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Consip, Orfini: “Inchiesta strumentalizzata. Chi chiede le dimissioni di Lotti è un clown”

Il presidente del Partito Democratico Matteo Orfini, in un’intervista concessa ad Huffington Post, sostiene che l’inchiesta Consip stia subendo numerose strumentalizzazioni da parte di chi ha l’obiettivo di infangare il Pd. “Vogliono disgregare il Pd per rendere più debole governo e paese in un momento molto delicato”.
A cura di Charlotte Matteini
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matteo orfini

In merito all'inchiesta sugli appalti della Consip che nelle ultime ore sta creando numerosi grattacapi sul piano politico al Partito Democratico a causa del coinvolgimento del ministro Luca Lotti e del padre dell'ex presidente del Consiglio, Tiziano Renzi – entrambi indagati dalla procura di Roma rispettivamente per rivelazione di segreto e favoreggiamento il primo e per traffico di influenze il secondo – il presidente e segretario reggente del Pd Matteo Orfini ha commentato: “Stanno provando a liquidare il Pd. C’è chi gioca allo sfascio, fuori e dentro”, sostanzialmente sostenendo che alcune persone starebbero strumentalizzando l'inchiesta per infangare il Partito Democratico. Con riguardo alle dimissioni del ministro dello Sport Luca Lotti, richieste attraverso una mozione di sfiducia dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega Nord, Orfini dichiara tranchant: "Questa è un richiesta che qualifica chi la fa. Non mi stupisce che a farlo siano i clown del Movimento 5 Stelle. Sono quelli che cambiano il loro statuto per evitare l’obbligo di dimissioni della Raggi di fronte a una valanga di indagini e di avvisi di garanzia e poi si scoprono manettari sugli avversari politici. Il ministro Lotti ha chiarito, esprimendo rispetto e fiducia verso la magistratura".

"Valuterà il governo, ma chiariamoci su un punto", prosegue Orfini: "C’è un’indagine in corso noi abbiamo assoluto rispetto per la magistratura. Vogliamo che indaghi ma non tolleriamo alcuna strumentalizzazione, che ha solo evidenti ragioni politiche. Non abbiamo strumentalizzato quando le vicende giudiziarie hanno riguardato altri, non accetteremo oggi. Dunque, le indagini le fanno i magistrati, i processi nei tribunali, non in tv, anche questo è un principio di sinistra". Secondo Matteo Orfini, il Partito Democratico non può essere tacciato di scarsa trasparenza o familismo perché "in questi anni ogni qual volta ci sono state vicende che riguardavano quelli del Pd siamo stati rigidi e inflessibili".

Nonostante le polemiche degli ultimi giorni, Orfini assicura che il congresso del Partito Democratico andrà avanti e terminerà nei tempi stabiliti. "Nessuno slittamento del congresso. Tutto si farà nei tempi stabiliti. E ci mancherebbe altro. Noi siamo un grande partito e l’idea che in un momento di difficoltà sia un male discutere con i nostri iscritti ed elettori segnala solo una grande paura della democrazia. Abbiamo bisogno di un confronto con loro, per riflettere sui nostri errori e progettare il futuro del paese".

"La rappresentazione che si vuole dare del nostro partito in queste ore tra scandali, presunte irregolarità sul tesseramento, guerriglie interne, scissioni di ceto politico non solo non rappresenta la realtà del nostro partito, ma ha un obiettivo preciso: disgregare il Pd per rendere più debole governo e paese in un momento molto delicato. Perché in questi anni, piaccia o no a chi in passato ha introdotto il pareggio di bilancio in Costituzione e votato la legge Fornero e ora se ne va dal Pd perché poco di sinistra, dicevo piaccia o no, noi siamo stati un baluardo contro scelte che garantivano interessi dei pochi a danni dei molti", spiega Matteo Orfini.

Esiste un tentativo di "liquidare il Partito Democratico, secondo il presidente Orfini. "C’è chi gioca allo sfascio, dentro e fuori il Pd. C’è qualcuno che vorrebbe riportare la politica italiana a questo schema. Da un lato una sinistra che sposa radicalismi da centri sociali e dall’altro quella che trova la sua legittimazione nel salotto buono. Il Pd l’abbiamo fatto per scardinare questa impostazione e dare al paese un grande baricentro riformista. C’è qualcuno che vuole tornare a quel modello, molto meno democratico, molto meno popolare e dunque assai meno di sinistra. Per questo chiedo ai tre candidati uno scatto di orgoglio. Si discuta, ma si difenda tutti assieme, da chi lo attacca e da chi lo infanga, quello che si è faticosamente creato".

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