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Manovra 2024

L’Iva sale al 10% su assorbenti e pannolini nel 2024, nessuna marcia indietro del governo Meloni

Con la manovra 2024 aumenta al 10% l’Iva sugli assorbenti e su vari prodotti per l’infanzia, come pannolini e cibo per bambini. Era stato lo stesso governo Meloni, un anno fa, a ridurre l’imposta al 5%. Tuttavia l’esecutivo ha deciso che la misura non aveva dato gli effetti sperati, così i prezzi aumenteranno su una serie di prodotti l’anno prossimo.
A cura di Luca Pons
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Nel testo definitivo della legge di bilancio, che è stato approvato ieri dalla Camera, è rimasta anche la norma che prevede l'aumento al 10% dell'Iva sugli assorbenti, ma anche su numerosi prodotti per l'infanzia come pannolini e alimenti per bambini. La norma aveva avuto varie forme nelle settimane in cui la manovra era in fase di stesura, tra le critiche delle opposizioni e delle associazioni dei consumatori. Alla fine, il governo Meloni ha deciso che il taglio dell'Iva approvato lo scorso anno non è stato utile, e che quindi se ne può fare a meno.

A partire dal 2024, quindi, saliranno i prezzi dei prodotti per l'infanzia con il passaggio dell'Iva al 10%: latte, preparazioni alimentari per infanti, pannolini e anche i seggiolini da installare in auto (qui l'imposta sale al 22%). Un approccio che è stato contestato anche perché il governo Meloni insiste molto sull'esigenza di agevolare le famiglie con figli per promuovere la natalità, come ha dimostrato anche la recente polemica sulla senatrice Mennuni e la necessità di spingere le giovani 18enni a sposarsi e fare figli.

Allo stesso modo, costeranno di più prodotti necessari per le persone che hanno mestruazioni: gli assorbenti, i tamponi e le coppette mestruali vedranno l'Iva passare dal 5% al 10%. Era stato lo stesso governo Meloni ad approvare la riduzione dell'imposta con la legge di bilancio per il 2023, ma la valutazione dell'esecutivo è che la misura non abbia portato benefici e quindi non sia un problema rialzare i prezzi su questi prodotti.

La decisione è stata riconfermata anche nell'ultimo passaggio della manovra, quello alla Camera. A Montecitorio, le opposizioni avevano presentato un emendamento che avrebbe bloccato l'incremento dell'Iva. Durante il dibattito in Aula, però, il governo ha dato parere negativo e la maggioranza di centrodestra ha votato contro la modifica del testo.

La prima firmataria dell'emendamento, la deputata Sara Ferrari (Pd), ha dichiarato che il governo non ha voluto "ovviare ad una discriminazione di genere che pesa sulle donne che in Italia lavorano meno e guadagnano poco" e anche "sulle giovani coppie che vanno aiutate a fare figli e non ostacolate aumentando i costi dei beni per l’infanzia". Per il M5s, la parlamentare Ida Carmina ha sottolineato che in Italia "oltre il 63% delle famiglie fatica ad arrivare a fine mese, 14 milioni di cittadini rinunciano alle cure e le rate dei mutui sono insostenibili" e invece di intervenire "l’esecutivo decide di fare cassa sulle donne. Un fatto stupefacente di fronte alla prima presidente del Consiglio donna della storia".

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