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Come potrebbe cambiare la legge sul terzo mandato e perché Lega e FI stanno ancora litigando

Nel centrodestra si continua a discutere de terzo mandato per i governatori di Regione. La Lega sta lavorando a una proposta, forse un emendamento a un provvedimento attualmente in commissione Affari costituzionali, ma con diverse Regioni al voto in autunno, i tempi sono stretti. E la discussione con FI, finora saldamente contraria, resta in alto mare.
A cura di Giulia Casula
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Sul terzo mandato per i governatori di Regione "il tempo sta per scadere", ha avvertito oggi il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. I tempi per votare un eventuale provvedimento che metta d'accordo la maggioranza infatti, sono molto stretti dato che diverse Regioni, tra cui il Veneto di Luca Zaia, andranno al voto in autunno.

Il tema del terzo mandato è "complesso, l'elezione diretta quasi ovunque nel mondo prevede un limite temporale", ha precisato Ciriani parlando al programma Starti su Skytg24. Come abbiamo raccontato più volte, la Lega spinge per riconoscere ai presidenti di Regione, che hanno già completato due mandati, di ricandidarsi per un terzo. In ballo ci sono, oltre Zaia (che però tecnicamente correrebbe per il suo quarto mandato), le candidature di Maurizio Fugatti in Trentino, di Massimiliano Fedriga in Friuli Venezia-Giulia e di Attilio Fontana in Lombardia.

A sbarrarle la strada è Forza Italia, che finora ha ribadito la sua contrarietà. Il vicepremier e leader degli azzurri, Antonio Tajani aveva usato parole molto dure nel commentare la questione: "Non parliamo di volontà popolare, anche Mussolini ha vinto le elezioni, anche Hitler aveva vinto le elezioni. Non è questo il ragionamento: il ragionamento è che un presidente di regione nel suo territorio ha più potere di quanto ne abbiano il presidente del Consiglio e il presidente della Repubblica sul territorio nazionale. Quindi, troppo tempo seduto su una poltrona rischia di far si che ci siano rischi di autoritarismo, di incrostazioni di potere".

Nei giorni scorsi Fratelli d'Italia ha aperto all'ipotesi di discutere su un'eventuale proposta, ma ha messo le mani avanti: "Non saremo noi a farcene carico". Una proposta però "non è ancora arrivata, quando ci sarà la valuteremo ma attenzione perché il tempo sta per scadere: se c'è un'iniziativa deve essere presentata in tempi molto rapidi", ha aggiunto anche oggi Ciriani.

L'intenzione della Lega sarebbe di inserire in corsa un emendamento al provvedimento sui consigli regionali, che attualmente si trova in commissione Affari costituzionali. Il voto sul testo, previsto per ieri, è slittato alla prossima settimana per dare tempo ai leghisti per trovare la quadra con il resto della maggioranza. Per ora la partita sembra difficile, stando alle ultime dichiarazioni di Tajani che sul punto ha chiarito: "Presentino quello che vogliono, noi non lo votiamo". 

È probabile che nei prossimi giorni verrà convocato un vertice tra i big del centrodestra, dove verranno valutati gli eventuali contrappesi con cui compensare il passo indietro di Forza Italia nel caso in cui si decida di dare il via libera alla Lega. Tra le ipotesi, candidature azzurre in grandi città come Venezia, Verona o Milano e interventi in campo economico come il taglio dell'Irpef, su cui FI insiste da tempo.

Resta il fatto che l'eventuale proposta – per cui resta preferibile un "esame parlamentare normale" e non un decreto legge, ha ribadito Ciriani – dovrà tenere conto anche del recente pronunciamento della Consulta, che ha dichiarato incostituzionale la legge regionale della Campania per consentire al dem Vincenzo de Luca di correre per un terzo mandato. Insomma, i tempi stringono e i nodi da sciogliere restano parecchi.

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