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Manovra 2024

Come andare in pensione con Quota 103 nel 2024, requisiti e quanto si perde con le penalizzazioni

Nel 2024, dopo l’approvazione della manovra finanziaria, Quota 103 diventa un sistema molto meno conveniente per lasciare il lavoro. Non si alzano i requisiti di età (62 anni) e anni contributivi (41), ma si allunga la finestra temporale per l’accesso alla pensione e si abbassa l’assegno ricevuto, ricalcolato con il metodo contributivo.
A cura di Luca Pons
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La pensione anticipata di Quota 103 diventa più sconveniente nel 2024. Dopo l'entrata in vigore della legge di bilancio 2024, i requisiti restano gli stessi: almeno 62 anni di età e almeno 41 anni di contributi versati. Tuttavia, arrivano nuove penalizzazioni. Le finestre d'accesso alla pensione si allungheranno a 7 mesi per i lavoratori privati (erano 3) e a 9 mesi per i dipendenti pubblici (erano 6). In più, l'importo sarà ricalcolato con il metodo contributivo, il che significa che sarà più basso per tutti gli anni che in cui si è lavorato prima del 1996. E infine, ci sarà un tetto massimo fissato a circa 2.500 euro lordi (quattro volte la pensione minima), fino a quando non si compiono 67 anni.

Come cambia Quota 103 nel 2024 dopo l'approvazione della Manovra

Rispetto allo scorso anno, Quota 103 diventa un sistema di anticipo pensionistico più penalizzante. Infatti ci vorrà più tempo per accedere effettivamente alla pensione: 7 mesi per i dipendenti privati e 9 mesi per i dipendenti pubblici. Questo significa che tutti coloro che maturano i requisiti da giugno in poi (o da aprile, per il pubblico) non vedranno un assegno fino al 2025.

In più, l'importo sarà limitato nei primi anni: fino a quando si compiono 67 anni e si può accedere alla pensione di vecchiaia, il limite sarà di quattro volte il minimo Inps, che per il 2024 ammonta a circa 2.500 euro lordi al mese. E comunque l'importo sarà ricalcolato con il metodo contributivo, invece di quello misto contributivo-retributivo. Significa che gli anni lavorati nel periodo del regime retributivo, cioè quelli precedenti al 1996, avranno di fatto un valore inferiore.

I requisiti per andare in pensione con Quota 103

I requisiti per ottenere Quota 103 non sono cambiati. Il governo, infatti, è riuscito a restare su una vera e propria "quota 103", ovvero almeno 62 anni di età (requisito di vecchiaia) e almeno 41 anni di anzianità contributiva (requisito di anzianità). I requisiti quindi restano gli stessi che erano in vigore nel 2023. Chi li matura, ma decide di rinunciare alla pensione anticipata, può chiedere che i contributi previdenziali non siano più accreditati. In questo modo, il suo datore di lavoro non li verserà all'Inps ma direttamente in busta paga. L'assegno sarà più alto, ma la pensione ne risulterà più bassa perché ci saranno dei contributi in meno versati.

Le nuove finestre d'accesso a Quota 103

Le finestre d'accesso alla pensione sono state allungate, al punto che da quando si maturano i requisiti e si fa richiesta è necessario aspettare quasi un anno per avere il primo assegno. Per i lavoratori di aziende private, la finestra salirà da 3 a 7 mesi. Perciò, tutti coloro che maturano i requisiti da giugno in poi avranno il primo pagamento nel 2025. Per i lavoratori del pubblico impiego, invece, la finestra si alzerà da 6 a 9 mesi. In questo caso, quindi, chi fa la richiesta da aprile in avanti dovrà aspettare l'anno prossimo per avere un versamento.

Come si calcolano gli importi e qual è il tetto massimo

L'importo della pensione per chi sceglie Quota 103 sarà calcolato con il metodo contributivo. Questo è il metodo che si basa sulla quantità di contributi versati, a differenza del metodo retributivo, che invece si basa sulle ultime retribuzioni ricevute per stabilire l'importo dell'assegno pensionistico. Non solo, ma a prescindere dal calcolo l'importo massimo della pensione sarà limitato a quattro volte l'assegno minimo Inps. Questo per il 2024 significa circa 2.500 euro lordi, un importo che aumenterà leggermente negli anni seguendo l'andamento della pensione minima Inps, aggiornata ogni anno in base all'inflazione. Questo limite sarà in vigore fino a quando il pensionato non avrà compiuto 67 anni e potrà passare alla pensione di vecchiaia.

Ricalcolo con il sistema contributivo e incumulabilità con i redditi di lavoro

In generale, il metodo contributivo porta a una pensione più bassa. Tutti i possibili beneficiari di Quota 103, avendo lavorato prima del 1996 (data in cui si è passati al metodo contributivo), con la pensione di vecchiaia avrebbero un assegno calcolato con metodo misto, retributivo-contributivo. Quello di Quota 103, invece, sarebbe più ridotto perché calcolato interamente con il metodo contributivo.

In aggiunta, la pensione di Quota 103 non potrà essere cumulata con redditi da lavoro. L'unica eccezione sono i compensi derivanti da lavoro autonomo occasionale, e comunque con il limite di 5mila euro lordi all'anno.

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