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Congedo maternità, le donne potranno (se vogliono) lavorare fino al parto

Per le donne lavoratrici in gravidanza sarà possibile lavorare fino alla nascita del figlio, se le condizioni psico-fisiche lo consentono. È una novità contenuta in un emendamento della Lega, approvato in commissione Bilancio alla Camera, nell’ambito delle politiche per la famiglia. Nella manovra in arrivo anche il congedo obbligatorio per i papà, che aumenta da quattro a cinque giorni.
A cura di Annalisa Cangemi
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Per le mamme che lavorano ci sono novità in arrivo: l'hanno ribattezzata ‘maternità agile'. Un emendamento della Lega, approvato in commissione Bilancio alla Camera, nell'ambito delle politiche per la famiglia, stabilisce che le donne in gravidanza, se le condizioni fisiche lo permettono e con il via libera del medico, potranno rimanere al lavoro fino al nono mese,  senza sacrificare l'intero periodo di astensione di 5 mesi a dopo il parto. Il nuovo sistema viene proposto come ‘alternativa' all'attuale, che impone invece l'obbligo di astensione (di uno o due mesi) prima della nascita del bambino, durante i tre mesi dopo il parto e durante i giorni non goduti prima del parto, qualora il parto avvenga in data anticipata rispetto a quella presunta.

Agevolazioni anche per i papà. Un altro emendamento alla manovra approvato in commissione stabilisce infatti che a partire dal 2019 il congedo obbligatorio per i papà aumenterà da quattro a cinque giorni. Viene prorogata anche la possibilità di astenersi dal lavoro per un giorno in più, in sostituzione della madre, in accordo con quest'ultima. "Opzione Donna è nel pacchetto pensioni e ieri sera il congedo di paternità obbligatorio è passato da 4 a 5 giorni", ha annunciato questa mattina il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Luigi Di Maio in un forum all'Ansa, parlando proprio delle misure contenute nella manovra economica in via di definizione.

Tra le altre novità c'è anche l'aumento a 1.500 euro su base annua del buono per l'iscrizione in asili nido pubblici o privati previsto alla legge di bilancio 2017, esteso a ciascun anno del triennio 2019- 2021.

I dati Inps sul congedo parentale nel 2017

A proposito del congedo obbligatorio per le mamme, l'Istituto di previdenza ha ricordato che i fruitori (lavoratori dipendenti privati, Gestione Separata e lavoratori autonomi), nel 2017, sono stati 336.935 (-3,7% rispetto al 2016, pari a 12.958 unità); 222.118 fruitori hanno un'età compresa fra 30 e 39 anni, pari al 65,9% del totale.

I beneficiari di congedo parentale nel 2017 sono risultati pari a 323.277, con un incremento del 3,7% rispetto al 2016. Con riferimento all'età, i beneficiari tra i 30 e i 39 anni e gli ultra quarantenni sono 290.802, con una crescita nel 2017 del 4,6%, pari a 12.836 unità. È quanto rivela il Rendiconto sociale 2017 dell'Inps, presentato questa mattina a Roma dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (Civ) dell'Istituto.

I fruitori degli assegni al nucleo familiare e degli assegni familiari sono stati invece 4.213.758 con una diminuzione rispetto al 2016 del 1,7% pari a 73.673. Nell'ambito delle prestazioni per la genitorialità, le domande per il contributo frequenza asili nido sono state 108.054, mentre nei primi sei mesi del 2018 sono state 96.784. Tra quelle pervenute nel 2017 è stato accolto il 75,2% pari a 58.690. Per quanto riguarda invece al cosiddetto bonus bebè, nel 2017 i fruitori sono stati 714.413 con un incremento del 57,1% pari a 259.652 rispetto al 2016. Con riferimento, infine, al premio una tantum di 800 euro per la nascita o l'adozione di minore, si registra al 31 dicembre 2017 un numero di domande pari 444.108 a fronte delle quali sono stati corrisposti 282 milioni di euro. Le domande, al 31 marzo 2018, sono state 125.654 per un importo di 94 milioni di euro.

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