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Opinioni

Con la nascita del governo Salvini – Di Maio muore la post-ideologia

È arrivato il tempo di gettare la maschera, è finito il tempo dell’opposizione. È arrivato il tempo di essere forze di Governo e questo implicherà scegliere da che parte stare. Il tempo della post-ideologia è finito per Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
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Essere "post-ideologici" non vuol dire niente, non si può essere solo "post qualcosa" chi si professa post ideologico nasconde solo un vuoto di pensiero. La post-ideologia è solo un'etichetta, un contentiore, è la ricerca del consenso fine al consenso stesso. Eppure è stato il mantra di questi mesi, il verbo al quale si sono attaccati i pentastellati per occupare un nuovo spazio politico che superasse le divisioni del passato: "Siamo post-ideologici perché non esistono destra e sinistra ma idee buone e idee cattive". Una “frase fatta” buona per una campagna elettorale ma non per la nuova sfida che li attende: governare il paese.

La logica che accompagna le scelte del M5s non è molto lontana dal modo di fare politica di Matteo Salvini. Il leader della Lega ha basato la sua ascesa sull'occupazione di qualsiasi spazio politico capace di portare consenso. Negli anni '90, sulla scorta dell'onda antagonista, si professava "comunista pro-legalizzazione della cannabis ma con idee federaliste" oggi si schiera accanto di CasaPound ed è diventato vero leader del blocco sovranista in Italia.

Sia Salvini che il M5s hanno basato la loro scalata al potere sulla possibilità di contraddire costantemente sé stessi pur di raggiungere un elettorato via via più vasto. Capriole continue che hanno smentito il concetto di coerenza come valore creando un solco che vede nella conoscenza un disvalore. Ed è qui che la retorica M5s si è unita a quella salviniana (per la quale la percezione vale di più dei fatti oggettivi, quantificabili). Due ruscelli congiunti diventati un fiume alimentato, anche, dall'opposizione del Partito Democratico oscillante tra valori disomogenei e contraddittori (basti pensare alle politiche anti-immigrazione di Minniti o "l'aiutiamoli a casa loro" di Renzi). In altri termini il PD, scendendo nell'agone della ricerca di consenso, ha legittimato la linea “giallo-verde”.

Il tempo delle oscillazioni è terminato: Lega e Movimento 5 Stelle dovranno decidere la rotta da seguire e non potranno più tornare indietro. È finito il tempo della post-ideologia perché non potranno più essere soltanto "post qualcosa" ma dovranno decidere da che parte stare. Questo definirà chi sono sgombrando il campo da ogni dubbio. Nei prossimi mesi capiremo se questo governo sta con gli ultimi o con quelli che "vincono sempre". Capiremo se sta dalla parte di chi include o di chi esclude.  Dalla parte di chi sceglie di compartire il pane o di chi no. Di chi alza i muri o di chi li abbatte. Se è un governo nostalgico o progressista. Se sta dalla parte dei rider della gig economy o dei proprietari degli appartamenti in affitto su AirB&B. Dovrà scegliere se stare dalla parte di chi pensa che l'uguaglianza sia un valore o dalla parte di chi distingue per colore della pelle, censo o origine.

Queste categorie saranno quelle che definiranno i concetti di destra e sinistra (che potrebbero avere nomi diversi ma resteranno come categorie di valori contrapposti): tanto per essere chiari non si può essere razzisti e al tempo tempo stesso accoglienti.

Sono scelte valoriali dinanzi alle quali anche Di Maio e Salvini non potranno tirarsi indietro. Non potranno essere un po' inclusivi e un po' esclusivi, non potranno fare misure che vanno bene a tutti, perché decidere vuol dire sempre scontentare qualcuno. Le scelte che faranno delineeranno chi sono, davvero, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Capiremo se sognano un'Italia che sta con i più deboli, siano essi neri, bianchi, del sud, del nord, single o sposati; o un'Italia che accontenta chi ha già.

Nelle loro scelte non potranno farsi guidare dalla bussola del consenso: la lezione di Roma insegna. Nonostante la ricerca costante di popolarità Virginia Raggi si è trovata davanti scelte quotidiane che hanno definito come deve essere Roma.Le stesse che definiranno cos'è il Movimento 5 Stelle e cosa sarà la Lega a guida Salvini.

La fine dell'ipocrisia post-ideologica è finalmente arrivata, ora capiremo l’Italia che hanno in mente.

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Ex direttore d'AgoraVox, già professore di Brand Strategy e Comunicazione Pubblicitaria Internazionale presso  GES -  Grandes Écoles Spécialisées di Parigi. Ex Direttore di Fanpage.it, oggi Direttore di Deepinto.
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