta alle polemiche e afferma che dal prossimo anno si dovranno rivedere gli obiettivi della coalizione giallorossa e le priorità delle forze politiche. Poi passa alla questione Arcelor Mittal, di nuovo al centro dell’attenzione mediatica a causa di alcune indiscrezioni di stampa.
A cura di Annalisa Girardi
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Dopo l'approvazione della legge di Bilancio e del decreto Fiscale, le forze politiche al governo saranno chiamate a fare chiarezza verso quelli che sono gli obiettivi e le priorità. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, parlando con la stampa a margine di un convegno dell'Eni. "Ritengo che ogni cosa abbia il suo tempo. In questo momento il governo, il Parlamento e tutte le forze politiche sono concentrati nell’esame delle misure contenute nella legge di Bilancio e di quelle del decreto Fiscale. E questo ci impegnerà fino alla fine del mese. Un attimo dopo sarà assolutamente necessario ridefinire i punti programmatici, che già abbiamo e che sono alla base dell’iniziativa di governo. Bisognerà indicare le priorità e il cronoprogramma: chiederò alle forze politiche di condividere un percorso su questo piano".

"Il Paese vuole chiarezza"

Per Conte, una volta scavalcata la manovra finanziaria, le forze politiche della coalizione di governo dovranno essere trasparenti verso quelli che sono i propositi giallorossi: "Il Paese vuole chiarezza: non possiamo permetterci di proseguire con dichiarazioni su differenti sensibilità, sfumature e diversità di accenti. Però questo va fatto a gennaio, adesso parliamo della manovra. Io per primo inviterò tutte le forze politiche a fare chiarezza sugli obiettivi. Non c’è bisogno di un nuovo contratto ma di stabilire le priorità e il cronoprogramma".

Il presidente del Consiglio rilancia quindi l'impegno preso: "Non è solo un problema del 2020: noi abbiamo preso l’impegno di governare questo Paese fino al 2023. Alcune urgenze sono riforme strutturali, e non possiamo prendere in giro i cittadini facendo credere che queste si facciano in qualche mese. Abbiamo bisogno di un po’ di tempo per cambiare il Paese. Poi, se le forze politiche dovessero rispondere diversamente perché hanno orizzonti diversi lo dovranno dire e ci confronteremo. Ma in questo momento non ho nessun motivo per dubitare che l’impegno preso durerà fino al 2023".

Per Conte le polemiche di governo sono incomprensibili

Conte risponde poi a una domanda sulla questione Atlantia, il gruppo gestito dalla famiglia Benetton, al centro delle controversie sia per la revoca delle concessioni autostradali messa sul tavolo in seguito alla tragedia del ponte Morandi, sia per la retromarcia all'ultimo momento dal salvataggio di Alitalia. "Nelle mie previsioni l’esito del procedimento aperto nei confronti di Autostrade per l’Italia si risolverà entro fine anno", si limita a commentare Conte.

Il presidente del Consiglio, poche ore prima, è intervenuto al Rome Investment Forum 2019, dove ha messo nel mirino le polemiche fra le forze politiche: "Le polemiche nel dibattito pubblico non fanno bene al Paese, sono incomprensibili". Consentiteci di completare l'ultimo miglio la manovra, una volta che sarà approvata ci dedicheremo a progetto un futuro migliore per il nostro Paese e a progettare le riforme strutturali necessarie, e una magna pars del tavolo sarà dedicata a un programma per realizzare in modo più efficace gli investimenti. Tre le direttrici: una razionalizzazione delle risorse pubbliche rafforzando il partenariato tra pubblico e privato, semplificare il quadro regolatorio e ridurre gli oneri burocratici".

Il negoziato con Arcelor Mittal

Parlando poi con i giornalisti, Conte è anche intervenuto sulle indiscrezioni di stampa secondo cui il colosso dell'acciaio avrebbe proposto al governo un miliardo di euro per abbandonare l'acciaieria di Taranto. Secondo alcuni quotidiani, il ministero dello Sviluppo Economico avrebbe ricevuto una lettera in cui Arcelor Mittal propone un pagamento a nove zeri per la definitiva risoluzione di ogni rapporto sulla vicenda ex Ilva, con la condizione di abbandonare gli impianti entro aprile.

"Con Mittal c’è un negoziato in corso e abbiamo delle controproposte molto efficaci, che vanno nella direzione di cui avevamo già parlato con il signor Mittal. Cioè avviare una robusta e seria transizione energetica, conservare il livello di occupazione possibile e lavorare ancor più duramente verso il risanamento ambientale. Lavoreremo per questi obiettivi: ricordo comunque che il negoziato è solo all’inizio", ha affermato Conte, che non si è voluto esporre ulteriormente sui dettagli del negoziato. Però conferma l'intervento statale: "Posso anticipare, senza rivelare questioni riservate, che è prevista anche la partecipazione di aziende pubbliche. Lo avevo già detto: quando ho parlato di ‘sistema Italia’ intendevo esattamente questo, che siamo disponibili a fare la nostra parte per far sì che questo progetto sia ancora più efficace e ancora più credibile, e per rendere il piano industriale ancora più sostenibile".

E conclude: "Noi stiamo negoziando con il signor Mittal: nel primo incontro a palazzo Chigi è vero, c’è stata chiusura totale da parte del governo perché ci hanno proposto delle condizioni inaccettabili. Nel secondo incontro, però, Mittal ha dichiarato pubblicamente che c’è stato un ottimo dialogo con il governo e abbiamo anche condiviso un comunicato che ha dato avvio alle premesse che vi ho detto".

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