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Chi conta di più nel governo Draghi dopo la scissione del M5s

Gli equilibri nel governo sono cambiati dopo la scissione del M5s. La forza guidata da Giuseppe Conte, prima della fuoriuscita di Di Maio, era quella con maggior peso all’interno dell’esecutivo.
A cura di Annalisa Cangemi
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Da quando Luigi Di Maio ha rotto con il Movimento Cinque Stelle, dando vita ad una nuova forza politica, Insieme per il Futuro, gli equilibri all'interno della maggioranza sono cambiati. È inevitabile fare i conti adesso, quando l'esecutivo guidato da Mario Draghi è a un passo dalla crisi, visto che il M5s di Giuseppe Conte potrebbe non votare la fiducia al Senato domani sul decreto Aiuti. La linea ufficiale dei pentastellati ancora non c'è, ma Lega e Forza hanno già dichiarato che se il M5s dovesse far mancare il suo sostegno al governo l'unica strada sarebbe quella del voto, perché non starebbero in un governo guidato da un altro presidente del Consiglio in questa legislatura, e il segretario del Pd Enrico Letta ha ribadito che "Se il governo cade si va al voto". Il governo in teoria avrebbe i numeri in Parlamento per andare avanti, però il presidente del Consiglio Draghi ha già detto che per lui non esiste un esecutivo senza i Cinque Stelle, e non ci sarà un Draghi bis, con un eventuale rimpasto. Vediamo tra le forze politiche chi ha maggior peso in questo momento, dopo la scissione del M5s.

Alla nascita del governo erano i grillini a rappresentare la quota maggiore all'interno del Consiglio dei ministri, con ben 4 ministri: Luigi Di Maio, titolare della Farnesina, Stefano Patuanelli, ministro dell'Agricoltura, Federico D’Incà, ministro dei Rapporti col Parlamento, Fabiana Dadone, ministra per le Politiche giovanili. Con il divorzio dei dimaiani il M5s si trova con soli 3 ministri, alla pari con Pd, Lega e Forza Italia. Mentre Insieme per il Futuro è rappresentata da un solo ministro, Luigi Di Maio appunto, lo stesso peso che hanno nel governo Italia viva – che può contare sulla ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti – e Libero e uguali, rappresentata in Cdm da Roberto Speranza, titolare della Salute.

In questo momento la Lega può contare su 3 ministri – Giancarlo Giorgetti, titolare del Mise, Massimo Garavaglia, ministro del Turismo, ed Erika Stefani, ministra per le Disabilità – un viceministro e 8 sottosegretari. Il Partito Democratico ha tre ministri – Dario Franceschini alla Cultura, Lorenzo Guerini alla Difesa e Andrea Orlando al Lavoro – oltre a un viceministro e 5 sottosegretari. Oltre ai tre ministri già menzionati, il M5s conta anche un viceministro e 5 sottosegretari. Così come Forza Italia, che esprime tre ministri – Mara Carfagna, ministra per il Sud, Renato Brunetta, ministro per la Pa, e Mariastella Gelmini, ministra per per gli Affari regionali e le autonomie -, un viceministro e 5 sottosegretari. Insieme per il Futuro, escluso il ministro Di Maio, ha anche un viceministro e 4 sottosegretari. Italia viva ha un peso più contenuto nel governo, con la ministra Bonetti, un solo viceministro e un solo sottosegretario. Liberi e uguali ha solo un sottosegretario.

Ma la maggior parte dei ministri che compongono la squadra del governo Draghi, ben 8 su 23 escluso il presidente del consiglio, sono indipendenti.

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