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Co.co.pro, in arrivo salario base e indennizzo di disoccupazione

Dagli emendamenti presentati al ddl lavoro in esame al Senato, grandi novità per i co.co.pro e in generale per i contratti atipici.
A cura di Antonio Palma
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Co.co.pro, in arrivo salario base e indennizzo di disoccupazione

Potrebbero essere numerose le novità che usciranno fuori dall'esame del disegno di legge sulla riforma del lavoro attualmente in discussione in commissione al Senato. Diversi sono gli emendamenti presentati dagli stessi relatori del ddl lavoro Maurizio Castro (Pdl) e Tiziano Treu (Pd) e depositati oggi in commissione lavoro di Palazzo Madama. Tra i più interessanti sicuramente quelli riguardanti la normativa sui co.co.pro. e i contratti atipici ma anche quelli sulle partite iva e i contratti a termine.

Salario base per i co.co.pro – Tra le novità più importanti, soprattutto per i precari, una sorta di salario minimo per tutti i co.co.pro, per i lavoratori a progetto secondo l'emendamento, infatti, verrebbe stabilito per legge un salario base obbligatorio, la cui entità sarà fissata periodicamente con un decreto apposito del Ministero del Lavoro. La somma dovrebbe essere stabilita con la scelta di alcuni parametri standard come ad esempio una media tra le tariffe del lavoro autonomo e il salario dei contratti collettivi di lavoro.

Rafforzata l'indennità di disoccupazione per i parasubordinati – Non solo, per tutti i lavoratori parasubordinati sarà rafforzata l'indennità di disoccupazione con una fase sperimentale di circa tre anni al termine della quale si valuterà se renderla stabile o meno. L'intento iniziale, come ha ricordato il relatore Treu, era infatti quello di realizzare una mini Aspi per i lavoratori co.co.pro e similari, ma i vincoli di bilancio del Governo e la mancanza di fondi non lo hanno permesso e così si è optato per questa soluzione ponte. Con il nuovo emendamento i calcoli fatti dei relatori parlano ad esempio di 6mila euro per un co.co.pro che perde il lavoro dopo sei mesi di attività.

Partite Iva – Novità anche per le partite Iva sulle quali vi era stata la stretta della riforma Fornero. Con gli emendamenti al ddl lavoro viene stabilito un limite minimo di reddito lordo annuo, pari a 18mila euro, per considerarle reali e non contratti subordinati nascosti. Inoltre le nuove modifiche aumentano il limite entro cui saranno ritenute reali le partite iva incrementando i requisiti temporali e di percentuale di reddito derivante dalla collaborazione.

Contratti a termine – Per il primo contratto a termine invece salgono da sei mesi ad un anno i termini entro cui può essere stipulato senza specificare i requisiti per i quali viene richiesto, ovvero la causale. Tra le altre novità del ddl lavoro, infine, il maggior coinvolgimento dei lavoratori nell’impresa attraverso la partecipazione agli utili e al capitale delle aziende, o anche la presenza nei Consigli di sorveglianza, con una delega al Governo di legiferare in materia entro nove mesi.

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